branobag del 5-12-2012: alt(r)a società

Se prendiamo atto che ogni giorno è una puntata di un telefilm, che ogni anno è una serie di una telenovela, che ogni riunione è una disfida di Barletta, che ogni caffé preso in un bar di una città che non conosci è un appuntamento con un agente segreto di un servizio amico, ogni dialogo fatto passeggiando in una strada con le foglie che cadono un piano sequenza imprescindibile da cui discenderanno riflessioni che cambieranno il destino dell’umanità.

Se prendiamo atto di questo, prediamo atto del fatto che il fantastico, la finzione (qualcuno la chiama “fiction”) e il reale sono la stessa cosa. E che voi, ognuno di voi, non un voi generico, potete scegliere quale proporzione di fantastico e quale proporzione di reale miscelare, per avere una giornata a tinte diverse. Dipende solo da voi, e non servono sostanze chimiche o naturali per farlo dipendere (anche se molti pensano che sia indispensabile, o per alimentare o per smorzare questa modalità).

Ma non basta: una volta preso atto di questo, se prendiamo atto che il fatto di leggere la “realtà”, la somma degli stimoli sensoriali che ci raggiungono e vengono elaborati dal nostro cervello e mediati dal nostro sentimento (qualcuno lo chiama “mood”) in modo romanzato può non essere solo “fantasia” o “suggestione”, ma che questo fatto può determinare un impatto reale sulla “realtà”… ecco, se prendiamo atto di questo, siamo nel cinque dicembre duemiladodici e stiamo leggendo un brano bag su un sito web e ci stiamo capendo.

Per il brano, anziché accompagnarvi con cose a tema, tipo “The fool on the hill” dei Beatles, “If Six Was Nine” di Jimi Hendrix, o anche “Vedi cara” di Guccini (che comunque vi invito a riascoltare), vi propongo una spensierata e non mediata Mina.

A parte lei, sempre grande (o meglio. Grande, grande, grande), di questo pezzo apprezzo gli arrangiamenti…il sound: siamo nel 1976. Mentre fuori si spara (10 vittime del terrorismo…ancora nulla rispetto a un paio di anni dopo, ma comunque un ritmo sufficiente a far stare svegli la notte), in studio escono cose in cui, oltre a una voce importante, si mescolano sonorità country rock, flanger, intermezzi di basso che non passano inosservati. Ho avuto il piacere di ascoltare questo brano da long-playing, nell’anno in cui uscì.