Archivi annuali: 2014

21-7-2014, Articolo sul blog “Around Tuscany” sulla qualità del cielo notturno

Around Tuscany è un blog in lingua inglese curato dalla Fondazione Sistema Toscana per conto della Regione per fornire spunti di viaggio.

E’ stato pubblicato un articolo (a cura di Flavia Cori, a partire da materiale inviato dal sottoscritto) in cui ricordiamo la specificità della bassa Toscana dal punto di vista della qualità del cielo notturno, assieme ad alcune suggestive immagini scattate da fotografi con cui siamo entrati in contatto in questi anni:

Leggi l’articolo

Le interviste BMP #2: Leopoldo Dalla Gassa

Intervista con Leopoldo Dalla Gassa, Presidente di VenetoStellato, associazione attiva da anni sul tema dell’inquinamento luminoso.

Sul sito della rete Loss of the Night è disponibile la versione in inglese.

a cura di Andrea Giacomelli

AG: Leopoldo, raccontaci della nascita di VenetoStellato

LdG: Dopo l’entrata in vigore della legge regionale 22/97, alcuni astrofili si sono riuniti per capire le opportunità offerte per tutelare gli osservatori astronomici dalla legislazione veneta, prima in Italia a dettare delle regole per il contenimento della dispersione luminosa in cielo. A seguito delle riunioni che si effettuavano annualmente per verificare lo stato dell’arte, nell’aprile del 2000 si costituì ufficialmente il Coordinamento regionale veneto contro l’inquinamento luminoso, denominato appunto VenetoStellato. A oggi sono iscritti all’associazione una quarantina di nominativi che vedono tra gli iscritti associazioni di astrofili, ambientaliste, ricercatori universitari e singoli cittadini, con un’età media fra i 35 e i 40 anni.

Un incontro di Veneto Stellato
Un incontro di Veneto Stellato

AG: Come siete distribuiti sul territorio?

LdG: Attualmente abbiamo una marcata prevalenza di soci nelle province di Verona, Vicenza e Padova, e meno su Rovigo e Treviso. Mancano invece soci su Belluno e Venezia. Forse per la provincia di Belluno la distanza dalla pianura è il motivo della mancata partecipazione.

AG: Quest’anno VenetoStellato ha partecipato a un’iniziativa particolare: lo “spegnimento” controllato delle luci di una città . Raccontaci com’è andata… LdG: Il 28 marzo di quest’anno, in prossimità del novilunio, ad Asiago, dove hanno sede i telescopi dell’Osservatorio Astronomico INAF di Padova a Cima Ekar e quelli dell’Università di Padova, Dipartimento di Astronomia, al Pennar, è stato chiesto lo spegnimento di tutti gli impianti di illuminazione pubblica di Asiago appunto e di altri comuni facenti parte dell’altopiano. La richiesta è stata fatta dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Veneta, di concerto con l’Osservatorio Permanente sul fenomeno dell’Inquinamento Luminoso, organo costituito per legge al fine di verificare l’applicazione della normativa, e di cui VenetoStellato fa parte. L’iniziativa aveva il duplice scopo di divulgare presso il grande pubblico il problema della dispersione della luce nell’ambiente notturno, oltre a verificare l’incidenza dell’illuminazione comunale sulla brillanza del cielo notturno. L’attuale legislazione prevede che si possa spegnere l’illuminazione pubblica per non pi๠di tre giorni all’anno compatibilmente con le condizioni di sicurezza, quindi si è chiesto, lo spegnimento integrale delle luci cittadine. Una relazione sull’evento, in cui si ritrovano anche le misurazioni svolte, è scaricabile dal sito ARPAV.

AG: Quanto è durato l’evento?

LdG: Lo spegnimento è durato tutta la notte del 28 marzo, in pratica l’illuminazione pubblica non è mai stata accesa, con esclusione di alcune rotatorie particolarmente importanti.

AG: Qual è stata la risposta della cittadinanza?

LdG: Da evidenziare che non c’è stata alcuna reazione negativa allo spegnimento. Anzi, alcuni gruppi di persone, semplici cittadini, si sono organizzati per osservare dai prati e dal centro cittadino, il cielo stellato al fine di rendersi conto com’era qualche decina di anni addietro.

AG: VenetoStellato collabora anche con ARPAV per le segnalazioni. Come funziona?

LdG: VenetoStellato, come indicato nella legge regionale, è tra le associazioni che sono state individuate per collaborare con i comuni veneti per fornire aiuto e suggerimenti all’applicazione puntuale della normativa. Gli stessi soggetti hanno anche la possibilità di segnalare eventuali violazioni di legge nella realizzazione di nuovi impianti di illuminazione pubblica, e di richiedere la messa a norma di apparecchi di illuminazione pubblica e privata. Per questo si avvale della collaborazione di ARPAV, alla quale vengono trasmesse in copia le segnalazioni inviate ai comuni per una verifica di veridicità circa le stesse.

Alcune delle segnalazioni su impianti non a norma
Alcune delle segnalazioni su impianti non a norma

AG: Quante le segnalazioni effettuate a oggi?

E’ difficile avere un conteggio. Facendo una stima per difetto, direi che le violazioni documentate sono oltre duemila, considerando sia gli impianti pubblici che quelli privati. Da considerare che ogni segnalazione è la somma di intere aree artigianali o commerciali, quindi il numero di punti luce fatti mettere a norma si potrebbero contare in alcune migliaia.

AG: Quali sono le problematiche pi๠frequenti?

La tipologia di apparecchi che solitamente sono messi all’indice sono i proiettori e le torri faro, che spessissimo sono in totale violazione di legge. Per ultime, ma non meno importanti, si stanno controllando in numero crescente le insegne pubblicitarie, in particolar modo quelle dei centri commerciali, i quali sono una delle maggiori fonti di inquinamento luminoso.

AG: Da tre anni VenetoStellato partecipa, con la rete di monitoraggio costituita dalle stazioni di misura ubicate presso alcuni degli osservatori dei vostri soci, al CORDILIT (Coordinamento per la Raccolta dati sull’inquinamento luminoso). Avete notato qualche tendenza nei dati?

LdG: Usiamo i dati CORDILIT appunto per monitorare l’andamento della brillanza del cielo notturno, traendo conferme o meno alle segnalazioni compiute e alla divulgazione del problema. Circa le tendenze nei dati, per poter dare riscontri esaustivi, stiamo attendendo l’esito di verifiche che stiamo svolgendo sia con ARPAV che con l’università . Il dato che stiamo notando è comunque che c’è una leggera variazione nei picchi di buio. Per quanto riguarda la stazione di Nove, appena installata la centralina, nel 2011, si osservavano dei massimi di magnitudine attorno a 19,8. Ultimamente stiamo vedendo valori sopra 20. Ad esempio siamo arrivati a 20,21 come miglior lettura strumentale. In media abbiamo guadagnato quasi 0,4 sulla scala di magnitudine: chissà a quanti miliardi di lumen non inviati in cielo corrispondono!

L'osservatorio di Nove (VI)
L'osservatorio di Nove (VI)

AG: Quali vedete come rischi principali per la tutela del cielo notturno nella vostra zona?

LdG: Il maggior rischio per la tutela del cielo notturno consiste nella proliferazione di impianti di illuminazione a LED. Infatti la legge veneta non ne vieta l’uso e nemmeno limita la temperatura colore dei diodi luminosi. Quindi, se saranno usati apparecchi a LED con forte componente blu (con temperature di colore superiori a 4000K), solo la componente dovuta alla riflessione, come inquinamento sarà molto maggiore delle tradizionali lampade al sodio. Per questo invitiamo le amministrazioni ad usare, in caso di apparecchi a LED, temperature colore non superiori a 3000K.

AG: Quali sono le vostre aspettative e i vostri obiettivi

LdG: L’aspettativa nel nord-est, e in Veneto in particolare, è che finalmente si possa prendere coscenza dello spreco energetico dovuto alla eccessiva e inutile illuminazione artificiale dove non è necessaria e con le dovute potenze, oltre che al rispetto puntuale delle prescrizioni legislative. Non per nulla ci ritroviamo, dopo solo la Spagna, come i maggiori consumatori di energia elettrica per l’illuminazione artificiale in Europa…un primato che ci farebbe veramente piacere non avere.

AG: Come vedete la situazione nel resto d’Italia?

LdG: Purtroppo nel resto della penisola ci sono troppo poche associazioni che puntualmente incalzano i propri governanti perchà© usino tutti gli strumenti legislativi, nelle regioni si sono dotate di leggi contro l’inquinamento luminoso e il risparmio energetico, lasciando alla buona volontà dei singoli l’applicazione delle stesse: troppo poco perchè siano efficaci ad un uso corretto nel breve periodo.

AG: C’è qualche episodio particolare che ti fa piacere ricordare, nella vostra attività sul territorio?

LdG: A volte si devono usare anche le “maniere forti” per far applicare la legge. In effetti VenetoStellato, a fronte di un continuo e ripetuto rifiuto di applicare la legge nei confronti dei privati, da parte di un’amministrazione, si è visto costretto a chiedere alla Procura della Repubblica di intervenire perchè fossero verificate eventuali omissioni. A fronte di cià², visto l’interessamento della stessa e la presenza delle forze dell’ordine negli uffici comunali per chiedere spiegazioni in merito, l’amministrazione interessate nel giro di pochi giorni ha provveduto a emanare ordinanze di immediata messa a norma di tutti gli impianti segnalati. Da allora, attraverso gli articoli di stampa apparsi su alcune testate giornalistiche, usiamo gli stessi come chiave di apertura al dialogo nei confronti dei pi๠“riottosi” al fine di far capire che non serve, e non paga, mettersi contro la legge.

La BuioMetria Partecipativa compie sei anni

Riordinando alcuni documenti abbiamo notato che il 9 giugno 2008 veniva presentata al pubblico la BuioMetria Partecipativa. Era un lunedì, anche allora.

La nascita fu registrata -nel senso che c’era anche una videocamera- presso l’ex Cinema Mori di Ribolla, ora sede di vari spazi gestiti dal Comune di Roccastrada (biblioteca, punto internet…) nonché una delle Porte del Parco Nazionale delle Colline Metallifere Grossetane.

L’evento ebbe risonanza nazionale: Francesco Giubbilini fu intervistato da l’Altro Lato di RAI Radio Due, e da lì si cominciò il percorso partecipato che oggi vede il progetto continuare a raccogliere misure come sei anni fa invitato a tenere lezioni universitarie sul tema della qualità del cielo notturno all’estero, in parallelo installare sensori in località remote dell’altissima Maremmma (o della bassissima val di Farma-Merse) e confrontarsi con altri temi e problematiche legate alla questione “luce artificiale notturna”.

Un resoconto informale di quel periodo è disponibile nella “breve storia della buiometria partecipativa”, un work in progress avviato nel 2012 da pibinko e pubblicato in italiano e in inglese (vedi puntata sul giugno 2008, ITA, ENG)

In attesa di una relazione sulle attività della BuioMetria Partecipativa nel primo semestre 2014 -pubblicazione prevista entro luglio- oggi ci faceva piacere ricordare una ricorrenza e condividere la cosa con voi.

 

branobag del quandocapita #3456: Le radici ca tieni

Tradurre tutto il testo è un’impresa più titanica che per una canzoncina di Guccini, data la lunghezza e la verbosità, ma il tema è importante e l’idea dovrebbe passare già con quello che trovate sotto.

Buon ascolto con ritmo.

Treble-Don Rico-Terron Fabio-Nandu Popu

‘Rit.: Se nu te scierri mai delle radici ca tieni | If you never forget your roots
rispetti puru quiddre delli paisi lontani! | you will respect those from far away countries
Se nu te scierri mai de du ede ca ieni |if you never forget where you come from
dai chiu valore alla cultura ca tieni! | you give more value to your culture
Simu salentini dellu munnu cittadini, | We are from Salent, citizens of the world
radicati alli messapi cu li greci e bizantini, | related to the Messapi, with the Greeks and the Byzanytices
uniti intra stu stile osce cu li giammaicani, | today united with this style to the Jamaicans
dimme mo de du ede ca sta bieni! | now, you tell me where you come are coming from…

Rico

Egnu dellu salentu e quannu mpunnu parlu dialettu | I come from Salento and when I can I speak my dialect
e nu mbede filu no Ca l’italianu nu lu sacciu | but this is not because I don’t know Italian
ca se me mintu cu riflettu parlu lu jamaicanu strittu | and if I think hard I can speak Jamaican slang
perche l’importante e cu sai nu pocu de tuttu | ‘cos the main thing is to know a little bit of everything
anche se de tuttu a fiate me ne futtu | even though sometimes I don’t give a shit
ma se na cosa me interessa su capace puru me fissu | but if I find something interesting, I will really focus on it
se ete quiddhru ca oiu fazzu me mintu ddhrai e fazzu cè pozzu | and if it’s what I want, I try to do the best I can
perche addrhu bessere ieu ca decidu te mie stessu | because I need to be what I decide to be
ca la vera cultura è cu sai vivere | ‘cos the real culture is that you know how to live
cu biessi testu ma sempre sensibile | knowing how to be hard, but always sensitive
puru ca la vita ete dura è meiu sai amare | Even if life is hard, it’s best to know how to love
puru quannu te pare ca ete impossibile. | even when this seems impossible

Fabio

Me la difendu, la tegnu stritta cullu core | I defend it, I cling onto it with my heart
la cultura mia rappresenta quiddru ca é statau e ca ha benire | my culture represents what has been and what will be
Intra stu munnu, a du nu tene chiui valore | in this world, where no value is acknowledged
Ci parla diversu o de diversu ede culure! | to those who speak differently, or are of a different colour!
Te ne leanu tuttu puru la voglia de amare, | They get to take away all of your will to love
cussi ca tanta gente a pacciu modu stae a regire!| so that lots of people react in wild ways
Te ne leanu tuttu puru le ricchie pe sentire, | they even take away your ears, so you can no longer hear
ci chiange e chiede aiutu pe li torti ca stae a subire | those who cry and call for help, for the wrongs that they are receiving
Te ne leanu puru la terra de sutta li piedi, | they even take the ground from under your feet
se cattanu tuttu quiddru a cui tie nci tieni | they buy all that is important for you
Me dispiace pe tuttu quiddru ca ne sta gliati | I am sorry for all that they are taking away
Ma stamu ancoraa quai, de quai nu ne limu mai sciuti! | but we are still here, and we never left

Rit.

Nandu

E riu della terra a du nce sempre lu sule | I come from the land where the sun always shines
a du la gente cerca umbra ca la po defrescare. | where people look for some shade to stay cool
Stae scrittu sulle petre quiddru ca aggiu capire | what I need to understand is carved in the stones
su parole antiche percé l’uomu nu po cangiare! | they are ancient words, because mankind can’t change!
Memoria ede cultura e bede quistu ca ole: | memory is culture, and this is what it wants:
recorda ce ha successu cussì pueti capire | remember what happened, so you can understand
lu boia denta vittima puru dopu menz’ura | the executioner could become a victim in half an hour
ma la vittima denta boia se nu tene cultura! | but the victim becomes an executioner if he has no culture
Su ste radici nui stamu ben radicati | with these roots, we are well rooted
ni fannu amare populi mai canusciuti | they make us love people which we never knew
ni scosta de ci medita l’odiu e la guerra | it keeps us away from those who think about hatred and war
ma de sti criminali la mente mia nu se scerra!| but my mind doesn’t forget these criminals

Treble

Difendila! | Defend it
Quannu poi difendila! | when you can, defend it
E’ la terra toa, amala e difendila! | it’s your land, so love it and defend it!
Ntorna moi, difendila! |
Quannu poi difendila! ! when you can, defend it?
E’ la terra toa, amala e difendila! De cine? | it’s your land, so love it and defend it, from whom?
De ci ole cu specula e corrompe, difendila! | from those who want to speculate and corrupt us
De ci ole sfrutta l’ignoranza, difendila! | from those who want to exploit ignorance
De ci ole svende l’arte noscia, difendila! | from those who want to underselle our art
De ci nu bole crisca ancora, difendila!| from those who don’t want to grow more
Pe ci nu tene chiù speranza, difendila! | for those who lost all hope
Pe ci ha rimastu senza forza, difendila!| for those who ended up without strength
Pe ci nu pote ma nci crite, difendila! | for those who can’t but still believe
Pe ci nu te pote secutare, difendila! | for those who cannot follow you

Rit.

Rico

Egnu de lu salentu e quannu mpunnu parlu dialettu |I come from Salento and when I can I speak dialect
e nu bete pecce ca l’Italianu nullu sacciu | and not because I don’t know Italian
ca se buenu me recordu do parole de woolof africanu | and I even know a couple of words in African Wolof
chep gen è lu risu cullu pisce ca se mangia culle manu | chep gen is the rice with fish, that you eat with your hands
e “mu nu mu cu bbai” vuol dire nun ne pozzu fare a menu | and “mu nu mu cu bbai” means I can’t do without
e ”man gi dem man gi dem” vuol dire sciamu moi sciamu | and “man gi dem man gi dem” means let’s go
a du ete ca uei basta ca rispettu purtamu |
e ca ne facimu rispettare pe quiddhri ca simu | and that we ask others to respect us for what we are
ca la cultura vera è cu sai itere | ‘cos the real culture is when you are able to see
la realtà pe quiddhra ca ete sia ca è facile sia ca è difficile | reality for what it is, be it easy or be it hard
la cultura vera è cu sai capire | real culture is when you can understand
ci tene veramente besegnu ci ete lu chiu debole |who is really in need and who is the weakest

Fabio

Me la difendu, stritta e forte cullu core | I defend it, hard and strong with my heart
quista e’ la poesia ca crea sta terra cull’amore. | this is poetry that this land creates with love
Quiddra ca muti, tenenu modu te sentire |
grazie a ci la porta in giru oci a quai la po saggiare. |

Nandu

E riu della terra a du nce sempre lu sule | I come from the land where the sun always shines
e alla gente ca ria nci pensa sempre lu mare! | and people who come here always think of the sea!
A quai stae scrittu sulle petre ce aggiu capire | and I try to understand what is written on the stones
cercu cu te le spiegu, perché nu ta scerrare! |

Treble

Difendila!
Quannu poi difendila!
E’ la terra toa, amala e difendila!
Ntorna moi, difendila!
Quannu poi difendila!
E’ la terra toa, amala e difendila!

Rit.

Ottava rima al Caffé Ricasoli (3-6-2014): com’è andata

Alcuni video dei contrasti in ottava rima di questa serata sono in questa pagina: http://www.pibinko.org/lottava-rima-al-caffe-ricasoli-gr-3-giugno-2014-3-video/, ma consigliamo di leggere prima il resoconto di cui sotto per entrare nell’atmosfera:

Il prologo si svolge al Caffà© verso le 13.30, con l’allestimento minimalista della promozione dell’evento, realizzata tramite diffusione warholiana di stampe A4 (gentilmente fornite da Gianluca di Vetulonia) in vari punti del bar. Segue l’oblio fino alle 18, date le condizioni di raffreddore non proprio a diminuire dell’organizzatore.

Per le 18.15 arrivano Elino e Fernando, accompagnati da Fabio, amico de roma ma da una generazione frequentatore della bassa valle dell’Albegna, nonchà© poeta. Fatte le presentazioni e i caffà© di rito con Michela, si studia l’ambiente e il set ideale. E’ la prima volta che i nostri si confrontano (in senso poetico) con un bar “in campo aperto”. Di solito si ritrovano in teatri, o palchi di paesi in cui ci sono raduni storici di improvvisazione, ma comunque in qualche modo “a casa” di poeti. Elino è un po’ spiazzato dall’ambiente: cerca una saletta interna, pensa che gli avventori saranno distratti, e si vede che è un po’ inquieto…soprattutto perchà© manca all’appello Nicolino, il terzo poeta invitato. E finchà© non c’è Nicolino, non si deve iniziare!

In attesa di Nicolino, il pomeriggio si snoda come deve: Fernando si aggira per il centro e torna con un libro di giochi di prestigio. Essendo a volte impegnato come Babbo Natale, oltre che come pastore, è sempre utile un po’ di materiale per aggiornamento professionale. Elino e Fabio stazionano nei pressi del Caffà©. Andrea prende tempo e invita qualche avventore incuriosito dai volantini a ripassare pi๠tardi.

Infine, arriva Nicolino, che come tutte le rockstar che si rispettino è accompagnato da un autista, Giuliano da Follonica, grandissimo passionista di ottava rima. Diteci voi la causa del ritardo tra almeno una di queste tre:

    1. Nicolino è un poeta-rockstar viziato, che per vezzo arriva sempre con un’ora di ritardo
    2. Nicolino lavora in campagna, e siccome nel pomeriggio c’è stato uno scroscio dalle sue parti ha dovuto tardare per finire il lavoro
    3. Nicolino è un gran chiacchierone (o qualcuno direbbe oggi storyteller) e dopo aver parcheggiato a 100 metri dal Caffà© Ricasoli, mentre camminava per raggiungere la sede dell’evento, ha incontrato una vecchia conoscenza e si è fermato un quarto d’ora a salutarlo.

Comunque: ci siamo. Alle 19.40 circa, comincia la performance. Trattandosi di temi improvvisati, la scaletta è necessariamente ricostruita a posteriori,

    • Rima di saluto (Elino Rossi, Fernando Tizzi, Nicolino Grassi)
    • Intermezzo di Fabio Antonelli con spiegazioni sull’ottava rima
    • Presentazione del Festival di Pomonte (improvvisazioni, corsi di rima e convegno, dall’11 al 15 giugno)
    • Contrasto: E’ meglio il vino bianco o il vino rosso? (Elino Rossi e Nicolino Grassi)
    • Intermezzo di Nicolino
    • Contrasto: Sono meglio le bionde o le more? (Nicolino Grassi e Fernando Tizzi)
    • Intermezzo di Fabio Antonelli, con recita di composizione autografa
    • Rima di commiato, con l’arrivederci a Pomonte

Verso le 20.45 ognuno riparte per le rispettive residenze, con una giornata che comincerà presto la mattina dopo, date le rispettive occupazioni.

Sotto, alcune fasi salienti della serata.Molto interessanti anche le discussioni nel backstage (che in questo caso coincideva con lo stage), da cui sono emerse parentele, affinità e altre vicende non documentate.

E le registrazioni dei contrasti in rima? Ci sono pure quelle, ma vanno riascoltate e montate prima di poterle condividere. Nel frattempo: appuntamento a Pomonte per chi ci potrà essere, dall’11 al 15 giugno, ricordando per per i corsi di rima non è necessario seguire tutte e tre le giornate e che l’iscrizione è gratuita.

E grazie, come per le altre occasioni, al Caffé Ricasoli.

Grosseto: organizzazione serata su Ottava Rima

    • Essere colti da raffreddore con abbassamento di voce che ti consente di “scendere” sotto Barry White in occasione di una serata in cui la voce è protagonista, e dover presentare la serata, è un bello spunto per una puntata di un telefilm.

E la puntata di ieri è stata notevole.

Il prologo si svolge al Caffé verso le 13.30, con l’allestimento minimalista della promozione dell’evento, realizzata tramite diffusione warholiana di stampe A4 (gentilmente fornite da Gianluca di Vetulonia) in vari punti del bar. Segue l’oblio fino alle 18, date le condizioni di raffreddore non proprio a diminuire dell’organizzatore.

Per le 18.15 arrivano Elino e Fernando, accompagnati da Fabio, amico de roma ma da una generazione frequentatore della bassa valle dell’Albegna, nonchà© poeta. Fatte le presentazioni e i caffà© di rito con Michela, si studia l’ambiente e il set ideale. E’ la prima volta che i nostri si confrontano (in senso poetico) con un bar “in campo aperto”. Di solito si ritrovano in teatri, o palchi di paesi in cui ci sono raduni storici di improvvisazione, ma comunque in qualche modo “a casa” di poeti. Elino è un po’ spiazzato dall’ambiente: cerca una saletta interna, pensa che gli avventori saranno distratti, e si vede che è un po’ inquieto…soprattutto perchà© manca all’appello Nicolino, il terzo poeta invitato. E finchà© non c’è Nicolino, non si deve iniziare!

In attesa di Nicolino, il pomeriggio si snoda come deve: Fernando si aggira per il centro e torna con un libro di giochi di prestigio. Essendo a volte impegnato come Babbo Natale, oltre che come pastore, è sempre utile un po’ di materiale per aggiornamento professionale. Elino e Fabio stazionano nei pressi del Caffà©. Andrea prende tempo e invita qualche avventore incuriosito dai volantini a ripassare pi๠tardi.

I poeti si salutano. In senso orario da sinistra, Elino, Giuliano, Fernando, Nicolino
I poeti si salutano. Da sinistra: Elino, Giuliano, Fernando, Nicolino

Infine, arriva Nicolino, che come tutte le rockstar che si rispettino è accompagnato da un autista, Giuliano da Follonica, grandissimo passionista di ottava rima. Diteci voi la causa del ritardo tra almeno una di queste tre:

      1. Nicolino è un poeta-rockstar viziato, che per vezzo arriva sempre con un’ora di ritardo
      2. Nicolino lavora in campagna, e siccome nel pomeriggio c’è stato uno scroscio dalle sue parti ha dovuto tardare per finire il lavoro
      3. Nicolino è un gran chiacchierone (o qualcuno direbbe oggi storyteller) e dopo aver parcheggiato a 100 metri dal Caffà© Ricasoli, mentre camminava per raggiungere la sede dell’evento, ha incontrato una vecchia conoscenza e si è fermato un quarto d’ora a salutarlo.

Comunque: ci siamo. Alle 19.40 circa, comincia la performance. Trattandosi di temi improvvisati, la scaletta è necessariamente ricostruita a posteriori,

      • Rima di saluto (Elino Rossi, Fernando Tizzi, Nicolino Grassi)
      • Intermezzo di Fabio Antonelli con spiegazioni sull’ottava rima
      • Presentazione del Festival di Pomonte (improvvisazioni, corsi di rima e convegno, dall’11 al 15 giugno)
      • Contrasto: E’ meglio il vino bianco o il vino rosso? (Elino Rossi e Nicolino Grassi)
      • Intermezzo di Nicolino
      • Contrasto: Sono meglio le bionde o le more? (Nicolino Grassi e Fernando Tizzi)
      • Intermezzo di Fabio Antonelli, con recita di composizione autografa
      • Rima di commiato, con l’arrivederci a Pomonte

Verso le 20.45 ognuno riparte per le rispettive residenze, con una giornata che comincerà  presto la mattina dopo, date le rispettive occupazioni.

Sotto, alcune fasi salienti della serata.Molto interessanti anche le discussioni nel backstage (che in questo caso coincideva con lo stage), da cui sono emerse parentele, affinità  e altre vicende non documentate.

E le registrazioni dei contrasti in rima? Ci sono pure quelle, ma vanno riascoltate e montate prima di poterle condividere. Nel frattempo: appuntamento a Pomonte per chi ci potrà  essere, dall’11 al 15 giugno, ricordando per per i corsi di rima non è necessario seguire tutte e tre le giornate e che l’iscrizione è gratuita.

E grazie, come per le altre occasioni, al Caffé Ricasoli.

E' meglio il vino bianco (Elino Rossi) o il vino Rosso (Nicolino Grassi)
E’ meglio il vino bianco (Elino Rossi) o il vino Rosso (Nicolino Grassi)

A negozi chiusi il pubblico si sparpaglia, ma segue attento
A negozi chiusi il pubblico si sparpaglia, ma segue attento

Nicolino Grassi con Michela e Gigi
Nicolino Grassi con Michela e Gigi

Fernando Tizzi con Michela
Fernando Tizzi con Michela