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boscoriserva n° 11 del 7/7/19: provare

Signore, Signori, fanciulli e fanciulle, anziani, zombi, protozoi, vertebrati, alberi, rocce, aria, forme di vita non ancora note alle scienze occidentali…

buongiorno –

il prossimo bosco riserva non è per tutti. chi ha seguito i brano bag 2012, la palla 2007, la buiometriapartecipativa, i film, le foto, ecc, ci provi, perché questo chiede il boscoriserva. Altri ci provino lo stesso, con la cautela richiesta da un’esperienza positiva ma inedita.

Oggi, nel mazzo di carte che è la scaletta del festival si cala un carico pesante. e una volta che il carico è sul tavolo, la mano gira, e chi ti segue sul tavolo deve decidere cosa fare. Segni di sopracciglio e colpi di tosse forzosi potrebbero non essere sufficienti a dare la dritta al compagno di gioco, o a indurre il bluff negli avversari.

Janis è qui, e l’altro carico pesante -chi mi conosce musicalmente meglio giù sa di chi parlo- è da qualche parte che attende di essere calato.

Tornando a Janis, si parte con “Try” (Provarci, pròvaci…boh).

Da guardare per prima vi propongo la versione contenuta nel documentario “When the music is over”, dedicato ai musicisti rock americani morti giovani, trasmesso a suo tempo -ma parecchio, visto che lo conservo registrato in betamax- da Mamma RAI quando si occupava di musica e quando se dicevi “talent” pensavi più a monete antiche che a show televisivi per giovani promesse.

La versione in studio si sente e si vede bene e dice tutto. C’e’ anche  quella del festival vero e proprio (che però è quasi tutta al buio).

Interessante notare che a quei tempi i fonici erano forse più fuori dei musicisti: nella versione tedesca e in quella del documentario è altissimo il livello del basso e delle voci secondarie. Strano, ma interessante sentire le parti.

Il testo…non sono sicuro che ci sia un allineamento perfetto tra versi trovati nella grande rete e quelli cantati, ma del resto, come dice Janis, ci si prova, in attesa di un aereo che per andare da Milano alla Francia passa per Roma (“sient’a mme, è la combinazione migliore” mi dice l’agente).

a domani.

………………
Try (Just A Little Bit Harder)”

Try, try, try just a little bit harder
So I can love, love, love him, I tell myself | sì che lo possa amare, mi dico
Well, I’m gonna try yeah, just a little bit harder | be’, ci proverò un po’ di più
So I won’t lose, lose, lose him to nobody else. | così da non perderlo per nessun altro
Hey! Well, I don’t care how long it’s gonna take you now, | ue’, non m’interessa quanto tempo ci vorrà
But if it’s a dream I don’t want No I don’t really want it | ma se è un sogno, non voglio , proprio non voglio…
If it’s a dream I don’t want nobody to wake me. | se è un sogno non voglio che nessuno mi svegli

Yeah, I’m gonna try yeah, just a little bit harder
So I can give, give, give, give him every bit of my soul. | così che gli possa dare ogni pezzo della mia anima
Yeah, I’m gonna try yeah, just a little bit harder
So I can show, show, show him love with no control. | così che gli possa mostrare un amore senza controllo
Hey! I’ve waited so long for someone so fine | ho aspettato così tanto, per qualcuno così bello (in senso generale)
I ain’t gonna lose my chance, no I don’t wanna lose it, | che non perderò questa possibilita, non la voglio perdere
Ain’t gonna lose my chance to make you mine, all mine. | non voglio perdere la possibilità di farti mio
All right, get it! Yeah!

Try yeah, try yeah, hey, hey, hey, try yeah, | provarci…
Oh try whoa! Whoa, whoa, whoa, whoa,
Oh anybody, oh anybody, oh anybody, | tutti, tutti,
Try oh yeah (just a little bit harder) | provarci giusto con un po’ più di impegno
Whoa I gotta try some more,
I said try yeah, aw I said try,
I said try try try try try try,
Oh try oh yeah, try oh yeah!

Hey hey, I gotta talk to my man now, | devo parlare col mio uomo
You know I, I gotta feel for my man now, | devo provare qualcosa per lui
I said I, I gotta work for my man now, | devo lavorare per lui
You know I, I gotta hurt for my man now, | mi devo far male per lui
I think-a every day for my man now, |ci devo pensare tutti i giorni
You know it, every way for my man now. |lo sai, in tutti i modi
I say try, try yeah, oh try yeah,
Hey hey hey, try yeah-hey, oh, try…

boscoriserva n° 10 del 6/7/19: ballare a il musica

La fine degli anni 60 del secolo scorso già aveva tutte le basi (assieme a qualche acido) che poi portarono nei primi ’70 al proliferare del progressive rock, con tante belle canzoni, ma anche tante pallosissime suite da 18 minuti e oltre. Boscoriserva contiene quindi diverse esibizioni molto lunghe.
Nella seconda settimana di bosco riserva ho cercato brani brevi, pensando al fatto che ci sarà pure qualcuno che si trova la mail a inizio di giornata ufficio e vuole ascoltare, e magari se ti sparo “I’m going home” di Alvin Lee ti ruba tempo. Oppure no. Comunque, questa settimana sono stato sul corto. Sino a ieri.

Oggi è venerdì…se il sabato sera è il giorno della febbre, il venerdì è bene comunque preparsi spiritualmente, e comunque secondo le regole de fero del boscoriserva non potrei scrivervi sabato mattina.

Morales, come dicono in Messico, oggi vi toccherebbe un pezzo riempipista che però in versione boscoriserva dura sui 14 minuti.

Ne ho recuperato una versione televisiva che dura come il pezzo sul disco in studio, più o meno: sotto i quattro minuti. Come avrebbe detto il noto bluesman romano Robberto Ciotti, l’atmosfera che traspira dai fotogrammi che seguono è molto bbella e c’è mmolta energia positiva.

Di cose amene che si notano nel video: fra le tante cito il violinista in un gruppo soul/r&b, probabilmente zio di Kurt Cobain…un violinista in contesto soul non sono sicuro di averlo mai visto o sentito in svariati anni di giramento microsolchi e ascolto di altri supporti.

Ma, avendoci Wilson Pickett ricordato  che la musica è infinita (cfr. branobag del 16-3-2019), e ricordando che gli usi del violino sono molteplici (cfr. Meytal Cohen & friends), non potrei escludere che in questo momento in una parte del mondo con fuso orario pacifico ci sia un gruppo soul/r&b con un violinista in organico (organico/in organico…vabbe’…basta…).

Buon ascolto (con quattro brani al prezzo di uno!) e buon fine settimana.

Cynthia: Get up and dance to the music! | Tiratevi su e ballate con la musica
Get on up and dance to the fonky music!
All:Dance to the Music, Dance to the Music
Freddie: Hey Greg! | oh Greg?
Greg:What? | ‘osa voi?
Freddie: All we need is a drummer, | ci serve giusto un batterista
for people who only need a beat | per persone cui basta giusto un ritmo
I’m gonna add a little guitar | ci vado ad aggiungere un po’ di chitarra
and make it easy to move your feet | e ti renderò più semplice muovere i piedi
Larry:I’m gonna add some bottom, | io ci metto un po’ di basso
so that the dancers just won’t hide | così che i ballerini non si potranno nascondere
Sly:You might like to hear my organ | magari vi piacerebbe sentire il mio organo
playing “Ride Sally Ride” | che suona “Ride Sally Ride” (vedi ritornello a 1’14” di Mustang Sally)
You might like to hear the horns blowin’, | potreste gradire i fiati soffiare
Cynthia on the throne, yeah! | con Cynthia sul trono
Cynthia & Jerry got a message they’re sayin’: | Cynthia e Jerry hanno un messaggio che dice:
Cynthia: All the squares, go home! | tutti quelli un po’ troppo inquadrati, a casa!
All:Dance to the Music, Dance to the Music

(segue pezzo di I wanna take you higher, ma se ne riparla)

boscoriserva n° 7 del 4/7/19: male maniere

Carlos Santana è l’unico presente a Boscoriserva che ho avuto modo di veder suonare dal vivo. Era a Milano, non ricordo l’anno, ma mi ricordo che ero stato morso dal mio cane pochi giorni prima, per cui avevo un punto di sutura a una mano e non potevo applaudire. Per inciso: se “cane morde uomo” non è una notizia ma “uomo morde cane” sì, anche “cane morde padrone” può dare da pensare…

La cosa che non potrò scordare del concerto furono i primi cinque secondi. Gli artisti (una decina) arrivano sul palco. Prendono posizione ai rispettivi strumenti. I percussionisti si sgranchiscono le mani. Carlos guarda il tastierista. Il fonico dice “via” col pollice recto.

Poi comincia il count-down (o count-up) 1…2…3…4…

Nel primo secondo di musica il pubblico è stato investito da un’onda di pressione sonora che non avevo mai percepito prima: erano le percussioni. Per descrivere la cosa mi viene in mente -anche se non ho mai provato perché dicono sia pericoloso- lo spostamento d’aria quando un treno ad alta velocità esce da una galleria. Una cosa simile, anche se di magnitudine decisamente più bassa, mi è ricapitata anni dopo con Carlinhos Brown. Ma qua si esula dal contesto bosco riserva, e magari si andrà ad approfondire in altra occasione.

Male Maniere è uno dei pezzi brevi di Santana, che in genere si lascia trasportare sui tempi lunghi, complici gli assoli con note dal sustain infinito e facilmente riconoscibili: i veri chitarrofili rock sanno riconoscere almeno 10 chitarristi a partire da una nota sola, massimo due, e Carlos Santana è per me uno di questi.

You’ve got to change your evil ways… baby | e bisogna tu cambi le tue maniere moleste, bimba
Before I stop loving you. | prima che smetta di volerti bene
You’ve go to change… baby | bisogna tu cambi
And every word that I say, it’s true. | ed è vera ogni parola che dico
You’ve got me running and hiding | mi fai correre e nascondere
All over town. | in giro per tutta la città
You’ve got me sneaking and peeping | mi fai
And running you down | a cercare di rincorrerti
This can’t go on… | ‘un si pole continua’ ccosì
Lord knows you got to change… baby. | lo sa il Signore che bisogna tu cambi

When I come home… baby | quando arrivo la sera
My house is dark and my pots are cold | la casa è buia e le pentole fredde
You’re hanging around… baby | e te te ne stai in giro
With Jean and Joan and a who knows who | con Jean e Joan e chissà chi
I’m getting tired of waiting and fooling around | sono stanco di aspettare e perder tempo
I’ll find somebody, who won’t make me feel like a clown | mi troverò qualcuna che non mi faccia sentire un pagliaccio
This can’t go on…
Lord knows you got to change

Organ Solo:

(Repeat 2nd verse)

Yeah … Yeah … Yeah …

boscoriserva n°6 del 7/7/19: mia generazione

Oggi stiamo sul facile. Gli Who non hanno bisogno di troppe presentazioni, mentre possiamo introdurre -dopo il mito della reinmusicazione-
quello della reincanzonazione. Così come la reinmusicazione è il passaggio dello spirito musicale di un gruppo o di un artista a un altro in epoca diversa (casi acclarati: Janis Joplin e Bjork, oppure i Dexys Midnight Runners e gli Of monsters and Men), la reincanzonazione è quando lo spirito di una canzone si ritrova in un’altra. “My generation” è necessariamente la reincanzonazione di “Dio è morto” di Grancesco Fuccini, pardon, Francesco Guccini.
La reincanzonazione non implica concordanza di generi o di storie, così come la reinmusicazione.

Nella “My generation” suonata a Boscoriserva, chissà come mai, nel finale la canzone si fonde per un con il ritornello di “io vado da con un piccolo aiuto dai miei amici”, un po’ più sfatta di quella di Joe Cocker, ma sempre con un alone dell’arrangiamento a canzoncina dell’originale beatlesiano.

Suggeriamo anche una versione in studio (televisivo) in cui, saltato il prologo abbastanza inutile, è possibile apprezzare meglio l’esibizione di tutti i componenti del gruppo, sopra tutti il bassista John Entwhistle con uno degli assoli che è diventato riferimento per le quattro corde nella storia del dondola.

Dei quattro, l’unico che interpretò appieno lo spirito della canzone fu Keith Moon, il batterista, deceduto all’età di anni 32, dopo avere distrutto un numero indeterminato di tamburi e avere ispirato il personaggio del batterista pazzo del Muppet Show. Gli altri più o meno “ci sono stati dentro”. John ci ha lasciato un paio di anni fa, e Pete e Roger ancora si vedono in giro, con discrezione. Sarei curioso di vederli seguire un esibizione degli Who di oggi…che so…i Maximum the Hormone  (attenzione: il link rimanda a un brano non adatto a tutte le generazioni)

People try to put us d-down (Talkin’ ‘bout my generation) | la ggente cerca di buttarci giù (parlo della mia generazione)
Just because we get around (Talkin’ ‘bout my generation) | solo perché si va in giro
Things they do look awful c-c-cold (Talkin’ ‘bout my generation) | le cose sembrano proprio freddine
I hope I die before I get old (Talkin’ ‘bout my generation) | spero di morire prima di diventare vecchio

This is my generation | questa è la mia generazione
This is my generation, baby

Why don’t you all f-fade away (Talkin’ ‘bout my generation) | ma perché non sparite
Don’t try to dig what we all s-s-s-say (Talkin’ ‘bout my generation) | non cercate di apprezzare quello che diciamo
I’m not trying to ‘cause a big s-s-sensation (Talkin’ ‘bout my generation) | non sto cercando di destare grande sensazione
I’m just talkin’ ‘bout my g-g-g-generation (Talkin’ ‘bout my generation) | sto solo parlando della mia generazione

My generation
This is my generation, baby

Why don’t you all f-fade away (Talkin’ ‘bout my generation)
And don’t try to d-dig what we all s-s-say (Talkin’ ‘bout my generation)
I’m not trying to ‘cause a b-big s-s-sensation (Talkin’ ‘bout my generation)
I’m just talkin’ ‘bout my g-g-generation (Talkin’ ‘bout my generation)

This is my generation
This is my generation, baby
My my my generation

People try to put us d-down (Talkin’ ‘bout my generation)
Just because we g-g-get around (Talkin’ ‘bout my generation)
Things they do look awful c-c-cold (Talkin’ ‘bout my generation)
Yeah, I hope I die before I get old (Talkin’ ‘bout my generation)

This is my generation (Talkin’ ‘bout my generation)
My generation (Talkin’ ‘bout my generation)
This is my generation, baby (Talkin’ ‘bout my generation)

boscoriserva n° 6 del 2/7/19: volontari

I Jefferson Airplane sono l’ennesimo gruppo rock psichedelico nato nella West Coast nella seconda metà degli anni 60 del secolo scorso (cioè sono gruppi “coetanei a me”).
Una delle cose che mi sono rimaste impresse dei Jefferson Airplane è che a un certo punto della loro storia -ma nemmeno troppo avanti…era nel 1974- il gruppo cambiò nome e diventò “Jefferson Starship”. Da aeroplano ad astronave.

Chi sa se ciò accadde perché avevano uno zio che era passato a lavorare per la NASA, perché nel 1973 avevano ricevuto una partita di LSD particolarmente spaziale, o perché…perché…non so perché (come diceva Raz Degan quando era ne’ su’ cenci e faceva il testimonial di un noto liquore).

Queste cose dei nomi inglesi, che agli italiani fanno sempre esotico, così come agli anglofoni fanno molto esotico i nomi italiani (“bellou, bambinooou, M’lanouu, F’renssiiihh“), fanno riflettere se uno li riporta al contesto italiano. E’ come se -che so- i “Banco del Mutuo Soccorso” a un certo punto si fossero ribattezzati “Assicurazione medica”.

Se poi passi ai nomi delle persone, anche lì trovi dei percorsi.

Roger Nelson diventò Prince, poi per un certo periodo “Tafkap” (The artist formerly known as Prince, l’artista una volta noto prince), poi ancora Prince. Lorenzo Cherubini diventò Jovanotti, e lì rimane. Rosario Paci diventò Roy. Terence Trent d’Arby ora passa per Sananda Maitreya. Cat Stevens all’anagrafe nacque Steven Demetre Georgiou ma ora è Yusuf Islam. Molare, come dicono i dentisti: voi quanti nomi avete? Potete anche scriverlo per e-mail: Se tu dici un nome a me, poi io dico un nome a te.

La cosa più interessante sono poi i nomi che vi danno gli altri…ma questo diventa un  boscoriserva diverso. Intanto si è fatta una certa, e devo partire. Per cui: parole alla musica e musica alle parole.

Look what’s happening out in the streets | Bada lì che succede per le strade
Got a revolution Got to revolution | C’hai una rivoluzione – devi fare una rivoluzione (in senso “fisico”?)
Hey I’m dancing down the streets | Oh, sto ballando per le strade
Got a revolution Got to revolution
Ain’t it amazing all the people I meet | non è forte, tutta ‘sta gente che incontro
Got a revolution Got to revolution
One generation got old | una generazione è invecchiata
One generation got sold | una generazione è stata venduta
This generation got no destination to hold | questa generazione non ha una destinazione da mantenere
Pick up the cry | raccogli il grido

Hey now it’s time for you and me | oh: ora è il tempo per te e per me
Got a revolution Got to revolution
Come on now we’re marching to the sea | vieni, ora, si marcia verso il mare
Got a revolution Got to revolution
Who will take it from you | chi è che lo (o la?) prenderà da te
We will and who are we | noi…e chi siamo noi?
We are volunteers of America | siamo volontari dell’America

Boscoriserva n° 4 del 30/6/19: madre meno figlio

prima edizione 27/2/14

Alla ricerca del Boscoriserva minore, sono andato a pescare cose che rimanevano fuori anche dal radar dei più esperti.

Per una combinazione di assonanze, dalla scaletta del festival ho notato “Motherless child” dei Sweetwater, che a me sembrava “Fortunate one” dei Creedence Clearwater Revival (ho forse l’assonanza l’avrò notata nel nome del gruppo?). “Giocoforza” come dice il mio amico Maurizio di sotto Firenze nella sua dimora accogliente, mi è toccato andare a sentirla.

La filmografia ufficiale del festival non offre l’esibizione dei Sweetwater, né ho trovato nell’economia del quarto d’ora dedicato alla rubrica Boscoriserva fimati bootleg riversati da qualche pensionato che andò all’evento con la cinepresa.

Però ho trovato un’altra chicca: l’esibizione del gruppo nello stesso anno in uno studio televisivo, introdotti nientepopodimenoche da Bing Crosby (do you remember, “White Christmas” ecc).

Anche il brano dei Blood, Sweat & Tears era in studio, e tutto sommato ci si calavano bene. I Sweetwater invece fanno un effetto strano. E’ come se fossero sul palco di Boscoriserva, e in postproduzione li abbiano trasferiti in uno spazio diverso. E questo mi ha fatto effetto.

Ma più effetto mi ha fatto come Bing introduce il gruppo: “The most unique combination of talents on record today“.

Ora…dire nel 1969 che i Sweetwater erano “la più speciale combinazione di talenti oggi sui dischi” è un classico caso di sindrome del “o ci sei o ci fai”.
Se gli autori del programma “c’erano” vivevano musicalmente negli anni ’50 e ignoravano tutta la saranbanda di bande che imperversava in quelle lande. Se ci facevano, allora non volevano mettere il gruppo nella giusta dimensione. Se poi la sera dopo arrivavano ospiti Jimi Hendrix, Janis Joplin o uno degli altri 50 grupponi di allora come dovevano presentarli???

Notare anche il sagace umorismo degli autori televisivi dell’epoca: Questo gruppo è qua per un caso non dipendente da noi…li aveva scritturati Dean Martin, ma ha annullato la data quando ha saputo che nel nome del gruppo c’era la parola “acqua”.

L’altra cosa molto, molto interessante di questo brano è che si scopre che all’epoca un sacco di gruppi cantavano gli stessi pezzi…ma per oggi ho scritto troppo e ci ho un treno da prendere a 40 km da questo punto tra 75 minuti. Buon viaggio a me e buon ascolto a voi.

sometimes I feel like a motherless child | a volte mi sento come un figlio senza la mamma

a long way from my home | e mi sento lontano da casa

sometimes I feel like there’s nobody there | a volte mi sento come se non ci fosse nessuno

a long way from my home | e mi sento lontano da casa

boscoriserva n° 2 del 28/6/19: Girando ruota

originale del 25/2/14

I Blood, Sweat and Tears (Sangue, sudore e lacrime) si esibirono a Boscoriserva tra domenica 17 e lunedì 18 agosto).

Questa è la prima canzone che abbia mai sentito di loro (e anche la più famosa). Non ho trovato repertori video ripresi durante il festival, ma questo video è contemporaneo, come si può intuire da: luci, scenografia, basette, taglio dei vestiti, montaggio. Il testo per intero non lo avevo mai seguito prima di scrivere questo articolo, e dice quelle cose lì.

Per gli amanti di Spinning Wheel, consigliamo anche la versione di Monika Brodka, che però in questo momento non è reperibile sul “grande tubo”, se non in un frammento (e ringrazio una nota esperta algherese di comunicazione e web 4.0 per la segnalazione di qualche anno addietro).

Nella traduzione, per me la spinning wheel è una giostra, anche se i dizionari del terzo millennio ti danno tutto tranne che questo.

Bando alle ciance, e via col vento (data la potentissima sezione fiati di questo gruppo):

What goes up must come down | Quello che va sù deve tornare giù
spinning wheel got to go round | e la giostra deve girare
Talking about your troubles it’s a crying sin | Parlare dei tuoi problemi è un peccato mortale
Ride a painted pony | Cavalca un pony colorato
Let the spinning wheel spin | e lascia che la giostra giri

You got no money, and you, you got no home | non ci hai una lira, e nemmeno una casa
Spinning wheel, spinning all alone | gira la giostra, gira da sola
Talking about your troubles and you, you never learn | parli dei tuoi problemi e tu, tu non impari mai
Ride a painted pony | cavalca un pony colorato
let the spinning wheel turn | lascia girare la ruota

Did you find a directing sign | ma l’hai trovato un cartello di indicazioni
on the straight and narrow highway? | nella dritta e stretta autostrada?
Would you mind a reflecting sign | ti darebbe noia un cartello riflettente
Just let it shine within your mind | lascialo giusto illuminare la tua mente
And show you the colours that are real | facendoti vedere i veri colori

Someone is waiting just for you | c’è qualcuno che aspetta proprio te
spinning wheel is spinning true | la giostra gira per davvero
Drop all your troubles, by the river side | lascia tutti i tuoi problemi lungo la riva del fiume
Catch a painted pony |prendi un pony colorato
On the spinning wheel ride | nel giro di giostra

Someone is waiting just for you
spinning wheel is spinning true
Drop all your troubles, by the river side
Ride a painted pony
Let the spinning wheel fly | fa’ volare la giostra

brano bag del 17-6-19: Roma, Arona, o Verona ?

prima edizione: 19/10/2012

Da piccino, uno dei modi di dire che mi avevano insegnato era “Chi va a Roma perde il posto e la poltrona”.

Una mattina (tipo: oggi) mi son svegliato e mi sono accorto di due cose

uno: non c’è la rima. di questo in effetti mi ero già accorto circa 40 anni fa. e che si chiama assonanza non troppo dopo.
però una mattina (tipo: oggi) ho pensato che si potrebbe dire “chi va ad Arona perde il posto e la poltrona”

due: dalle parti mie, chi va a Roma in genere il posto lo ha perso o sta per (vedi manifestazioni sindacali) e se c’è di mezzo la
poltrona è perché la va a prendere. Mentre chi va ad Arona in genere va a fare una innocente gita al lago.

poi me ne sono chiesta una terza: dove sarà nato questo modo di dire ?

d’istinto avrei detto: sicuramente non a Roma. poi ho pensato che in effetti qualsiasi romano potrebbe aver coniato la frase, come osservazione sui tanti pellegrini che da sempre a vario titolo affollano la città.

E quindi ? ci siamo svegliati con la necessità di un quarto d’ora di distrazione coi giochi di parole ? No: si va a Roma!

Lasciando a trasmissioni fanta-filologiche il resto del bag, a Roma oggi pomeriggio confido di trovare argomenti per migliorare il posto che ho già, e penso che il fatto di assentarmi per due giorni dalla poltrona attuale, se per caso qualcuno ne occupa un pezzetto (ma mi lascia almeno un bracciale per sedermici di traverso al ritorno), va benissimo. oppure mi accorgo che al ritorno posso occupare un divano…magari di quelli fatti a “L” (uno dei pochi sogni che ho in campo di arredamento).

chi, poi, fosse andato a Verona (altro posto in -ona) il 16 settembre 2006, a prescindere da posti e poltrone, con una settantina di euro avrà potuto ascoltare la seguente canzone, che in modo metodico, anche se non compulsivo, metto dal 1993.

in effetti per apprezzare veramente questa canzone bisogna ascoltarla dove è nata, cioè come brano conclusivo dell’album “Ten”. Se la ascoltate in quel contesto, la capirete ancora meglio, perché avrete sentito che cosa è capitato a Eddie (o a qualcuono che lui ha conosciuto), in cui succede un po’ di tutto, e poco di sereno. Allora la canzone ha veramente senso.

I see the world | vedo il mondo
Feel the chill | sento il brivido
Which way to go | da che parte andare
Windowsill | davanzale
I see the words | vedo le parole
On a rocking horse of time | sul cavallo a dondolo del tempo
I see the birds in the rain | vedo gli uccelli nella pioggia

Oh dear dad | caro babbo
Can you see me now | mi puoi vedere ora ?
I am myself | io sono me stesso
Like you somehow | come te, in un certo qual modo
I’ll ride the wave | cavalcherò l’onda
Where it takes me | là dove mi porterà
I’ll hold the pain | tratterrò il dolore
Release me | liberami

Oh dear dad | caro babbo
Can you see me now | mi puoi vedere ora ?
I am myself | io so me stesso
Like you somehow | come te, in un certo qual modo
I’ll wait up in the dark | aspetterò alzato, al buio
For you to speak to me | perché tu mi parli
I’ll open up | mi aprirò
Release me | liberami…
Release me
Release me
Release me

branobag del 9/6/19: Roba da urlo

prima edizione del 10/10/2012

Da una mattinata fiorentina grigia, ma con la vista si squarci di cielo blu che si illuminano mano a mano che il sole arranca verso il suo posto di lavoro nel traffico stellare della mattina, sarebbe intenso dedicarsi a un quarto d’ora di pensieri…

…ma c’ho da pprende ‘i ttreno!

vi lascio con i Black Crowes, che in modo molto efficace (quantunque ermetico in un paio di punti) il punto di vista di uno che ha capito non tutto, ma abbastanza da scriverci sopra una bella canzone e magari comportarsi di conseguenza:

Songwriters: ROBINSON, RICH / ROBINSON, CHRIS

To lessen my troubles — Per patire un po’ di meno
I stopped hanging out with vultures — Ho smesso di stare con gli avvoltoi
And empty saviours like you — I salvatori vuoti come te
Oh, I wish I had a nickel for every miracle — Se solo avessi un centesimo per ogni miracolo
That you easily tricked me into — Su cui mi hai ingannato con facilità

You can lead a horse to water — Puoi portare un cavallo all’abbeveratoio
Oh, But faith is another matter — Ma la fede è un’altra cosa
Oh, So don’t you surrender (Oh no no) — Per cui, non arrenderti
Cause sometimes salvation — Ché a volte la salvezza
In the eye of the storm — E’ nell’occhio del ciclone

Sister do you want to try to find me? — Sorella, vuoi provare cercarmi ?

I’ve no time for accusations — No ho tempo per le accuse
Or conversations on all the bad, bad, bad, things that you do. — O per le chiacchiere su tutte quelle cose maligne che fai
Just a note from the jailor — Giusto una nota dal carceriere
Drugs in the relation — E droghe nella relazione
To all the people around you — Con tutti quelli che ti stanno intorno

You can lead a horse to water (yeah yeah)
Oh, But faith is another matter (Yes it is)
So don’t you surrender
Cause sometimes salvation
In the eye of the storm

Sister do you even want to try to find me? (Oh)

(Oh)

Oh, I’ve kept secret your superstitions Oh, ho mantenuto il segreto sulle tue superstizioni
And all it’s twisted wisdom E tutta la saggezza perversa
That I fell into (Oh yeah) in cui sono caduto

You can lead a horse to water (Oh you know you can)
But oh yeah, faith is another matter (yes it is)
Oh So don’t you, so don’t you surrender (Oh no no no)
Sometimes, sometimes, salvation, salvation, salvation
In the eye of the storm (yeah)

Sister do you want to try to find me?
Hey, Sister do you want to try to find me?
Hey, Sister do you want to try to find me?

Sometimes Salvation lyrics © Warner/Chappell Music, Inc.

branobag del 9-4-19: Yesterday’s mistakes/Gli sbagli di ieri

[prima edizione 9-9-2012 e poi ecspobag del 2-7-2015]

Enti Comunali Spendono Parecchio Oggi

Un brano molto, molto, molto lieve degli Oi va voi…gruppo anglo-qualcosa-yiddish da Londra. Tutto il disco da cui è tratto questo pezzo è molto, molto, bbello.

Pare che “oi va voi” sia un espressione in Yiddish che vuol dire tipo “o mamma mia”. Alla foce dell’Arno si direbbe “oimmèna”.

bombarde360-mxh-xxr-web

Don’t need another resolution to feel | non ho bisogno di un’altra decisione per avere la sensazione
As though I’m going somewhere, somewhere | di andare da qualche parte

You said you needed me | hai detto che avevi bisogno di me
Or at least that’s what I thought | o almeno, è ciò che ho pensato
At times the memories | a volte i ricordi
Seem to be knocking at my door | pare bussino alla mia porta
I’ve seen the film a million times |ho visto questo film un milione di volte
Feels like I wrote the storyline | sembra che abbia scritto io la sceneggiatura
I refuse to replay | mi rifiuto di ripetere
The mistakes that we made yesterday | gli sbagli che ho fatto ieri

I like to think I’m stronger now | mi piace pensare che sono più forte, ora
Victim of common sense | vittima del senso comune
The truth is that I know I still | la verità è che continuo
Confuse the past with the present tense | a concondere il passato con il “presente prossimo”
Condensing what we had | condensando quello che abbiamo avuto
To a single frame | in una singola immagine
That sticks in my mind | che si incolla alla mia mente
As I try to move on | e mentre cerco di andare avanti
The same image comes back every time | quella stessa immagine ritorna sempre

They were yesterdays mistakes | erano gli errori di ieri-.–
And they were yesterdays mistakes
Yesterday’s mistakes
Somewhere | da qualche parte

Forgive my selfishness | perdona il mio egoismo
I’d be grateful if you can | te ne sarò grato se potrai farlo
Forget my ingratitude | dimentica la mia ingratitudine
You think I’m twice the girl I am | tu pensi che io sia due volte la ragazza che sono
They say we should forgive| dicono che si dovrebbe perdonare
But not forget | ma non dimenticare
What has gone before | quello che è successo in passato
I refuse to replay
The mistakes that we made yesterday

And they were yesterdays mistakes
Yesterday’s mistakes
They were yesterdays mistakes

I refuse to replay
The mistakes that we made yesterday
I refuse to replay
The mistakes that we made yesterday

I refuse to replay
The mistakes that we made yesterday
I refuse to replay
The mistakes that we made yesterday

I refuse to replay
The mistakes that we made yesterday
I refuse to replay
The mistakes that we made yesterday