Atene, settembre 2015

Atene mi è piaciuta un sacco. Mi ci sono sentito a casa. La lingua non è aliena e -per quanto l’alfabeto sia diverso- se tendi l’occhio e aguzzi l’orecchio (o viceversa) le cose arrivano. Molte greche assomigliano alle icone greche nel mondo (Maria Callas, Vanna Barba) e molti greci assomigliano ad alcuni miei amici da Roma in giù o ad Anthony Quinn.

Con questa partenza, il resto viene da sé, tra conferenza Balkan Light 2015 (già documentata in articolo precedente), chiusura di campagna elettorale e domenica di voto, e caute ma interessanti escursioni tra Exarchia, piazza Omonia e la zona di Zografou.

Unico rammarico documentaristico: non aver potuto fare uno scatto al concertino autoprodotto in una piazza sotto Monastiraki con quattro gruppi (free jazz, swing, blues, e poi surf), finito alle 00.45 solo perché si era esaurito il gasolio del generatore. Ma poi non me ne rammarico troppo, ché se non fotografi ti godi di più la situazione.

Ah, sì, dimenticavo…c’è anche il Partenone! …è che magari, sentendomi a casa, ero meno attratto dalle questioni turistiche.

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