Le rocce plumbee di Roccatederighi (quanno chiove)

Fossimo stati in Danimarca, non sarebbe stato un grosso problema, ma la pioggerellina (a volte “come le funi”) e la nebbia con visibilità 10 metri nelle strade del Rally di Maremma non hanno incoraggiato la partecipazione al ritrovo “da Giannino” sabato e domenica scorsi.

Ciononostante, un po’ di persone sono venute, ed erano quelle giuste. Magari quattro o cinque in pù ci potevano stare, ma già dieci in più, con questa stagione, avrebbero determinato senza volerlo un ambiente meno godibile.

Nella somma della due giorni, abbiamo consumato una metà delle provviste sarde, tre quarti delle schiacce farcite del forno, non abbiamo finito i due boccioni di vino da tavola (rosato di Dorgali e rosso della Trexenta). In parallelo, ci sono stati vari scambi e interazioni, a base di chitarre, enciclopedie degli anni Settanta, artisti di strada (in borghese e fuori servizio), piemontesi in trasferta per amore, e preparativi di trasferte in Piemonte per amore (della musica). Si è discettato di Woody e Arlo Guthrie, frane sopra Baunei, Diodoro Siculo, lavorazione del granito, musica grunge e altri temi che ora sfuggono. Per quattro ore di due giorni…Non era un’osteria, non era un caffé letterario, non era un simposio, non era una Winter School. Qualcosa era. Magari si ripete.

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