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branobag del 24-6-19: Lo sbarco in Normandia

Se con le Aphrodite’s Child ci potevano essere dubbi che Beyoncé Knowles fosse solo una bambolona (ma per chi ce li voleva avere), in questa interpretazione dal vivo, chi aveva dubbi se li dovrà far sparire.

Demetrio Stratos in “gioia e rivoluzione” diceva che “il mio mitra è un contrabbasso che riscalda la tua mente”…se vale l’analogia tra la musica e la guerra, il produttore del concerto di Beyoncé ci propone una versione musicale dello sbarco in Normandia:

  • due batterie
  • due tastiere uguali
  • un numero difficilmente determinabile di coriste, ballerine, e fiati
  • chitara (con una “ere” sola) e basso con look glam-metal, ma mai come Jennifer Batten

trovate inoltre un breve medley con Crazy di Gnarls Barkley, altro grande pezzo soul del terzo millennio.

Vi consiglio infine anche il video originale, con l’intermezzo rap di Jay Z (“Jay-z in the range, Crazy and deranged”) e chiedo a eventuali madrelingua americani che abbiamo almeno 5 anni di residenza passata in qualche sobborgo nero se mi possono aiutare nella traduzione!

buona giornata piovosa!

“Crazy In Love”
(feat. Jay-Z)

Yes! so crazy right now
Most incredibly
It’s your girl, b
It’s your boy, young

History in the makin
part 2
so crazy right now

I look and stare so deep in your eyes
I touch on you more and more every time

When you leave i’m beggin you not to go
Call your name two, three times in a row

Such a funny thing for me to try to explain
How i’m feeling and my pride is the one to blame

Yeah, cause i know i don’t understand
Just how your love can do what no on else can

Got me lookin so crazy right now
Your love’s got me lookin so crazy right now
(your love)
Got me lookin so crazy right now your touch’s
Got me lookin so crazy right now
(your touch)
Got me hoping you page me right now your kiss’s
Got me hoping you save me right now
Lookin so crazy your love’s got me lookin
Got me lookin so crazy your love

When i talk to my friends so quietly
“who he think he is?” look at what you’ve done to me

Tennis shoes don’t even need to buy a new dress
You ain’t there, ain’t nobody else to impress

It’s the way that you know what i thought i knew
It’s the beat that my heart skips when i’m with you

Yeah, but i still don’t understand
Just how your love can do what no one else can

Got me lookin so crazy right now
Your love’s got me lookin so crazy right now
(your love)
Got me lookin so crazy right now your touch’s
Got me lookin so crazy right now
(your touch)
Got me hoping you page me right now your kiss’s
Got me hoping you save me right now
Lookin so crazy your love’s got me lookin
Got me lookin so crazy your love

I’m warmed up now – Let’s go

Young hova
Ya’ll know when the flow is loco
Young b and the r-o-c uh oh
O-G, big homie
The one and only
Stick boney but the pockets are fat like tony

Soprano the roc handle
Like van Exel
I shake phonies man, you can’t get next to
A genuine article, i do not sing tho
I sling though , if anything i bling yo

Star like ringo
War like a green berret
You’re crazy bring your whole set
Jay-z in the range
Crazy and deranged
They can’t figure him out
They’re like ãhey is he insane?ä

Yes sir i’m cut from a different cloth
My texture is the best fur, im chinchilla

I’ve been ill of the chain smokers
How you think i go the name hova
I’ve been reala’
The game’s over

Fall back young ever since
I made you change over to platinum
The game’s been a wrap
One

Got me looking so crazy, my baby
I’m not myself lately
I’m foolish, i don’t do this
I’ve been playing myself
Baby i don’t care
Cuz your love got the best of me
And baby you’re making a fool of me
You got me sprung and i don’t care who sees
Cuz baby you got me so crazy

Got me lookin so crazy right now
Your love’s got me lookin so crazy right now
(your love)
Got me lookin so crazy right now your touch’s
Got me lookin so crazy right now
(your touch)
Got me hoping you page me right now your kiss’s
Got me hoping you save me right now
Lookin so crazy your love’s got me lookin
Got me lookin so crazy your love

branobag del 23/6/19: Corsa a ostacoli

[originale 29/10/12]

Ieri pomeriggio mi trovavo in uno dei cuori della Maremma, in territorio di Scansano, vicino alla via Francigena. E ho scattato una foto.

Maremma…

Ai vigili del fuoco che non vennero a rimuovere l’ostacolo perché non ci fu bisogno di chiamarli, interrogato per spiegare cosa fosse successo dissi. “oh! sarà stato il vento”.

Poi tornai a Scansano, parlai con un pastore e altri elementi in giro quando grandina di domenica pomeriggio col buio (insomma: o gente molto motivata a stare fuori casa, o gente molto motivata a non starci dentro), poi ripresi il mezzo improprio per rientrare a Follonica, e lungo la strada del ritorno pensai:

mezz’ora prima che l’albero si ribaltasse di traverso sulla strada, ero passato in direzione opposta. mi ero fermato 30 metri più avanti, perché c’era una pianta (diciamo con un tronco di diametro 8 cm) che era stata fatta cadere dal vento, ed era un po’ di traverso…poteva disturbare la circolazione…sicuramente a una moto, ma anche a un’auto. Ero sceso dalla macchina, e avevo spostato la pianta caduta a bordo strada, tenendone un pezzetto per ricordo (o “pe’ facci il foco ?”).
mezz’ora dopo quella mezz’ora prima, mi ritrovo nello stesso punto, e il fratello maggiore della pianta di prima mi si era messo di traverso.
Non mi sono preoccupato tanto del fatto che mi sarei potuto trovare con l’auto sotto la pianta mentre cascava (ma nell’inverno 2006-2007 a Milano mi sono trovato a 5 metri da un cartello pubblicitario 6×3 m che il vento aveva staccato dalla sua sede, assieme al telaio metallico in cui si incollano i manifesti)…mi sono preoccupato del fatto che, se quella pianta non fosse stata rimossa, avrei dovuto fare almeno 20 km in più per andare dove dovevo andare, per giunta senza sapere bene la strada.

Comunque, dopo 5 minuti la strada era spianata, e di questo ringrazio il Sig. Rossi. C’è stata poi una coda interessante all’episodio, ma via web non rende bene e quindi la terrei buona per altre forme di manifestazione.

La mia morale su questo episodio è che nella corsa ad ostacoli che corrono tutti i partecipanti alle olimpiadi dell’alzarsi la mattina, lavorare e poi avere giusta soddisfazione alla fine della giornata, se non conosci qualcuno con una motosega nel raggio di 1 km da dove ti trovi in qualsiasi momento, è bene che impari a usarla personalmente (ma di quelle piccine, no quelle grosse, ché ci voglio gli esperti per davvero).

Per la parte musicale del branobag di oggi (il brano, dunque!), un pezzone di Prince rivisitato dagli Eels. L’originale è MOLTO più rock, ma questo non è peggio per il fatto che è più lento, caro Adriano! Si veda anche l‘originale di Prince nella versione “live musical”

Songwriters: NELSON, PRINCE ROGERS
It was only last June when her old man ran away
She couldn’t stop crying ‘cause she knew he was gone 2 stay
It was 10:35 on a lonely friday night
She was standin’ by the bar
Hmm, she was lookin’ alright, yeah
I asked her if she wanted 2 dance
And she said all she wanted was a good man
And wanted 2 know if I thought I was qualified, yeah


And I said, baby don’t waste your time
I know what’s on your mind
I may be qualified 4 a one night stand
But I could never take the place of your man

It hurt me so bad when she told me
with tears in her eyes (tears in her eyes)
He was all she ever had and now she wanted 2 die
He left her with a baby and another one on the way (yeah)
She couldn’t stop cryin’
Cause she knew he was gone 2 stay (yeah)
She asked me if we could be friends
And I said, oh, honey baby that’s a dead end
U know and I know that we wouldn’t be satisfied (no)

And I said, baby don’t waste your time
I know what’s on your mind
U wouldn’t be satisfied with a one night stand
And I could never take the place of your man

Yeah, yeah, the place of your man

brano bag del 22-6-19: la spending review dello spettacolo


Guardate Adriano Celentano quando era Adriano Celentano. Il soprannome di Adriano Celentano era “il molleggiato”. Si capisce no ?

Ascoltate il testo di Adriano Celentano: era ecologista, no ?

Ora: confrontate l’energia (seppure con orchestra in playback) di questa esibizione con quella degli show di Celentano recenti. Per me Celentano quando era Celentano vince su quello che oggi all’anagrafe e alle prove del DNA è Adriano Celentano “dieci figurine a zero” (come diceva uno cagliaritano di cui non ricordo il nome, ma era alto).

E’ quindi ? Deve andare via ? Deve smettere ? Deve farsi sostituire da un discepolo ? no…magari dovrebbe mettersi più in relazione col mondo di oggi, e valutare se le risorse che servono per sostenere una sua esibizione oggi sono “sostenibili, inclusive e intelligenti” (riprendo lo “smart, inclusive and sustainable” che è da un paio di anni il motto dell’Unione Europea nelle politiche per lo sviluppo). E, una volta valutato, agire di conseguenza.

Aggiungo sotto altri pareri esimii (mi manca la i con accento circonflesso).

Solo me ne sto alla finestra
oggi è un giorno in bianco e nero, pioverà!
Cerco malinconico nel tempo
qualche sogno che ho fatto già… anni fa!

Il gelo ha disegnato sopra i vetri fiori blu
e c’è una nuvoletta che discende di lassù.
Si apre in due metà qui di fronte a me!

Quanti belli colori in quella nuvola
e quanta gente allegra…
sopra un leone c’è
un bimbo che invita anche me

a cavalcare tutti gli animali
che san parlare come noi
e ridendo han ragione di pensare
che le bestie siamo noi!

Là nei prati azzurri galoppando
sui cavalli bianchi e neri, giocherò.
Sulle grandi ali colorate
di bellissime farfalle, volerò.

Seguendo le formiche
in fila indiana marcerò,
poi ruberò il violino alla cicala e suonerò
e chi mi ascolterà canterà con me!

Quanti belli colori in quella nuvola
e quanta gente allegra…
sopra un leone c’è

un bimbo che invita anche me
a cavalcare tutti gli animali
che san parlare come noi
e ridendo han ragione di pensare
che le bestie siamo noi!

brano bag del 21/6/19: Messico o nuvole ?/Down in Mexico

prima edizione 26/10/2012

Oggi qui ci sono le nuvole. Parlando invece di messico, volevo invitarvi a confrontare la visione “jannacciana” (fa strano scriverlo, ma si scrive così) espressa in “Messico e Nuvole”, con la visione del Messico offerta dai Coasters.

I Coasters erano più noti a me per brani come “Along came Joe”, o “Charlie Brown”. Non so se “Down in Mexico” sia stata scritta prima o dopo, ma sicuramente è diversa.

E Quentin Tarantino la rende come solo pochi registi viventi e senzienti saprebbero fare (e gli altri che lo sanno più o meno fare penso che abbiano tutti imparato da lui). Quentin Tarantino è fondamentalmente un documentarista e un rievocatore di epoche. A volte si perde un poco, ma a chi non capita? L’importante è ritrovarsi!

…tanto per non crogiolarsi troppo sulle atmosfere musical-intelletual-velaspiegoio di Bennato:

Songwriters: LEIBER, JERRY / STOLLER, MIKE

Down in Mexicali
There’s a crazy little place that I know
Where the drinks are hotter than the chili sauce
And the boss is a cat named Joe

He wears a red bandana, plays a blue pianna [this is the way he pronounces
It; to rhyme with “bandana”]
In a honky-tonk, down in Mexico
He wears a purple sash, and a black moustache
In a honky-tonk, down in Mexico

Well, the first time that I saw him
He was sittin’ on a piano stool
I said “Tell me dad, when does the fun begin?”
He just winked his eye and said “Man, be cool.”

He wears a red bandana, plays a cool pianna
In a honky-tonk, down in Mexico
He wears a purple sash, and a black moustache
In a honky-tonk, down in Mexico

in mexico

All of a sudden in walks this chick

in mexico

Joe starts playing on a Latin kick

in mexico

Around her waist she wore three fishnets

in mexico

She started dancin’ with the castanets

in mexico

I didn’t know just what to expect

in mexico

She threw her arms around my neck

in mexico

We started dancin’ all around the floor

in mexico

And then she did a dance I never saw before.

So if you’re south of the border
I mean down in Mexico
And you wanna get straight,
Man, don’t hesitate
Just look up a cat named Joe.

He wears a red bandana, plays a cool pianna
In a honky-tonk, down in Mexico
He wears a purple sash, and a black moustache
In a honky-tonk, down in Mexico

[Spoken by Carl Gardner:]
Yeah, como est usted senorita
Come with me to the border, south of the border, that is
In Mexico, yeah in Mexico
You can get your kicks in Mexico
Come with me baby, come with me, come with me, crazy, yeah

branobag del 20/6/19: Giornate, Festival, e tutto il resto del tempo – Feste di Piazza

prima edizione 25/10/2012

[il brano bag di ieri, era piaciuto un sacco a Teresa da Gavorrano (che ha commentato con un “wow” detto con accento vèneto), e a Guido di Livorno (che ha detto che gli sono piaciute le facce dei musicisti)…vi dicevo che era il miglior pezzo del 2012!]

Nella scorsa decina di anni chi ha avuto occhio per intendere potrebbe aver notato una graduale deriva (un’altra…yet another, una màs).

La deriva è quella della diluizione della celebrazione.

I romani dicevano “semel in anno insanire licet”…una volta all’anno, no due, si poteva fare qualcosa di molto diverso, che non c’entrava niente con il resto. E poi lo chiamarono carnevale.

Non ho avuto modo per ora di fare una rassegna esaustiva della percentuale di tempo dedicato a celebrazioni dai vari popoli (anche se ho sentito parlare bene del Nordeste brasiliano), mentre ho avuto più modo di fare caso all’andamento di fenomeni quali le giornate nazionali e i festival.

Non vale cercare su internet tramite noti motori di ricerca: se fate l’esercizio per un mese di tenere l’occhio alle “giornate nazionali” e ai “festival”, vedrete che ce ne sono un sacco. Non quante le sagre nel centro Italia d’estate, ma parecchie.

La giornata nazionale dell’aquilone, quella della distrofia muscolare, quella della pace, quella della non belligerazna, quella del sorrito, addirittura quella dell’inquinamento luminoso!

Ma se andate poi a vedere l’effettivo carattere di “nazionalità” di una giornata nazionale ? Ci sono tante, tantissime iniziative degne e importanti, e poi ci sono diverse giornate che sono nazionali nella testa di chi le concepisce, ma poi nella portata reale sono feste da oratorio che poi magari piove, si deve annullare la partita, e si ripiega sul biliardino.

I festival, poi hanno avuto una vera e propria escalation negli ultimi 2-3 anni. Una volta c’era Sanremo e Castrocaro. Poco fa ho sentito alla radio che a Genova si inaugura il festival dell’immaginazione. Io sapevo che c’era il festival della scienza.
Perplesso dalla sovrapposizione di due eventi di questo tipo, sono andato a controllare (grazie, Tim Berners-Lee!) e ho visto che in effetti c’è solo il festival della scienza, che però viene presentato da alcuni lanci di stampa come “festival dell’immaginazione” nel titolo.

Morale: se oltre alla proliferazione dei festival reali ci si aggiunge anche la confusione mediatica, siamo a posto! Se l’idea di una giornata nazionale o di un festival è quella di creare attenzione su un problema, o su un’opportunità, o su una risorsa dimenticata…se ce n’è quattro all’anno, si capisce cosa è “importante”. Se ce n’è uno alla settimana, almeno, il rapporto segnale/rumore, come lo chiamano gli ingegneri elettronici o quelli ambientali che hanno sentito usare questa espressione, diminuisce…ed è più facile perdere il valore di un messaggio o di un’iniziativa.
Nessuno si sarà fatto male se ciò accade, ma magari è un’altra occasione persa per cambiare un pezzettino di qualcosa (o te che ti guardi allo specchio la mattina).

Chi non ci avrà mai rimesso, sono quelli che curano il catering e i servizi (e buon per loro, non dico di non farlo!), ma insomma: prima di organizzare una giornata nazionale, pensateci bene! E prima di organizzare un festival, badate di aver organizzato almeno qualche giornata nazionale!

Parlando di feste, questo bel pezzone di Edoardo Bennato “quando era Edoardo Bennato” ci spiega varie cose. Musicalmente, più che una canzone, è una nenia, ma si lascia ascoltare. Se ci levi l’assolone finale potrebbe anche funzionare come ninna nanna.

Feste di piazza
Le carte colorate
Gli sguardi sempre ben disposti
A dolci ed aranciate

I capi in testa
Con i distintivi sfavillanti
Si sbracciano come dannati
Solo per sentirsi piu’ importanti

Sale sul palco
Il numero 24 dalla lista
Che per far pressa sulla folla
Continua a ripetere
E’ ora di finirla adesso basta!

Tutti d’accordo
E si puo’ andare avanti
E come previsto dal programma
Arrivano i cantanti

Adesso e’ il turno
Di quello un po’ introverso
Che mentre si esibisce stancamente
Pensa che e’ solo tempo perso

E tutto a un tratto
Arriva l’attrazione
La gente applaude nervosamente
Per mascherare un po’ di delusione

Tutto e’ finito
Si smonta il palco in fretta
Perche’ anche l’ultimo degli addetti ai lavori
Ci ha a casa qualcuno che l’aspetta

Restano sparsi
Disordinatamente
I vuoti a perdere mentali
Abbandonati dalla gente
Dalla gente
Abbandonati dalla gente

Brano bag del 19/6/19: il mito della “reinmusicazione”

[originale del 24/10/2012]

I Dexy’s Midnight Runners sono un gruppo irlandese, non famoso come i Pogues, ma riconoscibile nella combinazione di fiati, fisarmonica e uso non troppo smodato di urletti.

Se conoscete i Dexy’s Midnight Runners è probabilmente perché avete ballato almeno una volta sui tavoli il loro principale successo, dal titolo “Come on, Eileen” (trad: “Eileen, e ddatte ‘na mossa”)

Da qualche mese si sentivo spesso alla radio una canzoncina che mi ricordava nemmeno troppo alla lontana questo gruppo e continuavo a dirmi: vedi, ci sono gruppi che sono la “reinmusicazione” (analoga alla reincarnazione) di altri gruppi. Suonano come se fossero quelli, ma venti anni dopo, all’eta che aveva quell’altro gruppo quando suonava. Nota bene: per “suonare allo stesso modo” non intendo necessariamente cover e suoni copiati…vedi ad esempio Janis Joplin e Björk.

Ieri poi, tra un milk shake scambiato per sbaglio (ma buono! e poi restituito) e una barista sotto pressione ma infine probabilmente simpatica, passava il video di questo nuovo brano che assomiglia ai Dexy’s Midnight Runners. E’ un video un po’ surreale, anche migliorabile tecnicamente e per me un po’ didascalico, ma infine mi ha fatto decidere di voler cercare una performance di questo gruppo. Se già dalla radio mi parevano “tanta roba”, avendoli visti, sono convinto (“I’m a believer”).

Of Monsters and men

Lyrics to Little Talks :
Hey! Hey! Hey!

I don’t like walking around this old and empty house.
So hold my hand, I’ll walk with you my dear

The stairs creak as I sleep,
it’s keeping me awake
It’s the house telling you to close your eyes

Some days I can’t even dress myself.
It’s killing me to see you this way.

‘Cause though the truth may vary
this ship will carry our bodies safe to shore.

Hey! Hey! Hey!

There’s an old voice in my head
that’s holding me back
Well tell her that I miss our little talks.

Soon it will all be over, buried with our past
We used to play outside when we were young
and full of life and full of love.

Some days I feel like I’m wrong when I am right.
Your mind is playing tricks on you my dear.

‘Cause though the truth may vary
This ship will carry our bodies safe to shore

Hey!
Don’t listen to a word I say
Hey!
The screams all sound the same.
Hey!

Though the truth may vary
this ship will carry our bodies safe to shore

You’re gone, gone, gone away,
I watched you disappear.
All that’s left is a ghost of you.
Now we’re torn, torn, torn apart,
there’s nothing we can do,
Just let me go, we’ll meet again soon.

Now wait, wait, wait for me, please hang around
I’ll see you when I fall asleep.

Hey!
Don’t listen to a word I say
Hey!
The screams all sound the same.
Hey!

Though the truth may vary
this ship will carry our bodies safe to shore

Hey!
Don’t listen to a word I say
Hey!
The screams all sound the same.
Hey!

Though the truth may vary
this ship will carry our bodies safe to shore (x3)

(Thanks to urmull, jenifreckles and omnifunk for correcting these lyrics)

brano bag del 18/6/19: 1+1 = 3

Oggi saluto in particolare Grazia che va in piscina, con cui mi devo scusare per alcuni problemi tecnici di trasmissione nello scorso paio di giorni.

Ma poi..cosa succede quando due *grandi* *professionisti* *collaborano* ? Per esempio, questo:

Per oggi…tutto qua…godetevi le performance! I-N-T-R-A-T-T-E-N-I-M-E-N-T-O!!! ….Crazy in love + schitarramenti su telecaster… non cose da tutti i giorni…!!! Let’s go crazy con chiusura di wah-wah!!! Non irriproducibile, ma molto molto fatto bene. “un bel lavoro”, come direbbe Andrea del bar.

brano bag del 17-6-19: Roma, Arona, o Verona ?

prima edizione: 19/10/2012

Da piccino, uno dei modi di dire che mi avevano insegnato era “Chi va a Roma perde il posto e la poltrona”.

Una mattina (tipo: oggi) mi son svegliato e mi sono accorto di due cose

uno: non c’è la rima. di questo in effetti mi ero già accorto circa 40 anni fa. e che si chiama assonanza non troppo dopo.
però una mattina (tipo: oggi) ho pensato che si potrebbe dire “chi va ad Arona perde il posto e la poltrona”

due: dalle parti mie, chi va a Roma in genere il posto lo ha perso o sta per (vedi manifestazioni sindacali) e se c’è di mezzo la
poltrona è perché la va a prendere. Mentre chi va ad Arona in genere va a fare una innocente gita al lago.

poi me ne sono chiesta una terza: dove sarà nato questo modo di dire ?

d’istinto avrei detto: sicuramente non a Roma. poi ho pensato che in effetti qualsiasi romano potrebbe aver coniato la frase, come osservazione sui tanti pellegrini che da sempre a vario titolo affollano la città.

E quindi ? ci siamo svegliati con la necessità di un quarto d’ora di distrazione coi giochi di parole ? No: si va a Roma!

Lasciando a trasmissioni fanta-filologiche il resto del bag, a Roma oggi pomeriggio confido di trovare argomenti per migliorare il posto che ho già, e penso che il fatto di assentarmi per due giorni dalla poltrona attuale, se per caso qualcuno ne occupa un pezzetto (ma mi lascia almeno un bracciale per sedermici di traverso al ritorno), va benissimo. oppure mi accorgo che al ritorno posso occupare un divano…magari di quelli fatti a “L” (uno dei pochi sogni che ho in campo di arredamento).

chi, poi, fosse andato a Verona (altro posto in -ona) il 16 settembre 2006, a prescindere da posti e poltrone, con una settantina di euro avrà potuto ascoltare la seguente canzone, che in modo metodico, anche se non compulsivo, metto dal 1993.

in effetti per apprezzare veramente questa canzone bisogna ascoltarla dove è nata, cioè come brano conclusivo dell’album “Ten”. Se la ascoltate in quel contesto, la capirete ancora meglio, perché avrete sentito che cosa è capitato a Eddie (o a qualcuono che lui ha conosciuto), in cui succede un po’ di tutto, e poco di sereno. Allora la canzone ha veramente senso.

I see the world | vedo il mondo
Feel the chill | sento il brivido
Which way to go | da che parte andare
Windowsill | davanzale
I see the words | vedo le parole
On a rocking horse of time | sul cavallo a dondolo del tempo
I see the birds in the rain | vedo gli uccelli nella pioggia

Oh dear dad | caro babbo
Can you see me now | mi puoi vedere ora ?
I am myself | io sono me stesso
Like you somehow | come te, in un certo qual modo
I’ll ride the wave | cavalcherò l’onda
Where it takes me | là dove mi porterà
I’ll hold the pain | tratterrò il dolore
Release me | liberami

Oh dear dad | caro babbo
Can you see me now | mi puoi vedere ora ?
I am myself | io so me stesso
Like you somehow | come te, in un certo qual modo
I’ll wait up in the dark | aspetterò alzato, al buio
For you to speak to me | perché tu mi parli
I’ll open up | mi aprirò
Release me | liberami…
Release me
Release me
Release me

Brano bag del 15-6-2019: Legge chi pirla (lampi di genio nazional-popolare) – Figlio di Puttana

[originale del 18/10/12]

[questo brano bag è vietato ai minori di un numero di anni tale da voler prendere atto di alcune cose serie accadute tra la metà degli anni 1960 e la metà degli anni 1980 almeno a un terzo della popolazione italiana


Premetto e prometto che la settimana prossima, diciamo dal 25 ottobre, i branobag rientreranno su un registro più soft, ma in questi giorni escono così]

Coda al brano bag di ieri: nel “pirla chi legge”, “legge” si poteva intendere sia come verbo che come sostantivo…era per dire che secondo parecchi, chi vede la legge come un riferimento utile viene considerato pirla, alias, in lombard, scemo, perditempo, inconcludente.

Oggi: Applicando il “plugin” inversione fraseologica (copyleft di Andrea Giacomelli aka pibinko 2012), si ottiene “lègge chi pirla”…ovvero che chi dedica tempo alla lettura, sempre secondo quei parecchi di cui sopra, è scemo, perditempo, inconcludente.

Cari parecchi, continuate a non leggere e a ignorare il valore di una legge. Tanto -se non leggete- non leggerete nemmeno questa pagina….e poi, se siete parecchi, non siete tutti.

Il brano: Nel filone delle canzoni dedicati ai “fiodéna” come dicono arroma, questa è secondo il parere del critico Giancarlo da Miele una delle migliori.

Cito dal suo testo di riferimento, ovvero “Se le note non fossero state sette ma sei, ci sarebbe stato il 15% di musica in meno e al posto dei 45 giri avrebbero fatto i 39 giri..”. Dice il da Miele “Con Figlio di puttana gli Zen Circus rileggono l’omonimo brano degli Stadio, spostando il punto di vista dall’effetto alla causa. Passano dalla pagina di cronaca e fiction alla pagina di sociologia, ma soprattutto passano dagli anni ’80 al post-grunge innervato di nevrosi, malcelate da baffi troppo poco folti e tenuti per troppo poco tempo per essere credibili.“.

A voi l’ardua sentenza:

…e tutti che cantano contenti in coro! In quella sala ci devono essere almeno quaranta persone che dovrebbero mettersi a correre urlando in mezzo alla strada, o scappare e rinchiudersi in cantina per mezza giornata, e invece sono lì a partecipare…potere della musica!

Lyrics to Figlio Di Puttana :
Nella testa di mio padre ci sta come un temporale
pochi lampi di genio nazional popolare
ci sta un canto di sirena tipo un suono sempre uguale
niente a vedere con la musica piuttosto col volare
oh! oh! oh! oh! oh! mamma…

nella testa di mio padre ci sta come un grande fuoco
non mi cagava molto però a me fregava poco
io cantavo a squarciagola già nel cortile della scuola
lui andava a lavorare, a faticare a guadagnare
oh! oh! oh! oh! oh! mamma…

mia madre è strana mi dà del figlio di puttana
e fra un MS e l’altra se nè andata la mia infanzia
nella testa di mio padre il tempo ha preso quel che ha dato
così lui ricorda solo d’esser stato innamorato
e all’amore ha dato un peso un nome un volto ed un colore
nero come l’avvenire oscuro come un’avvocato
oh! oh! oh! oh! oh! mamma…

mia madre è strana mi da del figlio di puttana
e fra un ms e l’altra se nè andata la mia infanzia

pirla chi legge (branobag del 14/6/19)

[NdA: chi vive a Milano o dintorni vedrà spesso queste scritte sui muri, sui corrimano delle metropolitane, o in qualche banco di scuola…per gli altri: dovrete andare a Milano o dintorni per fare questa esperienza]

oggi -dopo aver scritto il pensiero del giorno, ho deciso di invertire l’ordine tra musica e commenti, perché mi rendo conto che il
commento è uscito troppo lungo per come vi conosco. E però non mi sento di cancellarlo, né tradurlo in fiction, né altro.

nel brano troverete una cover di Goodbye Blue Sky dei Pink Floyd, con un breve prologo che sentii per la prima volta in auto con Giulio, Lucio e Graziana (era il 30 dicembre 2007 mi pare), e in questo periodo emerge attuale come non mai.
A chi non sarà dispiaciuta la versione live, consiglio anche quella del video ufficiale, che come impatto visivo è notevole.

Toxicity lyrics
Songwriters: Tankian, Serj; Malakian, Daron; Odadjian, Shavarsh; Dolmayan, John;

Conversion software version seven.0
Looking at life through the eyes of a tired hub
Eating seeds as a pastime activity
The toxicity of our city, of our city

Now, what do you own the world?
How do you own disorder, disorder?
Now somewhere between the sacred silence
Sacred silence and sleep
Somewhere, between the sacred silence and sleep
Disorder, disorder, disorder

More wood for the fires, loud neighbors
Flashlight reveries caught in the headlights of a truck
Eating seeds as a pastime activity
The toxicity of our city, of our city

Now, what do you own the world?
How do you own disorder, disorder?
Now somewhere between the sacred silence
Sacred silence and sleep
Somewhere between the sacred silence and sleep
Disorder, disorder, disorder

Now, what do you own the world?
How do you own disorder, disorder?
Now somewhere between the sacred silence
Sacred silence and sleep
Somewhere between the sacred silence and sleep
Disorder, disorder, disorder

When I became the sun
I shone life into the man’s hearts
When I became the sun
I shone life into the man’s hearts

© DDEVIL MUSIC; SONY/ATV TUNES LLC;

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ieri, confrontandomi con un amico su valutazioni relative ai metodi possibili per raggiungere un obiettivo, siamo arrivati a un
certo punto a una divergenza.

non è la prima volta che ci capita di arrivare a delle divergenze, in anni di frequentazione…ci si vede da quando siamo poco più
che trentenni. Vedo poi che le frequentazioni continuano volentieri, per cui direi che le divergenze si appianano anche con le cose, oppure qualcuna la teniamo da parte per ragionarne meglio alla prima occasione adeguata.

in pratica: secondo questo mio amico, ci sono persone che per raggiungere un obiettivo di cui sono convinti (o persuasi ?) sono
disposti a usare metodi egoistici, prevaricanti e non rispettosi del prossimo.

secondo me, se c’è un obiettivo di cui si è convinti (ma non persuasi), e si arriva a doverlo perseguire usando quel tipo di
metodi, forse l’obiettivo è sbagliato, e spesse volte si possono raggiungere obiettivi importanti senza dover “giustificare ogni mezzo” e senza dover far perdere rispetto alle persone (e quindi senza perderlo).

provo a dare un poco più di contesto: se l’obiettivo fosse “voglio guadagnare cinquecentomila euro nei prossimi cinque anni”
(obiettivo rispettabile per qualsiasi professionista con esperienza pluriennale in settori come ingegneria, geologia, architettura,
medicina ecc che debba sostenere una famiglia e che cerchi di valorizzare l’investimento della famiglia che lo ha aiutato a laurearsi).

se arrivate dopo 6 mesi e non avere ancora “alzato” 20000 euro, che fate ? se arrivate dopo un anno e siete a 75000 ?
…potreste cominciare a fare un doppio lavoro, o potreste lavorare il doppio nella stessa sede (se avete diritto a straordinari o
premi di produzione). potreste partecipare a un concorso con premi in denaro, potreste provare coi gratta e vinci, potreste
contattare ambienti contigui con lo spaccio di sostanze stupefacenti, o di sigarette…insomma: ci sarà un punto in cui arriverete
a dire “il fine giustifica il mezzo”? Se c’è un obiettivo “materiale”, “economico”, non sarà strano.
(oppure potreste anche capire che 100000 euro all’anno non vi servono per stare bene, ma questo è un altro brano bag).

Se invece l’obiettivo fosse una cosa “alta”, una grande causa…tipo…risolvere la fame nel mondo, o garantire lo sviluppo
sostenibile delle generazioni successive, o contribuire a mantenere la memoria storica della civiltà rurale… come vi sentireste
se dopo 10 anni che provate a perseguire una tale causa dovrete ricorrere a mezzi tipo: sfruttare il lavoro e l’intelligenza di
altri per avere voi maggiore visibilità, o chiedere tempo volontario per far svolgere attività che a voi saranno retribuite (in
denaro o altre forme di contropartita), e ai vostri collaboratori volontari no ?

Vi sentireste di aver seguito una linea nel perseguire quella causa, o non sarà che realizzerete che la linea è cambiata ?

E se è cambiata, perché non prenderne atto e spiegarlo anche a quelli che nei 10 anni scorsi vi hanno sostenuto e ora
inconsapevolmente vi stanno dietro ?

a domani (e grazie a quell’amico con cui si parla delle divergenze)