Archivi categoria: Bosco Riserva

boscoriserva n°27 del 1-4-2014: media città “blu al plurale”

Non sapevo fino a oggi che Janis Joplin avesse un fratello. Era Johnny Winter. Un po’ si assomigliano.

Mentre arrivano mail di commento contrastanti ai vari boschiriserva (o boscoriserve…quale sarà il plurale giusto?), la storia continua.

Le prime luci dell’alba iniziano a rischiarare il laboratorio territoriale delle Colline Metallifere, e ho forse ritrovato Hendrix, uno dei due gatti emigrati un anno fa. Non posso giurare che sia lui, ma ci assomiglia e si comporta in modo simile. Per cui -se non è lui- potrebbe essere un sostituto valido, e aiutatemi a dire quanti film, libri o canzoni conoscete che parlano di questo tema. Presempio:

  • Substitute, degli Who
  • Substitute delle Clout, girl-band che ricordo dai miei tempi britannici. Forse non molto nota e di chiara influenza “ABBAistica”. Secondo me molto sottovalutate….DA VEDERE
  • Sommersby, con Richard Gere, che poi pare sia un remake di un film francese dell’82. Vedi te…è un film sostituto che parla di un sostituto.
  • e poi c’era un film americano di quello sceneggiatore che rileva il cinema di una famiglia di provincia facendo finta di essere il figlio reduce dalla guerra ma poi non era lui e lo mandano via a pedate ma poi torna e si fidanza. Questo non può essere un remake di un film europeo, per vari motivi stilistici.

E, se ci sono almeno quattro opere che parlano di sostituti nelle relazioni, aiutatemi a non dire quante situazioni reali seguono questo filo. Ay de mi…oppure, come dice il Vasco nazionale “Va bene così…telefonami…”

Lord my mother she done told me and my father done told me | Signore, la mamma me la detto, e pure il babbo
Grandfather told me too, yeah my mother she done told me | Il nonno me l’ha detto
And my father done told me, grandfather told me too
It’s a mean old town to live in by yourself | è una vecchia e cattiva città per viverci da soli

Yeah, I work for a dollar couldn not save a lousy | Sì, lavoravo per un dollaro, non potevo risparmiare uno sporco
Could not save a dime | centesimo
You know I worked for a dollar, couldn not save a lousy
Man couldn’t save a dime
Ain’t nobody worried and there ain’t nobody’s crying | e nessuno si preoccupa e nessuno piange

Yeah, I got my hands outside to get a hold on | Sì, ho tirato fuori le mani per guadagnare
Try to get some of my cash | per provare a prendere un po’ di soldi
Lord I try to get my hands outside to get a hold on | Signore provo a tirare fuori le mani per prendere
Try to get some of my cash | provare a prendere un po’ di soldi
It’s those great big smiles to keep us out of that trash | e ci sono quei gran sorrisi a tenerci fuori da quella schifezza

So I packed up my suitcase and I move on down | allora ho fatto la valigia e mi sono messo in marcia
Hit that lonesome road | mi sono messo su quella strada solitaria
You know I packed up my suitcase
And I hit that lonesome, move on down the road
I’m still crying to make it when the day was done | e sto ancora piangendo per arrivare a farcela, quando si fa sera

boscoriserva n° 26 del 31-3-2014: Fuoco

[oggi una delle candidate a foto dell’anno 2014 nella categoria “pibinko” nel corso di un reportage per gli Hardisco. Per inciso, la foto dell’anno 2012 è passata in un questa rubrica il 10-3-2014]

Fuoco…cammina con me.DSC_3509_lo_fotoanno2014

Stamattina mi sono svegliato è mi è passata per la mente una sequenza di due brani. Uno era “A new day yesterday” dei Jethro Tull, seguito da “Survival” di Joe Jackson.

I primi avrebbero tranquillamente potuto essere a boscoriserva, dato che erano in auge nel 1969. La grande W dice che Ian Anderson, leader della band, rifiutò anzitutto perché non gli piaceva il movimento hippy che -in effetti- al festival erano *abbastanza* presenti. In seconda battuta pare ci fossero anche questioni economiche, ma ci sta che fosse più la prima motivazione.

Joe Jackson invece era pischello (è del ’54) e quindi non non avrebbe potuto partecipare se non accompagnato dai genitori, magari per suonare un pezzo del suo saggio di scuola di musica. Inzomma, era un po’ presto.

Comunque, fatta la somma, è sempre musica inglese. Ma il boscoriserva deve proseguire, e oggi vi tocca una dose di Jimi. Sì, lui, quello lì che bruciava le chitarre e ha fatto il paracadutista (nell’esercito, 101ª Divisione Aviotrasportata, non nel fine settimana quando c’è il sole).

Anziché proporvi il tormentone dello Star Spangled Banner, l’inno americano, che è il pezzo per il quale Jimi è diventato un’icona, mi piace sottoporvi questa “Fire”. Di questa mi rimasero impresso, quando ancora pensavo di poter studiare un po’ di chitarra, che -secondo chi scriveva- il riff principale -ta..ta.ta.ta- che si sente nell’attacco di ogni strofa era stato scritto pensando a una arrangiamento rythm & blues con una sezione fiati. Ci potrebbe anche stare.

E comunque, dai, anche i Jethro Tull a boscoriserva non ci sarebbero stati male…it was a new day yesterday, but it’s an old day now.

Alright, | vabbe’
now listen, baby | ora ascolta, piccola

You don’t care for me | a te non importa di me
I don’-a care about that | ma a me non importa di questo
Gotta new fool, ha! | ti sei trovata un nuovo pagliaccio, eh!
I like it like that | e così mi piace

I have only one burning desire | ho solo un desiderio ardente
Let me stand next to your fire | fammi stare accanto al tuo fuoco
Let me stand next to your fire [Repeat 4 times]

Listen here, baby | senti un po’, cciovane
and stop acting so crazy | e smettila di comportarti così da pazza
You say your mum ain’t home, | dici che la tua mamma non è in casa
it ain’t my concern, | questo non è un mio problema
Just play with me and you won’t get burned | gioca solo con me, e non resterai scottata

I have only one itching desire | ho solo un desiderio che mi prude
Let me stand next to your fire
Let me stand next to your fire [Repeat 4 times]

Oh! Move over, Rover | ue, fatti più in là, girovago
and let Jimi take over | e lascia che Jimi prenda il tuo posto
Yeah, you know what I’m talking ‘bout | sì, sai di che cosa sto parlando
Yeah, get on with it, baby | dài cciovane
That’s what I’m talking ‘bout
Now dig this! | ora, gustatevi questa
Ha!
Now listen, baby

You try to gimme your money | stai provando a darmi dei soldi
you better save it, babe | meglio che tu te li conservi, piccola
Save it for your rainy day | che li conservi per il tuo giorno di pioggia

I have only one burning desire
Let me stand next to your fire
Let me stand next to your fire

boscoriserva n° 21 del 24-3-2014: peccand’ per voi

La grande fonte uichipedica narra che la Keef Hartley Band suonò a boscoriserva perché, nella gestione del budget per gli ingaggi, dopo aver preso tutta una serie di nomi con la N, la J, la W e altre iniziali maiuscole, e bisognava far quadrare i conti.

Allora si misero a cercare gruppi che potessero suonare per meno, anche se non mi risulta che ci siano gruppi che abbiano suonato per la gloria o gratis per la pace nel mondo.

E quindi abbiamo Keef, che è la pronuncia di “Keith” in certi accenti inglesi, così come dicono “I fink” per “I think”. Magari cento di voi conosceranno già il gruppo di cui in oggetto e -se lo conoscete- ci terrei a contarvi.

La KHB ci propone oggi un repertorio rock blues che a Sassari -che cito essendo stata classificata quarta in una classifica mondiale sulla qualità della vita legata al clima-direbbero “come si tocca”. Veramente serio: wah wah a nastro nel secondo pezzo, fiati, soggetti a tema. Tutto ciò che non fa altro che accrescere la stima che dobbiamo avere per la terra di Albione sul versante musicale.

Sentendo i gruppi “minori” ti rendi conto che gli artisti maggiori (tanto per ricordare quelli passati a boscoriserva in tre settimane: Joe Cocker e gli Who, ma altri ne seguiranno nella rubrica) erano punte di un iceberg musicale imponente e che ancora -nonostante il conclamato cambiamento climatico in corso- non si è sciolto.

Il grande tubo condivide vari brani del gruppo, ma non ho trovato esibizioni dal vivo. Le foto che scorrono comunque ci danno un’idea buona di quelle che erano le atmosfere nella mente del Keith minore -pensando al Richards come un Keith maggiore- e dei suoi colleghi, e in particolare la passione per il grande Ovest americano.

Anche il testo non è reperibile, e mi scuserete se -nell’economia della mattinata- non ho modo di trascrivervelo. Se volete, si fa un po’ per uno.

boscoriserva n°16 del 17-3-2014: Orgoglioso Maria

2014-03-13 13.40.42_loAprire una settimana di boscoriserva, così come dei fatidici branobag, è sempre intrigante: partire pimpanti? soft? andante con brio(che) e cappuccino?

Come poi capita, hai tre idee, tiri una monetina e mentre rotea nell’aria dici “testa: la prima idea, croce: la seconda, e se casca in piedi: sarà la scelta più esotica“.
Per esigenze di redazione, non posso dirvi come è atterrata la monetina oggi. Posso però dire che erano 5 centesimi raccattati nel corridoio di un mezzo di trasporto, qualche giorno fa, in una località del pianeta terra sopra il 44mo parallelo. Vabbe’ – dai: a Milano.

E siamo quindi arrivati alla prima apparizione su boscoriserva dei CCR: Creedence Clearwater Revival. Dicono che la loro esibizione non comparve nel film sul festival, anche se erano uno dei principali gruppi convocati, perché fu giudicata da loro stessi sotto tono.
Capita, anche nelle migliori famiglie: l’importante è capire perché è successo e ripigliarsi, in tempi non geologici e possibilmente con l’aiuto degli amici, come ci ricordava Joe Cocker qualche giorno fa.

I CCR non li conosco benissimo come repertorio generale, ma conosco bene un paio di canzoni, e sono molto riconoscibili come stile. Direi per la linearità delle parti ritmiche e per la voce potente di John Fogerty. Un’altra cosa che mi è sempre rimasta impressa nella loro versione di Proud Mary (che è poi l’originale), è l’accento di lui…dice tipo “boining” per burning “toining” per turning ecc. Magari qualche madrelingua ci può dire se è un accento di qualche zona particolare, o se lui è così e basta, il che andrebbe comunque bene.

Però, se è vero che è un lunedì, ed è bene partire con un pizzico di energia in più, vi proporrei un rifacimento di Proud Mary altrettanto famoso e che -secondo me- batte l’originale “10 figurine a zero”, come diceva quello dell’EAF in Tunisia: Ike and Tina vi attendono (NOTA BENE: se preferite un risveglio settimanale un po’ più soft, puntate comunque sulla versione originale).

Circa Ike and Tina: quando vedi esibizioni come questa, e poi le confronti con cose tipo Beyoncé Knowles (che comunque nell’introduzione riconosce a chi deve tutto) ti fa pensare non a come le cose avrebbero potuto essere, ma a come erano e a come sono diventate quelle che sono.

Ma, come diceva Demetrio Stratos….via, presto, via!

Songwriters: JOHN C. FOGERTY
Left a good job in the city | Ho lasciato un buon lavoro in città
Workin’ for the man ev’ry night and day | lavorando per l’uomo [quell’uomo] ogni notte e ogni giorno
And I never lost one minute of sleepin’ | e non ho mai perso un minuto di sonn
Worryin’ ‘bout the way things might have been | pensando a come le cose avrebbero potuto essere

Big wheel keep on turnin’ | Oh, grande ruota, continua a girare
Proud Mary keep on burnin’ | e la Proud Mary continua a bruciare
Rollin’, rollin’, rollin’ on the river |

Cleaned a lot of plates in Memphis | Ho lavato un sacco di piatti a Memphis
Pumped a lot of ‘tane down in New Orleans | E pompato un sacco di benzina a New Orleans [[octane-> ‘tane nella versione Ike & Tina, mentre è “pain” nei CCR]
But I never saw the good side of the city | ma non avevo mai visto la parte bella della città
‘Til I hitched a ride on a river boat queen | fino a che non mi sono fatto dare un passaggio sulla regina delle navi da fiume

Big wheel keep on turnin’
Proud Mary keep on burnin’
Rollin’, rollin’, rollin’ on the river
Rollin’, rollin’, rollin’ on the river

If you come down to the river | se vieni giù al fiume
Bet you gonna find some people who live | sono pronto a scommettere che ci troverai un po’ di gente, che vive lì
You don’t have to worry ‘cause you have [if you got] no money | e non ti devi preoccupare, perché se non hai un Euro
People on the river are happy to give | la gente del fiume è felice di donare

Big wheel keep on turnin’
Proud Mary keep on burnin’
Rollin’, rollin’, rollin’ on the river
Rollin’, rollin’, rollin’ on the river

Rollin’, rollin’, rollin’ on the river
Rollin’, rollin’, rollin’ on the river
Rollin’, rollin’, rollin’ on the river

boscoriserva n° 13 del 12-3-14: s. stefano

[ringrazio Lorenzo da Venturina (LI) che ieri mi ha fatto notare che la rubrica è uscita con l’intestazione “branobag”. La cosa che mi ha fatto sorridere è che mi ha scritto “o ‘un si chiamava boscoriviera?”. Grande Lorenz: abbiamo il titolo della prossima rubrica!]

Una volta chiesi a uno dei miei capi ai tempi americani se gli piaceva la musica rock.
La domanda era chiaramente tendenziosa: essendo nato a S. Diego, Californ-i-a, nel 1969 poteva avere un’età compatibile alla partecipazione a concerti “al top”, nell’ambito del discorso che stiamo portando avanti, e quindi potevo magari attingere a testimonianze oculari legate ad alcuni miti di boscoriserva, e in particolare a due: Jimi e Janis.

Larry, così si chiamava, un bell’uomo sulla sessantina, con barba bianca da project manager saggio e una voce alla Clint Eastwood, mi raccontò una storia.

You know, Andreah… (sai Andrea)…il rock non mi ha mai esaltato, ma da giovane mi piaceva andare in bici. Un’estate andammo a fare un giro con dei miei amici in [una zona rurale della California che non ricordo] e ci fermammo presso una fattoria. Lì c’erano due gruppi che suonavano, e non più di una decina di ragazzi che ascoltavano. Uno dei due gruppi erano i [non ricordo il nome] e gli altri si chiamavamo Grateful Dead“.

Molare, come dicono i dentisti: se parli con gli anziani della tribù, puoi sempre scoprire che hanno avuto frequentazioni inedite e vicine ai tuoi interessi della tua generazione. Magari Roger Daltrey, sperimentando la stessa cosa, avrebbe cantato diversamente?

St. Stephen è l’unico pezzo dei Grateful Dead che mi ricordo bene, essendo anche il primo che mi è capitato di sentire. Per me è uno dei pezzi “psichedelici” per antonomasia, qui proposto in un’esibizione di poco successiva al boscoriserva. Per far vedere il gruppo ben è importante cercare video non troppo in là negli anni ’70, perché in quel periodo la barba di Jerry Garcia crebbe secondo una geometria assirobabilonese sino a occupare la maggior parte dei palchi che calcavano. A voi l’ascolto. La traduzione fatta bene richiederebbe un’ora buona, essendo un testo un po’ elaborato, per cui caso mai fatela voi e poi la aggiungo. La qualità del video è bassa, ma merita tutto (e la seconda parte del video è veramente notevole per motivi di “Costume e società”).

Per il testo con varie note a margine che provano a interpretare il simbolismo spinto di questo brano, vi invito a vedere la pagina di tale Dave Blackburn dell’Università di Santa Cruz in California.

boscoriserva n°6 del 4-3-2014: mia generazione

Fiera di Roma (o “fiere”?)

Oggi stiamo sul facile. Gli Who non hanno bisogno di troppe presentazioni, mentre possiamo introdurre -dopo il mito della reinmusicazione-
quello della reincanzonazione. Così come la reinmusicazione è il passaggio dello spirito musicale di un gruppo o di un artista a un altro in epoca diversa (casi acclarati: Janis Joplin e Bjork, oppure i Dexys Midnight Runners e gli Of monsters and Men), la reincanzonazione è quando lo spirito di una canzone si ritrova in un’altra. “My generation” è necessariamente la reincanzonazione di “Dio è morto” di Grancesco Fuccini, pardon, Francesco Guccini.
La reincanzonazione non implica concordanza di generi o di storie, così come la reinmusicazione.

Nella “My generation” suonata a Boscoriserva, chissà come mai, nel finale la canzone si fonde per un con il ritornello di “io vado da con un piccolo aiuto dai miei amici”, un po’ più sfatta di quella di Joe Cocker, ma sempre con un alone dell’arrangiamento a canzoncina dell’originale beatlesiano.

Suggeriamo anche una versione in studio (televisivo) in cui, saltato il prologo abbastanza inutile, è possibile apprezzare meglio l’esibizione di tutti i componenti del gruppo, sopra tutti il bassista John Entwhistle con uno degli assoli che è diventato riferimento per le quattro corde nella storia del dondola.

Dei quattro, l’unico che interpretò appieno lo spirito della canzone fu Keith Moon, il batterista, deceduto all’età di anni 32, dopo avere distrutto un numero indeterminato di tamburi e avere ispirato il personaggio del batterista pazzo del Muppet Show. Gli altri più o meno “ci sono stati dentro”. John ci ha lasciato un paio di anni fa, e Pete e Roger ancora si vedono in giro, con discrezione. Sarei curioso di vederli seguire un esibizione degli Who di oggi…che so…i Maximum the Hormone  (attenzione: il link rimanda a un brano non adatto a tutte le generazioni).

People try to put us d-down (Talkin’ ‘bout my generation) | la ggente cerca di buttarci giù (parlo della mia generazione)
Just because we get around (Talkin’ ‘bout my generation) | solo perché si va in giro
Things they do look awful c-c-cold (Talkin’ ‘bout my generation) | le cose sembrano proprio freddine
I hope I die before I get old (Talkin’ ‘bout my generation) | spero di morire prima di diventare vecchio

This is my generation | questa è la mia generazione
This is my generation, baby

Why don’t you all f-fade away (Talkin’ ‘bout my generation) | ma perché non sparite
Don’t try to dig what we all s-s-s-say (Talkin’ ‘bout my generation) | non cercate di apprezzare quello che diciamo
I’m not trying to ‘cause a big s-s-sensation (Talkin’ ‘bout my generation) | non sto cercando di destare grande sensazione
I’m just talkin’ ‘bout my g-g-g-generation (Talkin’ ‘bout my generation) | sto solo parlando della mia generazione

My generation
This is my generation, baby

Why don’t you all f-fade away (Talkin’ ‘bout my generation)
And don’t try to d-dig what we all s-s-say (Talkin’ ‘bout my generation)
I’m not trying to ‘cause a b-big s-s-sensation (Talkin’ ‘bout my generation)
I’m just talkin’ ‘bout my g-g-generation (Talkin’ ‘bout my generation)

This is my generation
This is my generation, baby
My my my generation

People try to put us d-down (Talkin’ ‘bout my generation)
Just because we g-g-get around (Talkin’ ‘bout my generation)
Things they do look awful c-c-cold (Talkin’ ‘bout my generation)
Yeah, I hope I die before I get old (Talkin’ ‘bout my generation)

This is my generation (Talkin’ ‘bout my generation)
My generation (Talkin’ ‘bout my generation)
This is my generation, baby (Talkin’ ‘bout my generation)