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boscoriserva n° 7 del 4/7/19: male maniere

Carlos Santana è l’unico presente a Boscoriserva che ho avuto modo di veder suonare dal vivo. Era a Milano, non ricordo l’anno, ma mi ricordo che ero stato morso dal mio cane pochi giorni prima, per cui avevo un punto di sutura a una mano e non potevo applaudire. Per inciso: se “cane morde uomo” non è una notizia ma “uomo morde cane” sì, anche “cane morde padrone” può dare da pensare…

La cosa che non potrò scordare del concerto furono i primi cinque secondi. Gli artisti (una decina) arrivano sul palco. Prendono posizione ai rispettivi strumenti. I percussionisti si sgranchiscono le mani. Carlos guarda il tastierista. Il fonico dice “via” col pollice recto.

Poi comincia il count-down (o count-up) 1…2…3…4…

Nel primo secondo di musica il pubblico è stato investito da un’onda di pressione sonora che non avevo mai percepito prima: erano le percussioni. Per descrivere la cosa mi viene in mente -anche se non ho mai provato perchĂ© dicono sia pericoloso- lo spostamento d’aria quando un treno ad alta velocitĂ  esce da una galleria. Una cosa simile, anche se di magnitudine decisamente piĂą bassa, mi è ricapitata anni dopo con Carlinhos Brown. Ma qua si esula dal contesto bosco riserva, e magari si andrĂ  ad approfondire in altra occasione.

Male Maniere è uno dei pezzi brevi di Santana, che in genere si lascia trasportare sui tempi lunghi, complici gli assoli con note dal sustain infinito e facilmente riconoscibili: i veri chitarrofili rock sanno riconoscere almeno 10 chitarristi a partire da una nota sola, massimo due, e Carlos Santana è per me uno di questi.

You’ve got to change your evil ways… baby | e bisogna tu cambi le tue maniere moleste, bimba
Before I stop loving you. | prima che smetta di volerti bene
You’ve go to change… baby | bisogna tu cambi
And every word that I say, it’s true. | ed è vera ogni parola che dico
You’ve got me running and hiding | mi fai correre e nascondere
All over town. | in giro per tutta la cittĂ 
You’ve got me sneaking and peeping | mi fai
And running you down | a cercare di rincorrerti
This can’t go on… | ‘un si pole continua’ ccosì
Lord knows you got to change… baby. | lo sa il Signore che bisogna tu cambi

When I come home… baby | quando arrivo la sera
My house is dark and my pots are cold | la casa è buia e le pentole fredde
You’re hanging around… baby | e te te ne stai in giro
With Jean and Joan and a who knows who | con Jean e Joan e chissĂ  chi
I’m getting tired of waiting and fooling around | sono stanco di aspettare e perder tempo
I’ll find somebody, who won’t make me feel like a clown | mi troverò qualcuna che non mi faccia sentire un pagliaccio
This can’t go on…
Lord knows you got to change

Organ Solo:

(Repeat 2nd verse)

Yeah … Yeah … Yeah …

boscoriserva n°6 del 7/7/19: mia generazione

Oggi stiamo sul facile. Gli Who non hanno bisogno di troppe presentazioni, mentre possiamo introdurre -dopo il mito della reinmusicazione-
quello della reincanzonazione. Così come la reinmusicazione è il passaggio dello spirito musicale di un gruppo o di un artista a un altro in epoca diversa (casi acclarati: Janis Joplin e Bjork, oppure i Dexys Midnight Runners e gli Of monsters and Men), la reincanzonazione è quando lo spirito di una canzone si ritrova in un’altra. “My generation” è necessariamente la reincanzonazione di “Dio è morto” di Grancesco Fuccini, pardon, Francesco Guccini.
La reincanzonazione non implica concordanza di generi o di storie, così come la reinmusicazione.

Nella “My generation” suonata a Boscoriserva, chissĂ  come mai, nel finale la canzone si fonde per un con il ritornello di “io vado da con un piccolo aiuto dai miei amici”, un po’ piĂą sfatta di quella di Joe Cocker, ma sempre con un alone dell’arrangiamento a canzoncina dell’originale beatlesiano.

Suggeriamo anche una versione in studio (televisivo) in cui, saltato il prologo abbastanza inutile, è possibile apprezzare meglio l’esibizione di tutti i componenti del gruppo, sopra tutti il bassista John Entwhistle con uno degli assoli che è diventato riferimento per le quattro corde nella storia del dondola.

Dei quattro, l’unico che interpretò appieno lo spirito della canzone fu Keith Moon, il batterista, deceduto all’etĂ  di anni 32, dopo avere distrutto un numero indeterminato di tamburi e avere ispirato il personaggio del batterista pazzo del Muppet Show. Gli altri piĂą o meno “ci sono stati dentro”. John ci ha lasciato un paio di anni fa, e Pete e Roger ancora si vedono in giro, con discrezione. Sarei curioso di vederli seguire un esibizione degli Who di oggi…che so…i Maximum the Hormone  (attenzione: il link rimanda a un brano non adatto a tutte le generazioni)

People try to put us d-down (Talkin’ ‘bout my generation) | la ggente cerca di buttarci giĂą (parlo della mia generazione)
Just because we get around (Talkin’ ‘bout my generation) | solo perchĂ© si va in giro
Things they do look awful c-c-cold (Talkin’ ‘bout my generation) | le cose sembrano proprio freddine
I hope I die before I get old (Talkin’ ‘bout my generation) | spero di morire prima di diventare vecchio

This is my generation | questa è la mia generazione
This is my generation, baby

Why don’t you all f-fade away (Talkin’ ‘bout my generation) | ma perchĂ© non sparite
Don’t try to dig what we all s-s-s-say (Talkin’ ‘bout my generation) | non cercate di apprezzare quello che diciamo
I’m not trying to ‘cause a big s-s-sensation (Talkin’ ‘bout my generation) | non sto cercando di destare grande sensazione
I’m just talkin’ ‘bout my g-g-g-generation (Talkin’ ‘bout my generation) | sto solo parlando della mia generazione

My generation
This is my generation, baby

Why don’t you all f-fade away (Talkin’ ‘bout my generation)
And don’t try to d-dig what we all s-s-say (Talkin’ ‘bout my generation)
I’m not trying to ‘cause a b-big s-s-sensation (Talkin’ ‘bout my generation)
I’m just talkin’ ‘bout my g-g-generation (Talkin’ ‘bout my generation)

This is my generation
This is my generation, baby
My my my generation

People try to put us d-down (Talkin’ ‘bout my generation)
Just because we g-g-get around (Talkin’ ‘bout my generation)
Things they do look awful c-c-cold (Talkin’ ‘bout my generation)
Yeah, I hope I die before I get old (Talkin’ ‘bout my generation)

This is my generation (Talkin’ ‘bout my generation)
My generation (Talkin’ ‘bout my generation)
This is my generation, baby (Talkin’ ‘bout my generation)

boscoriserva n° 6 del 2/7/19: volontari

I Jefferson Airplane sono l’ennesimo gruppo rock psichedelico nato nella West Coast nella seconda metĂ  degli anni 60 del secolo scorso (cioè sono gruppi “coetanei a me”).
Una delle cose che mi sono rimaste impresse dei Jefferson Airplane è che a un certo punto della loro storia -ma nemmeno troppo avanti…era nel 1974- il gruppo cambiò nome e diventò “Jefferson Starship”. Da aeroplano ad astronave.

Chi sa se ciò accadde perchĂ© avevano uno zio che era passato a lavorare per la NASA, perchĂ© nel 1973 avevano ricevuto una partita di LSD particolarmente spaziale, o perchĂ©…perchĂ©…non so perchĂ© (come diceva Raz Degan quando era ne’ su’ cenci e faceva il testimonial di un noto liquore).

Queste cose dei nomi inglesi, che agli italiani fanno sempre esotico, così come agli anglofoni fanno molto esotico i nomi italiani (“bellou, bambinooou, M’lanouu, F’renssiiihh“), fanno riflettere se uno li riporta al contesto italiano. E’ come se -che so- i “Banco del Mutuo Soccorso” a un certo punto si fossero ribattezzati “Assicurazione medica”.

Se poi passi ai nomi delle persone, anche lì trovi dei percorsi.

Roger Nelson diventò Prince, poi per un certo periodo “Tafkap” (The artist formerly known as Prince, l’artista una volta noto prince), poi ancora Prince. Lorenzo Cherubini diventò Jovanotti, e lì rimane. Rosario Paci diventò Roy. Terence Trent d’Arby ora passa per Sananda Maitreya. Cat Stevens all’anagrafe nacque Steven Demetre Georgiou ma ora è Yusuf Islam. Molare, come dicono i dentisti: voi quanti nomi avete? Potete anche scriverlo per e-mail: Se tu dici un nome a me, poi io dico un nome a te.

La cosa piĂą interessante sono poi i nomi che vi danno gli altri…ma questo diventa un  boscoriserva diverso. Intanto si è fatta una certa, e devo partire. Per cui: parole alla musica e musica alle parole.

Look what’s happening out in the streets | Bada lì che succede per le strade
Got a revolution Got to revolution | C’hai una rivoluzione – devi fare una rivoluzione (in senso “fisico”?)
Hey I’m dancing down the streets | Oh, sto ballando per le strade
Got a revolution Got to revolution
Ain’t it amazing all the people I meet | non è forte, tutta ‘sta gente che incontro
Got a revolution Got to revolution
One generation got old | una generazione è invecchiata
One generation got sold | una generazione è stata venduta
This generation got no destination to hold | questa generazione non ha una destinazione da mantenere
Pick up the cry | raccogli il grido

Hey now it’s time for you and me | oh: ora è il tempo per te e per me
Got a revolution Got to revolution
Come on now we’re marching to the sea | vieni, ora, si marcia verso il mare
Got a revolution Got to revolution
Who will take it from you | chi è che lo (o la?) prenderà da te
We will and who are we | noi…e chi siamo noi?
We are volunteers of America | siamo volontari dell’America

boscoriserva n° 5 dell’1/7/19: appartamento: Judy blu occhi

Ieri ho incontrato Paolo de Roma (e d’aa Roma). Ho scoperto che è nella mailing list di boscoriserva. Mi ha detto che lui boscoriserva lo conosceva abbastanza bene, epperò se stava a pperde nelle proposte piĂą recenti, che non conosceva. Abbiamo poi parlato di direttive comunitarie e di alberghi (no del Monopoli).

Molare, come dicono i dentisti: fa sempre piacere incontrare dal vivo un/una tuo/a lettascoltatore/trice.

Poi ho incontrato un altro che mi diceva di quell’altro messaggio che ho scritto in quell’altra mailing list. Poi…poi..ce stavamo a scorda’ del festival (chiedo venia, ma ogni volta che vado a Roma mi entra in testa lo “starci a”). Per rientrare nel binario musicale, prima di riprendere quello de fero in direzione nord, chiudiamo questa prima settimana di rubrica con un altro dei superclassici.

(David) Crosby, (Stephen) Stills e (Graham) Nash furono -ai tempi che furono- tra i massimi esponenti di quel rock dalla West Coast che si dava alla ricerca della felicitĂ  (che poi forse non era solo il rock, e mi viene da pensare che tutta la storia USA sia una forma molto particolare di ricerca della felicitĂ ).

Oggi “stanno tutti bene”, ma allora c’erano, e a volte si accompagnavano con (Neil) Young.

Suite: Judy Blue Eyes è un pezzone. Non difficile da eseguire in versione “da grigliata”, per toccare le vette richiede un uso sapiente di armonie vocali che anche altri colleghi californiani sperimentavano (leggi: gli Spiaggia Ragazzi, Beach Boys) e che furono poi abbondantemente ripresi sia dai Queen che dai Pooh per stare nello Stivale.

Il grande tubo non offre la versione integrale del brano eseguito durante il festival, ma va guardato almeno fino al minuto 1 e qualcosa per notare due cose: il poncho di Stephen Stills e il richiamo che fa al fonico (“a little less bottom end on…guitar…please”). Ti teletrasporti a una trentina di anni dopo, e rivedi che al minuto 1 il nostro sta sempre leticando col fonico…magari lo stesso di allora? Se poi ve la sentite, fate la macchina del tempo completa sulla versione 2012.

[Intro. (Acoustic Guitar)]

It’s getting to the point where I’m no fun anymore
I am sorry
Sometimes it hurts so badly I must cry out loud
I am lonely

I am yours, you are mine, you are what you are
You make it hard

Remember what we’ve said and done and felt about each other
Oh, babe have mercy
Don’t let the past remind us of what we are not now
I am not dreaming

I am yours, you are mine, you are what you are
You make it hard

[Instrumental (Acoustic Guitar)]

Oh, oh, oh, oh, oh
Tearing yourself away from me now you are free
And I am crying
This does not mean I don’t love you I do that’s forever
Yes and for always

I am yours, you are mine, you are what you are
You make it hard

Something inside is telling me that I’ve got your secret
Are you still listening?
Fear is the lock and laughter the key to your heart
And I love you

I am yours, you are mine, you are what you are
You make it hard
And you make it hard
And you make it hard
And you make it hard

[Instrumental (Acoustic Guitar)]

Friday evening
Sunday in the afternoon
What have you got to lose?

Tuesday morning
Please be gone I’m tired of you
What have you got to lose?

Can I tell it like it is? (Help me I’m sufferin’)
Listen to me baby
It’s my heart that’s a sufferin’ it’s a dyin’ (Help me I’m dyin’)
And that’s what I have to lose (To lose)

I’ve got an answer
I’m going to fly away
What have I got to lose?

Will you come see me
Thursdays and Saturdays?
What have you got to lose?

[Instrumental (Acoustic Guitar)]

Chestnut brown canary
Ruby throated sparrow
Sing a song, don’t be long
Thrill me to the marrow

[Instrumental (Acoustic Guitar)]

Voices of the angels
Ring around the moonlight
Asking me said she’s so free
How can you catch the sparrow?

[Instrumental (Acoustic Guitar)]

Lacy lilting lady
Losing love lamenting
Change my life, make it right
Be my lady

[Instrumental (Acoustic Guitar)]

Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo doo doo
Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo

Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo doo doo
Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo

Que linda me la traiga Cuba
La reina del Mar Caribe
Cielo sol no tiene sangreahi
Y que triste que no puedo vaya oh va, oh va

Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo doo doo
Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo

Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo doo doo
Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo

Boscoriserva n° 4 del 30/6/19: madre meno figlio

prima edizione 27/2/14

Alla ricerca del Boscoriserva minore, sono andato a pescare cose che rimanevano fuori anche dal radar dei piĂą esperti.

Per una combinazione di assonanze, dalla scaletta del festival ho notato “Motherless child” dei Sweetwater, che a me sembrava “Fortunate one” dei Creedence Clearwater Revival (ho forse l’assonanza l’avrò notata nel nome del gruppo?). “Giocoforza” come dice il mio amico Maurizio di sotto Firenze nella sua dimora accogliente, mi è toccato andare a sentirla.

La filmografia ufficiale del festival non offre l’esibizione dei Sweetwater, nĂ© ho trovato nell’economia del quarto d’ora dedicato alla rubrica Boscoriserva fimati bootleg riversati da qualche pensionato che andò all’evento con la cinepresa.

Però ho trovato un’altra chicca: l’esibizione del gruppo nello stesso anno in uno studio televisivo, introdotti nientepopodimenoche da Bing Crosby (do you remember, “White Christmas” ecc).

Anche il brano dei Blood, Sweat & Tears era in studio, e tutto sommato ci si calavano bene. I Sweetwater invece fanno un effetto strano. E’ come se fossero sul palco di Boscoriserva, e in postproduzione li abbiano trasferiti in uno spazio diverso. E questo mi ha fatto effetto.

Ma piĂą effetto mi ha fatto come Bing introduce il gruppo: “The most unique combination of talents on record today“.

Ora…dire nel 1969 che i Sweetwater erano “la piĂą speciale combinazione di talenti oggi sui dischi” è un classico caso di sindrome del “o ci sei o ci fai”.
Se gli autori del programma “c’erano” vivevano musicalmente negli anni ’50 e ignoravano tutta la saranbanda di bande che imperversava in quelle lande. Se ci facevano, allora non volevano mettere il gruppo nella giusta dimensione. Se poi la sera dopo arrivavano ospiti Jimi Hendrix, Janis Joplin o uno degli altri 50 grupponi di allora come dovevano presentarli???

Notare anche il sagace umorismo degli autori televisivi dell’epoca: Questo gruppo è qua per un caso non dipendente da noi…li aveva scritturati Dean Martin, ma ha annullato la data quando ha saputo che nel nome del gruppo c’era la parola “acqua”.

L’altra cosa molto, molto interessante di questo brano è che si scopre che all’epoca un sacco di gruppi cantavano gli stessi pezzi…ma per oggi ho scritto troppo e ci ho un treno da prendere a 40 km da questo punto tra 75 minuti. Buon viaggio a me e buon ascolto a voi.

sometimes I feel like a motherless child | a volte mi sento come un figlio senza la mamma

a long way from my home | e mi sento lontano da casa

sometimes I feel like there’s nobody there | a volte mi sento come se non ci fosse nessuno

a long way from my home | e mi sento lontano da casa

Boscoriserva n° 3 del 29/6/19: A il saltello

originale del 26-2-2014. Nella foto di testa, la Marghe degli Hardisco alla festa di Capo Danno 2012/2013 a Torniella

Chi non si è addentrato nei meandri disco- e cinemato-grafici di Boscoriserva e conosce il festival solo in modo epidermico tende a ricordare due categorie di artisti:

  • i super-rockettari rumorosi, visionari e strafatti (o strafatti e visionari?), da Jimi Hendrix in giĂą
  • i cantanti folk, bucolici e dalla lirica gorgheggiante, da Joan Baez in su.

Ma non c’era solo questo. C’era anche qualcosa in mezzo: L’esibizione degli Sha Na Na fu uno di questi tasselli di collegamento. Mostravano, nella loro gioia, cosa può succedere a un brano musicale in 10 anni, che forse è quello che può succedere -ed è successo- a una societĂ  occidentale in 10 anni.

“At the Hop”, fu lanciato da Danny and the Juniors nel 1957 e arrivò presto in vetta alle classifiche ammerigane di allora. Nell’interpretazione dei nostri, dieci anni dopo, diventa un’anticipazione punk-rock o semplicemente un concentrato di energia che, se fosse convertito in elettricitĂ , potrebbe alimentare per due minuti e ventiquattro secondi un villaggio di piccole dimensioni, tipo Sticciano Scalo.

Secondo il mito della reinmusicazione, giĂ  discusso tempo addietro su queste pagine, alcuni degli Sha Na Na oggi sono diventati i Scissor Sisters. Gli altri, hanno probabilmente seguito le vie delle osterie di fuori porta di Guccini.

Sarebbe curioso sapere come sarĂ  interpretato “At the hop” nel 2019. Nel frattempo, riascoltiamo quello di Boscoriserva:

testo (non certificato)

Bah-bah-bah-bah, bah-bah-bah-bah
Bah-bah-bah-bah. bah-bah-bah-bah, at the hop!

Well, you can rock it you can roll it
You can stop and you can stroll it at the hop
When the record starts spinnin’
You *chalypso* when you chicken at the hop
Do the dance sensation that is sweepin’ the nation at the hop

Ah, let’s go to the hop
Let’s go to the hop, (oh baby)
Let’s go to the hop, (oh baby)
Let’s go to the hop
Come on, let’s go to the hop

Well, you can swing it you can groove it
You can really start to move it at the hop
Where the jockey is the smoothest
And the music is the coolest at the hop
All the cats and chicks can get their kicks at the hop
Let’s go!

Let’s go to the hop
Let’s go to the hop, (oh baby)
Let’s go to the hop, (oh baby)
Let’s go to the hop
Come on, let’s go to the hop
Let’s go!

Well, you can rock it you can roll it
You can stop and you can stroll it at the hop
When the record starts spinnin’
You *chalypso* when you chicken at the hop
Do the dance sensation that is sweepin’ the nation at the hop

You can swing it you can groove it
You can really start to move it at the hop
Where the jockey is the smoothest
And the music is the coolest at the hop.
All the cats and chicks can get their kicks at the hop.
Let’s go!

Let’s go to the hop
Let’s go to the hop, (oh baby)
Let’s go to the hop, (oh baby)
Let’s go to the hop
Come on, let’s go to the hop

Bah-bah-bah-bah, bah-bah-bah-bah
Bah-bah-bah-bah. bah-bah-bah-bah, at the hop!

boscoriserva n° 2 del 28/6/19: Girando ruota

originale del 25/2/14

I Blood, Sweat and Tears (Sangue, sudore e lacrime) si esibirono a Boscoriserva tra domenica 17 e lunedì 18 agosto).

Questa è la prima canzone che abbia mai sentito di loro (e anche la più famosa). Non ho trovato repertori video ripresi durante il festival, ma questo video è contemporaneo, come si può intuire da: luci, scenografia, basette, taglio dei vestiti, montaggio. Il testo per intero non lo avevo mai seguito prima di scrivere questo articolo, e dice quelle cose lì.

Per gli amanti di Spinning Wheel, consigliamo anche la versione di Monika Brodka, che però in questo momento non è reperibile sul “grande tubo”, se non in un frammento (e ringrazio una nota esperta algherese di comunicazione e web 4.0 per la segnalazione di qualche anno addietro).

Nella traduzione, per me la spinning wheel è una giostra, anche se i dizionari del terzo millennio ti danno tutto tranne che questo.

Bando alle ciance, e via col vento (data la potentissima sezione fiati di questo gruppo):

What goes up must come down | Quello che va sĂą deve tornare giĂą
spinning wheel got to go round | e la giostra deve girare
Talking about your troubles it’s a crying sin | Parlare dei tuoi problemi è un peccato mortale
Ride a painted pony | Cavalca un pony colorato
Let the spinning wheel spin | e lascia che la giostra giri

You got no money, and you, you got no home | non ci hai una lira, e nemmeno una casa
Spinning wheel, spinning all alone | gira la giostra, gira da sola
Talking about your troubles and you, you never learn | parli dei tuoi problemi e tu, tu non impari mai
Ride a painted pony | cavalca un pony colorato
let the spinning wheel turn | lascia girare la ruota

Did you find a directing sign | ma l’hai trovato un cartello di indicazioni
on the straight and narrow highway? | nella dritta e stretta autostrada?
Would you mind a reflecting sign | ti darebbe noia un cartello riflettente
Just let it shine within your mind | lascialo giusto illuminare la tua mente
And show you the colours that are real | facendoti vedere i veri colori

Someone is waiting just for you | c’è qualcuno che aspetta proprio te
spinning wheel is spinning true | la giostra gira per davvero
Drop all your troubles, by the river side | lascia tutti i tuoi problemi lungo la riva del fiume
Catch a painted pony |prendi un pony colorato
On the spinning wheel ride | nel giro di giostra

Someone is waiting just for you
spinning wheel is spinning true
Drop all your troubles, by the river side
Ride a painted pony
Let the spinning wheel fly | fa’ volare la giostra

boscoriserva n° 1 del 27/6/19: io prendo da con un piccolo aiuto dai miei amici

prima edizione 24/2/14

Dopo la prima, scoppiettante, serie dei branobag, ci fu una pausa abbastanza lunga per arrivare alla seconda serie, che decisi di dedicare al Festival di Woodstock. Presi la scaletta completa dell’evento (che è molto piĂą lunga di quello che si vede nel film e nei due album doppi), e cominciai giorno per giorno a rimettere le canzoni. Per fare la cosa un po’ Ă  la pibinko, pensai di fare di ogni canzone la traduzione in italiano del titolo, fatta in modo finto meccanico. A volte funziona, a volte è un po’ estraniante, ma ha il suo perchĂ©.

Vennero fuori 48 puntate, che nello scorrere delle settimane si trasformarono di fatto nel conto alla rovescia per la festa del Primo Maggio. Facendo ripartire le puntate da oggi, arriveremo alla data del cinquantesimo anniversario del Festival, e saremo tutti piĂą preparati.

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Joe Cocker era nel 2014 un distinto signore di quasi 70 anni, che potreste figurare su una panchina del parco mentre guarda i nipotini giocare.
Nel 1970, Joe Cocker era un rocker scatenato, esattamente a metĂ  della fase che wikipedia definisce quella dei “cani pazzi e degli inglesi” (Mad Dogs and Englishmen): titolo di una tournĂ©e, di un disco di cover di grande successo, e soprattutto di un periodo molto, molto movimentato per questo artista.

Nel mondo delle cover, Joe Cocker è -assieme a Mina- uno di quelli che non sbaglia mai. Le sue versioni di brani di altri hanno sempre qualcosa in piĂą rispetto all’originale.

Per quelli che non conoscono a menadito Woodstock, provate a confrontare l’originale dei Beatles, con la versione proposta dal Nostro in quella fattoria nella parte interna dello stato di New York. Probabilmente in quell’occasione doveva aver litigato con le coriste, perchĂ© il controcanto è toccato a due baffuti da cui probabilmente si è poi ispirato Alan Sorrenti pochi anni dopo…dietrologie sulle dinamiche dei backstage a parte: “vai col non liscio”!

What would you do if I sang out of tune,
Would you stand up and walk out on me?
Lend me your ears and I’ll sing you a song
And I’ll try not to sing out of key.

Oh, I get by with a little help from my friends
Mm, I get high with a little help from my friends
Mm, gonna try with a little help from my friends

What do I do when my love is away
(Does it worry you to be alone?)
How do I feel by the end of the day,
(Are you sad because you’re on your own?)

No, I get by with a little help from my friends
Mm, I get high with a little help from my friends
Mm, gonna try with a little help from my friends

Do you need anybody
I need somebody to love
Could it be anybody
I want somebody to love.

Would you believe in a love at first sight
Yes, I’m certain that it happens all the time
What do you see when you turn out the light
I can’t tell you but I know it’s mine,

Oh, I get by with a little help from my friends
Mm, I get high with a little help from my friends
Mm, gonna try with a little help from my friends

Do you need anybody
I just need someone to love
Could it be anybody
I want somebody to love.

Oh, I get by with a little help from my friends
with a little help from my friends.

brano bag del 26/6/19: tutela e promozione di musicisti e cantanti minori o poco noti

originale 5/11/2012

giorni fa, di passaggio con Michele detto Miki da uno dei bar di un ex-centro minerario del tuttora-centro Italia si parlava della imminente festa dei 45 giri e del fatto che si potrebbe organizzare una matinée acustica in quel bar.

nella discussione furono fatte delle presentazioni, e la barista (che è anche cantante professionista) constatava lucidamente l’effetto della crisi anche nel settore dell’intrattenimento per le feste.

ci diceva: “Sapete, io vengo dalla Calabria. Ho lavorato lì anni come cantante. Avevamo un gruppo di 12 elementi e lavoravamo, oltre che in Calabria, anche in Sicilia e in Campania. Ci chiamavano per le feste di matrimonio”

Miki e il sottoscritto ascoltavano attenti.

lei proseguiva: “ma qua [in Toscana, n.d.r.] è diverso…qua non ci sono le feste che ci sono giĂą…e quindi si lavora meno. ci ritroviamo a fare festicciole qui al bar e ci teniamo in esercizio, ma non è la stessa cosa di un’orchestra di 12 elementi con la sezione fiati”.

Ho partecipato a due feste di matrimonio al sud (e a una in provincia di Nuoro, che non è qualificabile come Sud, ma comunque ha delle specificità pertinenti alla discussione). Ho partecipato anche a diverse feste di matrimonio al centro e al nord.

Morale: concordo con l’analisi della barista-cantante…non è la stessa cosa. L’idea è che forse al Sud c’è piĂą fede, e la fede richiede grandi celebrazioni per momenti importanti. Viceversa, nelle latitudini (geografiche o morali) del nichilismo, del relativismo e dell’efficientismo, è sempre poco il tempo per celebrare, se si fa è perchĂ© si deve o perchĂ©, peggio ancora “fa parte di un processo” (ho sentito questa frase una volta). Poi se si parla di musica dal vivo ti ritrovi pianobaristi allo sbaraglio o superprofessionisti con il contasecondi.

Nota bene: non è SEMPRE così (così come non è sempre vero che al Sud sia il contrario)…ma è abbastanza così…è una tendenza.

Per cui ho proposto alla barista uno scenario in cui, se le persone del centro-nord possono recuperare una fede, il tenore delle feste cambierĂ , e ci saranno maggiori opportunitĂ  anche per le orchestre.

Vi torna ?

Nel frattempo, segnatevi le seguenti date: 19-11, 7/8/9-12, 31-12…sono le prossime celebrazioni in cui sarĂ  possibile sentire dal vivo qualche brano bag (per chi si fosse perso le serate del 1-11 e del 2-11 scorsi).

Il brano di oggi non tratta esattamente di questo tema, ma un po’ sì…facile…tre accordi e un pezzetto:

Well I guess it would be nice
If I could touch your body
I know not everybody
Has got a body like you

But I’ve got to think twice
Before I give my heart away
And I know all the games you play
Because I play them too

Oh but I
Need some time off from that emotion
Time to pick my heart up off the floor
And when that love comes down
Without devotion
Well it takes a strong man baby
But I’m showing you the door

‘Cause I gotta have faith…

Baby
I know you’re asking me to stay
Say please, please, please, don’t go away
You say I’m giving you the blues
Maybe
You mean every word you say
Can’t help but think of yesterday
And another who tied me down to lover boy rules

Before this river
Becomes an ocean
Before you throw my heart back on the floor
Oh baby I reconsider
My foolish notion
Well I need someone to hold me
But I’ll wait for something more

Yes I’ve gotta have faith…

brano bag del 25/6/19: Ravi Party

Scusate il ritardo (che magari non sarà notato da chi fa il ponte, anche se non è a Messina).

Ieri sera mi sono ritrovato in una situazione che se fosse stata dalle parti di Gavorrano si sarebbe potuta chiamare un Ravi Party [n.d.a. per chi non gravita in Alta Maremma, Ravi è una frazione del comune di Gavorrano, nella da ieri quasi ex-Provincia di Grosseto]

Un gruppo di amici del bar (piĂą di quattro), qualche chilo di zuppa toscana (o ribollita), tre chitarre, tre voci, tre ore di musica, un rullante comparso a un certo punto, una gran cassa (di vino), un Tom(maso), gente che batteva le mani, e nessuna mano che batteva la gente.

Il tutto nato in maniera estemporanea ma non troppo, ma estemporanea, ma non troppo, ma estemporanea, ma non troppo.

Sposto la puntina e riprendo il disco…Mi spiego meglio: fino a un quarto d’ora prima della cena, non si sapeva chi ci sarebbe stato, ma un po’ si sapeva. Fino a un quarto d’ora dopo la cena non si sapeva chi avrebbe suonato, ma un po’ si sapeva.

Una felice coniugazione di improvvisazione e azioni improvvise. Comunque non confusione.

Uno degli amici che suonavano mi ha lasciato in pegno l’oggetto che vedete in fotografia. Durante la performance sono riusciti a rompere (suonando) un plettro fender heavy. Cose un po’ da chitarristi da grigliata.

Uno dei brani che hanno tentato di proporre (poi fermato alla prima mezza strofa perché non abbastanza noto agli altri due) è Suite: Judy Blue Eyes di Crosby, Stills, Nash e Young. Io lo conosco abbastaza bene, e mi è spiaciuto che non sia passato, per cui ve lo ripropongo oggi in una versione reinterpretata di recente da muscisti non professionisti.

E’ curioso notare come un’opera dell’ingegno composta da quattro perditempo debosciati (di cui almeno uno ex-tossico pesante) venga presa come buon esempio da un gruppo di giovani perbene. Com’è che la musica può far accadere questo ?
E com’è che fuori dall’arte c’è molta piĂą severitĂ  e censura ? Oppure magari questo gruppo di giovani, a parte il papillon hanno meno di per bene di quanto non sembri ?

Mah: oltre alla versione da grigliata, ve ne consiglio una vera, con Joni Mitchell come ospite, ma troncata del finale ufficiale, indispensabile per le grigliate (che dovrebbe stare: qui).

“Suite: Judy Blue Eyes”

[Intro. (Acoustic Guitar)]

It’s getting to the point where I’m no fun anymore
I am sorry
Sometimes it hurts so badly I must cry out loud
I am lonely

I am yours, you are mine, you are what you are
You make it hard

Remember what we’ve said and done and felt about each other
Oh, babe have mercy
Don’t let the past remind us of what we are not now
I am not dreaming

I am yours, you are mine, you are what you are
You make it hard

[Instrumental (Acoustic Guitar)]

Oh, oh, oh, oh, oh
Tearing yourself away from me now you are free
And I am crying
This does not mean I don’t love you I do that’s forever
Yes and for always

I am yours, you are mine, you are what you are
You make it hard

Something inside is telling me that I’ve got your secret
Are you still listening?
Fear is the lock and laughter the key to your heart
And I love you

I am yours, you are mine, you are what you are
You make it hard
And you make it hard
And you make it hard
And you make it hard

[Instrumental (Acoustic Guitar)]

Friday evening
Sunday in the afternoon
What have you got to lose?

Tuesday morning
Please be gone I’m tired of you
What have you got to lose?

Can I tell it like it is? (Help me I’m sufferin’)
Listen to me baby
It’s my heart that’s a sufferin’ it’s a dyin’ (Help me I’m dyin’)
And that’s what I have to lose (To lose)

I’ve got an answer
I’m going to fly away
What have I got to lose?

Will you come see me
Thursdays and Saturdays?
What have you got to lose?

[Instrumental (Acoustic Guitar)]

Chestnut brown canary
Ruby throated sparrow
Sing a song, don’t be long
Thrill me to the marrow

[Instrumental (Acoustic Guitar)]

Voices of the angels
Ring around the moonlight
Asking me said she so free
How can you catch the sparrow?

[Instrumental (Acoustic Guitar)]

Lacy lilting lady
Losing love lamenting
Change my life, make it right
Be my lady

[Instrumental (Acoustic Guitar)]

Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo doo doo
Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo

Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo doo doo
Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo

Que linda me la traiga Cuba
La reina de la Mar Caribe
Cielo sol no tiene sangreahi
Y que triste que no puedo vaya oh va, oh va

Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo doo doo
Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo

Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo doo doo
Doo doo doo doo doo, doo doo doo doo