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Quiz per entomologi e aracnofili (EPOD n° 2531)

Sean Connerie passava in un caldo pomeriggio di novembre dalle parti di Pomonte (GR), ai margini di una delle zone più buie nel territorio del G7, e notava sulla parete di bianco pittata di una delle aziende partecipanti dalla campagna “Olive Oil 4 Food” dei “punti neri con delle piccole ramificazioni“. Incuriosito, si avvicinava, e notava che i punti neri erano in effetti dei ragni, che stavano a godersi l’ultimo tepore prima dei freddi invernali:

Un ingrandimento (dati i telefoni dei poveri usati da Sean Connerie, si arriva dove si può con la qualità dello zoom)

Chiediamo a questo punto a entomologi e aracnofili in ascolto se ci sanno dire il nome scientifico della specie di ragno “eliofilo”. Possono scrivere a micalosapevo@pibinko.org oppure al 3317539228. Possiamo inviare ingrandimenti (che saranno sempre più sfocati) ai tecnici interessati.

Ringraziamo chi nei giorni scorsi ha provato a rispondere al quiz su quale potesse essere la porzione di cielo della “BuioMetria Partecipativa Picture of the Day” (rivedi articolo) ottenuta con due passaggi di elaborazione dell’immagine:

  • Pietro da Bologna, che non è un esperto, ha proposto “Sirio” e “Dragone”
  • Elisa da Monticiano (SI), che è più tecnica, ha suggerito “orsa minore al centro, e a dx cefeo e cassiopea”. … invece erano ragni che prendevano il sole. Comunque a tutti e due andrà un simpatico cadeau da parte della BuioMetria Partecipativa!
Scorrendo il cursore potete trasformare una foto di ragni su una parete in una porzione di cielo del metà-verso fotografata da una zona con forte inquinamento luminoso.

A risentirci al prossimo POD, e forza Immanuel Kant…il cielo più stellato è quello dentro di noi.

Sigla:

Quiz per astronomi e astrofili (BMPPOD n° 346)

La NASA, con la collaborazione della Michigan State University, da anni mantiene un sito in cui ogni giorno pubblica una foto di cose astronomiche. Il sito si chiama “APOD”, che sta per “Astronomy Picture of the Day”. Il Progetto BuioMetria Partecipativa non pretende di avere lo stesso peso divulgativo, ma nel nostro piccolo (e utilizzando anche le fotografie dal 2008 come veicolo di sensibilizzazione, vedi ad es. il concorso Fra il tramonto e l’alba del 2010 -in cui parteciparono oltre 600 persone da 52 paesi- e le collaborazioni con vari fotografi in notturna) ho piacere di segnalarvi la nostra foto del giorno:

L’immagine è chiaramente di bassa qualità e acquisita in una zona con forte diffusione di inquinamento luminoso dal basso, e quindi non può venire dalla bassa Toscana, dove si trova uno dei cieli più bui d’Italia (cfr. video di TG2 Costume e Società del 2010). Inoltre potrebbe essere stata ripresa con un’ottica tipo fish eye (tipica delle fotocamere CCD all-sky) e poi “spalmata” su un piano. Ci rendiamo conto che è una sfida molto difficile, ma sappiamo che là fuori ci sono esperti che non sono da meno.

Se ci potete dire a che regione celeste si riferisce l’immagine, ci farà piacere intervistarvi nell’ambito delle nostre attività di comunicazione e promozione interdisciplinare del cielo notturno. Per risposte e commenti: bmp@pibinko.org oppure whatsapp 3317539228.

Tizio/a ha letto il tuo articolo…ma per farci che?

Chi di voi non lavora nel mondo della ricerca scientifica potrebbe (senza perdere il sonno la notte) non sapere che esistino vari social network dedicati a ricercatori. In ogni ambito dell’umano commercio a un certo punto c’è qualcuno che lancia un social network dedicato. Una volta c’erano le

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bacheche, poi le BBS (ai tempi dei primi modem e di ITAPAC), e ora i social network.

Con attività di ricerca pubblicata su riviste o atti di convegni prima internazionali e occasionalmente nazionali (italiane e…bulgare!) dal 1993, decisi anni fa di iscrivermi a due di queste reti. Senza particolari aspettative, ma un po’ per vedere l’effetto che poteva fare e un po’ per non “essere da meno” (“…ma come…non hai un profilo su Xercerz?… dai…“).

Fatto questo, e dopo aver dedicato una mezz’oretta a inserire i miei dati e le mie pubblicazioni, si entra nella spirale. In pratica, ricevo una media di un email al giorno in cui mi si dice o che il/la tal ricercatore/trice ha letto uno dei miei articoli, oppure che lo ha citato in un suo lavoro…per sempio:

La domanda sorge spontanea. Bob di Torniella direbbe “Pe’ ffacci che?” (e poi si metterebbe a ridere, fumando sulla soglia del bar).

Tradotto…se un sistema automatico mi dice che “Tizio” ha letto un mio articolo sulla modellazione idrologica del cono di intrusione salina nell’aquifero costieri di Korba, in Tunisia, in realtà non mi ha detto nulla. Sì, l’ha letto…ma l’ha letto tutto o solo le prime dieci righe? E di quello che ha letto, quanto ha compreso? E poi, se a un certo punto non ricevo più queste notifiche cosa vuol dire?…che non leggono più i miei articoli? o magari che ho smesso di fare accademia e faccio cose che stanno applicando le proposte suggerite dai miei studi nel 1993-2002, e quindi non ha più senso farci sopra “ricerca” (in senso accademico) perché si stanno facendo cose pratiche con effetti reali con odori e sbucciature alle ginocchia (e non nel metà-verso)? Non chiederci la parola…

Cosa hanno in comune questi due soggetti tra di loro e con il contenuto di questo articolo? (scrivetelo a micalosapevo@pibinko.org oppure whatsapp 3317539228). Un simpatico omaggio ai primi tre messaggi che arriveranno (con un minimo di senso). Potete scorrere il cursore a destra e sinistra per vedere altri dettagli.

Sul discorso dell’essere citati da altri…si potrebbe aggiungere, ma facciamolo magari in un prossimo articolo. Morale: ben vengano i sistemi che in un modo o nell’altro ti fanno capire che c’è un interesse per il tuo profilo (dire a un ricercatore che qualcuno ha letto un suo articolo è tutto sommato un “like” accademico di primo livello), ma capire davvero se qualcuno capisce quello che scrivi è difficile attraverso le macchine.

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Per altre informazioni: micalosapevo@pibinko.org oppure whatsapp 3317539228 –

Sigla:

Finalmente abbiamo un “arretration” manager!

Era da tempo che con la rete pibinko.org e la Jug Band Colline Metallifere ci si studiava, e finalmente ce l’abbiamo fatta. In questa epoca di innovazione, rigenerazione, ciattgippitì, aaì, startàpp, auimmaue’ ecc. ecc, in cui una delle figure chiave è l’innovation manager, eravamo alla ricerca di una figura da inserire nel nostro organico con il ruolo di “arretration” manager.

Qualcuno che, a fronte di “magnifiche sorti e progressive” su tutta la linea, sia in grado di implementare strategie creative per creare un ambiente di lavoro che non usi troppe tecnologie innovative, o tecnologie troppo costose rispetto al fatturato medio del contesto in cui vengono proposte, fra altre cose. L’arretration manager non solo ci ricorda che esistono vecchie soluzioni per fare le cose con meno aridità, ma lavora anche per riportare i nuovi processi, prodotti e servizi indietro. Il ruolo di un “arretration” manager è definito dalle competenze richieste per gestire il cambiamento all’indietro.

…”se pareba boves” (cit.)

Alcuni esempi di arretration che abbiamo via via proposto:

  • 2000: in sede di riunioni strategiche di parchi scientifici avevamo proposto di togliere per un anno il colore dai monitor di un centro di ricerca, per far lavorare la gente in bianco e nero.
  • 2010: nell’ambito di incontri per l’implementazione di un sistema di gestione documentale a supporto di un programma di bonifiche di 42 siti contaminati di interesse nazionale in uno stato europeo, avevamo proposto di gestire il programma con un paio di giornate a dare pulizia in quattro cartelle e un altro paio di giornate di formazione a tre persone per farle tenere più ordinate in avanti, anziché “investire” (cit. dal responsabile commerciale di allora) almeno 150mila Euro (di cui 100mila solo di licenza per il server in cui caricare i dati)
  • Nel 2011 in una riunione di direttivi di enti di ricerca di due continenti diversi, a fronte della richiesta di proposte su come investire 24 milioni di dollari, si proponeva di tenerne una quota per organizzare delle feste e si indicavano i religiosi come uno dei ruoli nella filiera della ricerca scientifica (trovate qua la presentazione completa: https://www.pibinko.org/considerare-le-persone-nellosservazione-della-terra/)
  • Nel 2012 avevamo già proposto in questo senso il corso di consapevolezza informatica
  • Dal 2008 abbiamo iniziato a diffondere con il progetto della BuioMetria Partecipativa, un uso più consapevole della luce (cfr. “dai figli delle stelle ai fogli nelle stalle” del 29-9 scorso)

ecc. ecc.

Figura molto colorata a caso per rendere l’articolo meno noioso a chi non è abituato a leggere per più di 21 secondi

In tutto questo percorso, che non è neoluddismo ma semplice interesse a fare le cose meglio secondo noi, rimaneva vacante un ruolo: quello del manager! E ora lo abbiamo trovato.

O meglio, ce l’avevamo già, ma non lo sapevamo. Chi meglio di Mauro Tirannosauro, che ha esperienza di consulenza sin dai tempi del Cretaceo, potrebbe aiutarci a gestire i nostri (e magari anche i vostri) processi di “arretration”?

Mauro Tirannosauro durante il progetto della Litologia Partecipativa (marzo-maggio 2020)

Per avere pareri e preventivi per le vostre esigenze di “arretration” potete contattare Mauro Tirannosauro all’indirizzo maurotrex@pibinko.org.

Nota del Traduttore: nel trovare un modo per definire il contrario di “innovation manager” abbiamo ragionato un po’ su come tradurre “arretramento”. Però i termini che abbiamo trovato non ci stavano bene…abbiamo quindi pensato ad “arretration”, che andrà spiegato agli angloleggenti, ma agli italiani ricorderà anche un po’ una canzone che ci piace molto:

L’aria di Tatti 2023

Nell’ambito dei prodotti “bòni speciali” che promuoviamo tramite la rete pibinko.org, ci fa piacere segnalarvi che si è appena conclusa l’ariatura, cioè l’imbarattolamento dell’aria, che da millenni si pratica nelle Colline Metallifere del Metà-verso.

Una delle varietà più pregiate è l’aria di Tatti (GR), che viene confezionata sia in barattoli cilindrici che cubici (cambia leggermente l’aroma). Le due confezioni che vedete sono state acquistare da Reinhard di Graz e Gudrun Luftdorf, due frequentatori storici del territorio.

Per altre informazioni e ordinazioni: micalosapevo@pibinko.org oppure Whatsapp 3317539228

Sciopero dei traduttori della rete pibinko.org

I traduttori che curano la versione inglese dei siti pibinko.org e jugbandcm.it hanno dichiarato uno stato di scioperto permanente a fronte della quantità crescente di contenuti che dovrebbero tradurre, della complessità dei testi, sempre più arzigogolati (quantunque grammaticamente e logicamente corretti), e della quantità di link contenuti negli articoli (che aggiungono complessità alla traduzione).

Fintanto che lo stato di agitazione non sarà interrotto, il pubblico non italo-leggente degli articoli della rete ha quattro opzioni:

(1) usare traduttori automatici

(2) imparare l’italiano

(3) contattare micalosapevo@pibinko.org oppure whatsapp 3317539228 per chiedere chiarimenti specifici

(4) ingaggiare un traduttore esterno alla rete per farsi tradurre i contenuti necessari

Ci scusiamo per il disagio.

Nella foto di testa, due dei traduttori della rete: Homer Bose-Kurzhaar e Giancarlo da Miele, durante la manifestazione a Sopralescarpe, provincia di Metà-verso (MV)

I fattori che determinano la variabilità della luce artificiale durante la notte nelle aree urbane, rurali e in zone remote secondo un sosia di Piero Pelù

Nell’ambito del progetto della BuioMetria Partecipativa, avviato nel febbraio 2008, col tempo abbiamo attivato numerose collaborazioni in tutta la filiera di soggetti che possono essere interessati da un tema ambientale e paesaggistico poco noto come la qualità del cielo notturno.

Per esempio, dal 2013 si lavora con quello che ora viene chiamato Istituto per la Bioeconomia del CNR, sede di Firenze, in particolare con Luciano Massetti, aretino trasferito dalle parti del Ponte Vecchio con una vaga somiglianza con Piero Pelù.

Quello che assomiglia più di tutti a Piero Pelù in questa foto scattata all’Osservatorio Ximeniano di Firenze è Luciano Massetti (vedi articolo di approfondimento). Alla sua sinistra Andrea Giacomelli con la barba e intorno vari rappresentato di ARPA regionali, università e società civile. Ci mancava giusto il Bucci (cit.).

Un paio di anni fa Luciano et al. hanno pubblicato sul Journal of Quantitative Spectroscopy & Radiative Transfer un articolo che presenta una rete di monitoraggio della qualità del cielo notturno, e quindi dell’inquinamento luminoso, con varie stazioni dislocate in Toscana e attiva da anni, in particolare con un sensore installato sull’isola di Montecristo. Ricordiamo anche che l’Isola di Montecristo ha una forte affinità con il Castello del Belagaio in Val di Farma (spiegheremo meglio il perché in una delle prossime puntate).

Sotto vi diamo la traduzione in italiano della presentazione dell’articolo di Massetti et al.. Trovate l’articolo completo a questo link: https://doi.org/10.1016/j.jqsrt.2020.107250

L’ubicazione dei sensori facenti parte della rete di monitoraggio del CNR IBE. Attualmente ve ne sono sei (uno è stato installato dopo la pubblicazione dell’articolo, nel Parco Regionale della Maremma). Gli altri sono a Sesto Fiorentino, Livono, Parco di San Rossore, e Isola di Montecristo.

RIASSUNTO

L’inquinamento luminoso generato dall’uso eccessivo di luce artificiale durante la notte costituisce una preoccupazione dal punto di vista ambientale ed ecologico. La luce artificiale di notte si diffonde lontano dalle sorgenti, per lunghe distanze disperdendosi nell’ambiente
atmosfera (skyglow), influenzando così il cielo notturno e la biodiversità delle aree rurali e naturali. La caratterizzazione del livello e della variabilità dell’inquinamento luminoso è diventata una questione importante per molte discipline.

Questo studio analizza l’inquinamento luminoso in siti urbani, rurali e remoti in Toscana monitorando la luminosità del cielo notturno (o Night Sky Brightness, in inglese, NSB). I dati sulla luminosità del cielo notturno (NSB) raccolti dal 2016 al 2019 sono stati analizzati per valutare la variabilità annuale e stagionale in ciascun sito e tra siti diversi. È stata analizzata anche la relazione tra la luminosità del cielo notturno, la luce lunare e le condizioni meteorologiche. È stata inoltre eseguita l’analisi dell’andamento nel tempo per
valutare il degradarsi della qualità della misurazione a causa dell’accumulo di sporco sullo
schermo di protezione del sensore.
La NSB in Toscana durante le notti senza luna variava tra 17,3 e 21,8 mpsas (magnitudine per arco-secondo). Il ciclo mensile della luce lunare è il principale fattore di variabilità della luminosità del cielo notturno nel sito remoto (21,8 mpsas in condizioni senza luna).
notti e 18,5 mpsas nelle notti di luna piena) con un leggero ma significativo effetto oscurante durante le giornate piovose (22,3 mpsas). Nei siti urbani, il ciclo del chiaro di luna è quasi completamente mascherato dalle condizioni meteorologiche, come si può vedere dall’analisi della variabilità stagionale, dall’analisi del ciclo lunare mensile e dalle analisi meteorologiche.
La luminosità media del cielo notturno nei giorni di pioggia potrebbe raggiungere 15,4 mpsas (circa 436 volte più luminoso del fondo naturale), un’intensità addirittura superiore alla media della NSB con luna piena nello stesso sito (16,6 mpsas). L’inquinamento luminoso può raggiungere livelli che potrebbero avere effetti sulle specie notturne, e quindi è importante lo studio della variabilità a lungo termine dell’inquinamento luminoso per studi in campo ecologico.

SIGLA!

Il cielo è di tutti? (alias: dai figli delle stelle ai fogli nelle stalle)

Gianni Rodari lo disse, Bobo Rondelli lo cantò, la Jug Band Colline Metallifere lo ricantò, proponendolo come “sigla” del progetto della BuioMetria Partecipativa:

Aprile 2019, Punta Ala (GR)

La poesia di Rodari usa il cielo come “specchio

==========FINE DELLA SOGLIA DI ATTENZIONE MEDIA NEL 2023======

riflesso” della terra…perché il cielo è uno solo se la terra è tutta a pezzetti?…per conflitti, confini, millesimi condominiali, bandiere e banderuole.

Prima di Gianni Rodari, un certo Immanuel Kant, che a dispetto del cognome non pare avesse particolari doti canore, scrisse un altro discorso che tira in ballo il cielo, alla fine di un suo libercolo: “Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me” (…se avete pazienza, leggete anche il resto, in fondo all’articolo)

Un po’ di contesto

Dal 2008 la rete pibinko.org si occupa di tutela e valorizzazione interdisciplinare del cielo notturno (ecco il link al convegno nazionale tenutosi a Ribolla (GR) in cui il progetto fu lanciato).

Si partì con due persone (ed erano abbastanza, come diceva Antonello Venditti) e due sensori -di cui uno in prestito- con l’idea di “far fare” misure di brillanza artificiale del cielo notturno a chiunque tranne gli astronomi e gli astrofili. L’idea era di far aumentare la consapevolezza delle persone sugli effetti dell’abuso di luce artificiale attraverso un’esperienza diretta (NdA: la luce artificiale è essenziale per la qualità della nostra vita, l’abuso di luce artificiale no – vedi articolo).

Varie misure raccolte nell’ambito della BuioMetria Partecipativa, prestando sensori a baristi, bimbi, anziani, accademici di materie diverse da quelle collegate all’inquinamento luminoso ecc. In un treno nel 2009 ci dissero che facevamo un uso poetico di strumenti di misura scientifici.

In oltre 15 anni di attività in questo settore ci siamo impegnati: oltre a dare un contributo reale alla divulgazione della questione, e ad avere proposto nel tempo modi creativi e innovativi (non lo diciamo noi, ma le menzioni e i riconoscimenti che abbiamo ricevuto) per trattare un tema ambientale, coinvolgendo centinaia di persone, arrivando a erogare crediti formativi su una materia improbabile (cfr. questo articolo del 2018 e quest’altro del 2019).

Abbiamo anche creato un indotto socioeconomico reale, una rete di contatti intercontinentali (anche) su questa materia. Altra cosa molto ganza, abbiamo contribuito all’attivazione di progetti di ricerca sul tema luce artificiale notturna da parte di un istituto del CNR e di un dipartimento universitario, i quali prima non lavoravano su questo argomento (vedi articolo del 2017).

Diciamo che nel nostro piccolo di rete pibinko.org, qualcosina abbiamo combinato.

Ha senso tirare un progetto di citizen science avanti per 10 anni?

Con la pandemia l’attività di divulgazione interdisciplinare legata alla BuioMetria Partecipativa necessariamente si arrestò, dato che il fulcro del progetto era una media di un incontro in presenza al mese.

La cosa di per sé non ci impedì di proseguire le nostre iniziative di “citizen engagement” (ovvero di coinvolgimento dei cittadini) anche in modalità di lockdown totale. Andate a rivedere il progetto della Litologia Partecipativa, la cui prima fase si svolse tra il 20 marzo e la metà di maggio 2020…però entravamo forse anche in un momento di “stanca” di prestare sensori e fare clic per avere una misura di inquinamento luminoso che sapevamo già quale fosse da mappe satellitari. E ci si scrisse un testo:

Aprile 2020, citando anche una via di Punta Ala (GR)

Il richiamo della foresta (illuminata male)

Dopo aver dichiarato che dal 2020 in poi sul tema cielo notturno avremmo lavorato solo “a chiamata” e che ci saremmo dedicati più a progetti di infotainment sinestetico, negli scorsi mesi abbiamo però notato due cose.

Anzitutto, segnali di nuovo interesse per il nostro progetto, vedi ad esempio l’evento del 12-8 scorso al Lago dell’Accesa (GR), e altre manifestazioni di interesse. La seconda cosa non è in realtà nuova, ma via via si ripropone in contesti diversi. Nell’onda crescente di situazioni in cui sostenibilità e grande bellezza devono diventare parametri di valutazione della bontà di qualsiasi umano commercio, vediamo il nostro (di tutti) cielo viene invocato a valore supremo e intoccabile.

A volte la cosa viene proposta al pubblico con qualche difetto di impostazione di un discorso, come se dire che il cielo è bello “in quanto tale” potesse evitare di ragionare ai sensi delle normative esistenti sulle valutazioni di incidenza, piuttosto che sulle linee guida consolidate a livello comunitario per l’installazione di impianti di illuminazione in aree protette…tutte storie in cui come BuioMetria Partecipativa abbiamo lavorato in veste di esperti per progetti europei di ricerca (Loss of the Night Network, Stars4all ecc.).

Buiometria & Power Rock…aspettando il terzo festival d’inverno in Val di Farma…ça va sans dire…

Per cui -magari e se vi fa piacere- possiamo anche dare qualche dritta. Anche se passiamo più tempo ai tavoli dei bar di paese o di periferie marginali, suonando chitarre scordate insieme a personaggi che avrebbero impressionato Charles Bukowski, non vuol dire che non si abbiano titoli e referenze per contribuire a scrivere un master plan regionale sull’energia, o essere invitati a dire la nostra sulle politiche europee nel campo della Digital Earth.

Insomma…è come da lontano si sentisse un coro dal pubblico, come quando una band ha finito un concerto, esce dal palco, e tutti continuano a chiedere il bis… a seconda della latitudine (e quanta ragione aveva M.me de Staël) “noi non siamo stanchi…noi non siamo stanchi” “sò-na sò-na sò-na” “we want more we want more” “o-tra o-tra o-tra” ecc. ecc. …in queste settimane ci pare di sentire “bi-emme-pi bi-emme-pi bi-emme-pi” (NdR BMP è la sigla della BuioMetria Partecipativa…scrivere a bmp@pibinko.org se non ci credete)

Prossimamente: programmi per sette sere (in fase di luna nuova)

Ieri ho avuto modo di riparlare con gli altri organizzatori del simposio internazionale Capraia Night Sky nel 2018, e del successivo simposio nazionale all’osservatorio Ximeniano di Firenze su Prospettive operative su protezione e promozione del cielo notturno. Anche loro sono d’accordo che qualcosa si può fare in termini di informazione migliore…e qualcosa si farà.

Alan Sorrenti rilesse a suo modo Kant e altri ricordando che siamo figli delle stelle. Lavorando dal 2007 su attività di divulgazione in zone rurali, proveremo a portare i fogli nelle stalle.

Ma tornando al titolo…Rodari scrisse la sua poesia ai tempi delle prime esplorazioni spaziali. Oggi sappiamo che il cielo non è di tutti. Vediamo cosa si potrà fare rispetto a condividere la legge morale e capire meglio di chi non è il cielo, nei prossimi mesi..

Se siete interessati a partecipare (come esperti, cittadini attivi, enti pubblici o sponsor) scrivete a micalosapevo@pibinko.org oppure whatsapp 3317539228.

….diceva Kant delle cielo stellato e della legge morale: Queste due cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente supporle come se fossero avvolte nell’oscurità, o fossero nel trascendente fuori del mio orizzonte; io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza. La prima comincia dal posto che io occupo nel mondo sensibile esterno, ed estende la connessione in cui mi trovo a una grandezza interminabile, con mondi e mondi, e sistemi di sistemi; e poi ancora ai tempi illimitati del loro movimento periodico, del loro principio e della loro durata. La seconda comincia dal mio io indivisibile, dalla mia personalità, e mi rappresenta in un mondo che ha la vera infinitezza, ma che solo l’intelletto può penetrare, e con cui (ma perciò anche in pari tempo con tutti quei mondi visibili) io mi riconosco in una connessione non, come là, semplicemente accidentale, ma universale e necessaria

Il primo spettacolo di una quantità innumerevole di mondi annulla affatto la mia importanza di creatura animale che deve restituire al pianeta (un semplice punto nell’Universo) la materia della quale si formò, dopo essere stata provvista per breve tempo (e non si sa come) della forza vitale. Il secondo, invece, eleva infinitamente il mio valore, come [valore] di una intelligenza, mediante la mia personalità in cui la legge morale mi manifesta una vita indipendente dall’animalità e anche dall’intero mondo sensibile, almeno per quanto si può riferire dalla determinazione conforme ai fini della mia esistenza mediante questa legge: la quale determinazione non è ristretta alle condizioni e ai limiti di questa vita, ma si estende all’infinito.

Foto di testa: Abbazia di San Galgano by night, con inquinamento luminoso facilmente eliminabile di Federico Giussani (per scoprire come eliminarlo e risparmiare energia senza pregiudicare gli aspetti estetici del sito: bmp@pibinko.org

“CIRCOLARE a Scansano” (16-9-23): com’è andata? Il microresoconto ufficioso

Per un resoconto ufficiale: pagina FB de Le Cudere in Maremma.

Sotto proponiamo alcuni scatti della giornata di pibinko. Erano presenti anche i due reporter ufficiali del progetto CIRCOLARE, per cui siamo curiosi di vedere le immagini di “controcampo” con Jack O’Malley e altri soggetti.

Temi di cui abbiamo preso nota come rete pibinko.org

  • Il prefisso “micro-“
  • sostenibilità ormai ovunque…toccherà proporre la sostenibilità sostenibile
  • vino (data la concomitanza della giornata di degustazioni del Morellino)
  • occasionali complessità di programmazione di eventi di intrattenimento in ecosistemi rurali multi-stakeholder (tema già noto alla rete pibinko.org, si veda per esempio questo articolo del 2019).
  • il TSO non è sempre necessario
  • è possibile intervistare i maiali:

Per altre informazioni ufficiose: micalosapevo@pibinko.org (per quelle ufficiali lecudere@gmail.com)

Per rivedere il resoconto ufficioso dell’evento a Magliano in Toscana (GR) il 19 agosto scorso segui questo link.