Archivio mensile:Giugno 2019

Martedì 16-7-2019, Milano: Il cielo notturno…dalle pianure dei Paesi Bassi alle colline della Maremma

NB: se volete venire a sentirci, vi invitiamo a iscrivervi a questo evento tramite Eventbrite (l’iscrizione e la partecipazione sono gratuite)

Una versione PDF della loocandina è disponibile qui

Per secoli siamo stati abituati a vivere considerando il cielo notturno come un elemento naturale del nostro paesaggio, ma sostanzialmente indipendente dalle nostre attività. Con lo sviluppo delle aree urbanizzate e delle infrastrutture industriali è arrivata anche l’illuminazione, come risorsa essenziale per il miglioramento della qualità della vita, portando sicurezza e possibilità di svolgere di notte attività una volta relegate alla parte diurna della giornata. In parallelo, però, la combinazione di sorgenti luminose non strettamente orientate sulle zone in cui la luce serve, o con potenza troppo elevata, hanno iniziato a produrre inquinamento luminoso e -di fatto- a contaminare il cielo.

Utrecht, The Netherlands

L’inquinamento luminoso ha una serie di effetti negativi, inizialmente considerati un problema solo per gli astronomi, che hanno dovuto delocalizzare molte delle attività di osservazione dagli osservatori storici, nati non lontano dalle città, verso zone non interessate dall’inquinamento luminoso (tendenzialemente piuttosto remote). Tuttavia, nella scorsa ventina di anni, un’attività di ricerca piuttosto significativa ha molto migliorato la nostra comprensione del fenomeno, evidenziando effetti nei campi dell’ecologia, della salute umana, della gestione dell’energia, nella sicurezza stradale e personale. La combinazione di tali effetti, in parallelo a uno sviluppo molto rapido delle tecnologie di illuminazione, e una sostanziale inconsapevolezza generale degli effetti negativi dell'”eccesso di luce” (con la questione della luce blu come tema principale oggi), fa sì che l’inquinamento luminoso sia semplice da comprendere a un livello base, ma complesso da afferrare nelle sue sfaccetature: chiunque può rendersi conto della differenza fra un cielo notturno osservato dal centro di una grande città, piuttosto che da una zona rurale, ma non è poi semplice sviluppare politiche sull’illuminazione che tengano conto della percezione dell’illuminazione da parte di diversi settori della società.

Indipendentemente da approcci e percezioni che possono variare, rispetto all’illuminazione notturna, ci sono due elementi che è difficile negare, se si osserva la cosa da un punto di vista di sostenbilità ambientale: il cielo notturno è un bene comune, per cui la soluzione dei problemi dell’inquinamento luminoso richiede un approccio partecipato e il coinvolgimento di portatori di interessi diversi, e le sorgenti di luce che non sono pensate per illuminare esclusivamente le zone in cui la luce è effettivamente necessaria (in funzione di un determinato uso), devono essere riprogettate in modo da ridurre gli effetti dell’inquinamento luminoso senza ridurre la qualità della vita.

Al fine di condividere vari scenari in relazione a questi aspetti, il Consolato Generale dei Paesi Bassi di Milano ha organizzato un evento alla Cascina Cuccagna, a Milano, il 16 luglio 2019, dalle 18.00 alle 22. In particolare, dopo un momento di accoglienza, dalle 18.30 alle 19.30 si terrà una presentazione, seguita da un momento di confronto e poi dalle 20, uno spazio informativo e di coinvolgimento di cittadini, creativi ed esperti interessati a collaborare sul tema,

L’evento, in collaborazione con il progetto BuioMetria Partecipativa, è collegato alla mostra del padiglione olandese ‘I See That I See What You Don’t See’ presso l’esposizione internazionale ‘Broken Nature’ alla Triennale di Milano .

Facendo seguito a una confereza organizzata il 26 maggio scorso, il Consolato Generale ha deciso di proporre un ulteriore approfondimento sul tema, invitando dall’Olanda uno dei massimi esperti dei Paesi Bassi, Wim Schmidt, che illustrerà varie questioni legate all’inquinamento luminoso, e alle strategie di riduzione dello stesso, come si possono osservare nel suo paese, che in Europa è uno di quelli più interessati dal problema.

Per integrare questo punto di vista, e suggerire percorsi con cui cittadini, creativi ed esperti possono approcciarsi alla protezione e alla promozione del cielo notturno, Wim Schmidt interagirà con Andrea Giacomelli, un esperto proveniente dalla Maremma (che in Italia è una delle zone più buie). Dal confronto fra questi due punti di vista, e da alcune attività pratiche che saranno proposte durante l’evento, i partecipanti saranno stimolati a guardare al cielo, e alle luci che dipendono da loro, con una sensibilità diversa, e a ripensare alla prossima lampadina che dovranno cambiare.

Per maggiori informazioni: bmp@pibinko.org o 3317539228

I relatori

Wim schmidt ha una formazione come astronomo e psicologo e vive a Utrecht. In occasione dei 50 anni decise di dare una svolta alla sua vita, e avviò una ditta di consulenza a enti locali e imprese per la riduzione dell’impatto dell’inquinamento luminoso sull’ambiente. Svolge inoltre ricerche sull’andamento della qualità del cielo notturno in Olanda ed è il referente dell’associazione olandese contro l’inquinamento luminoso (http://www.sotto.nl/index-english.html)

Andrea Giacomelli è un ingegnere ambientale e un dottore di ricerca in idrologia con 25 anni di esperienza sui sistemi informativi territoriali. Nel 2007 ha avviato una serie di attività indipendenti legate alla promozione nel campo della cultura, dell’ambiente e dell’innovazione libera. Il suo progetto principale è la “BuioMetria Partecipativa”, con cui svolge attività di monitoraggio e citizen science legate all’inquinamento luminoso, e promozione del cielo notturno come risorsa. di base vive nelle colline metallifere grossetane. (http://www.pibinko.org)

Photo credit: NASA (immagini satellitari), Wim Schmidt (inquinamento luminoso)

La campagna buiometrica estiva 2019 in collaborazione con un esperto internazionale in missione in Toscana.

Il progetto BuioMetria Partecipativa si occupa dal 2008 di sensibilizzare sul tema dell’inquinamento luminoso, raccogliere dati su questo fenomeno tramite reti di citizen science, e promuovere zone “buie” caratterizzate da buona qualità del cielo notturno. La raccolta di osservazioni di questo tipo può essere fatta durante tutto l’anno, ma la stagione estiva facilità chiaramente la partecipazione dei non addetti ai lavori. Con la BMP abbiamo quindi lanciato campagne estive di misure, di solito focalizzate su zone specifiche. Ad esempio, nel 2012 con alcuni strumenti dislocati in varie località del Golfo di Follonica, o nel 2017 con varie misure su tutta la costa toscana dalla Versilia alla Maremma (più alcune delle isole).

Come campagna estiva 2019, avremo l’onore di ospitare fra il 24 e il 29 luglio prossimi una missione in Italia di Zoltán Kolláth, professore di astrofisica presso il Savaria University Centre, Eötvös Loránd University, Szombathely, Ungheria. Il Prof. Kolláth è un’autorità mondiale nel settore degli studi sull’inquinamento luminoso, nonché della valorizzazione del cielo notturno come risorsa. E’ stato il creatore di uno dei primi parchi delle stelle internazionali in Europa, la zona di tutela paesaggistica di Zselic, e ha da molti anni un ruolo di guida nella protezione dei cieli notturni in Ungheria, con il riconoscimento di tre parchi certificati dalla International Dark Sky association.

Al momento il professore è responsabile di un grosso progetto nazionale per lo sviluppo di attività di ricerca scientifica su tutti gli aspetti dell’inquinamento luminoso, fra cui la realizzazione di nuovi sistemi di illuminazione sostenibile. Come astrofisico, si occupa delle dinamiche delle stelle pulsanti. E’ inoltre molto attivo nella divulgazione anche in questo settore, ad esempio curando la sonorizzazione di segnali astronomici che sono stati utilizzati in mostre e composizioni musicali, fra cui un brano di John Legend.

Un estratto del nuovo atlante mondiale dell’inquinamento luminoso (Falchi et al., 2016)

La missione in Toscana nasce da un rapporto avviato dalla BMP con il Prof. Kolláth nel 2013, e porterà lo scienziato a visitare alcuni siti in bassa Toscana. Questa in Italia è una delle aree con la miglior qualità del cielo notturno, dato che spicca ancor più essendo l’Italia una nazione con condizioni mediamente non buone per l’inquinamento luminoso rispetto ad altri stati con condizioni di sviluppo analoghe, come dimostrato da studi recenti. Tra l’altro, il Prof. Kolláth aveva già avuto modo di svolgere alcune rilevazioni in Alta Maremma nel 2015, partecipando a una campagna di rilevazioni nell’ambito di un progetto europeo e organizzata dalla BuioMetria Partecipativa assieme al CNR di Firenze, con attività in Val di Farma e nel capoluogo toscano (cfr. Radio 24, 28-3-2015)

Nel corso della missione 2019 il professore terrà alcune presentazioni pubbliche di sensibilizzazione sui temi che studia da oltre vent’ anni e condurrà una serie di attività di rilevazione e misurazione della qualità del cielo notturno con strumentazione scientifica di alto livello (ad esempio, l’immagine di testa dell’articolo è stata acquisita dal professore sull’isola di Capraia, in occasione del primo simposio internazionale su protezione e promozione del cielo notturno)

Il programma effettivo delle presentazioni e dei siti di osservazione che verranno analizzati nella prossima campagna buiometria sarà reso entro metà luglio.

Terminata la missione in Toscana, il prof. Kolláth terrà un ulteriore evento in Trentino, presso la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, sempre nell’ambito delle iniziative promosse dalla BuioMetria Partecipativa, nel quadro interdisciplinare e di relazione fra territori diversi che anima questo progetto.

Un zoom della mappa della BuioMetria Partecipativa sulla bassa Toscana, con le misure eseguite dai cittadini sin dal 2008.

Chi fosse interessato a partecipare alla campagna buiometrica 2019 può scrivere a bmp@pibinko.org o chiamare il 3317539228.

branobag del 20/6/19: Giornate, Festival, e tutto il resto del tempo – Feste di Piazza

prima edizione 25/10/2012

[il brano bag di ieri, era piaciuto un sacco a Teresa da Gavorrano (che ha commentato con un “wow” detto con accento vèneto), e a Guido di Livorno (che ha detto che gli sono piaciute le facce dei musicisti)…vi dicevo che era il miglior pezzo del 2012!]

Nella scorsa decina di anni chi ha avuto occhio per intendere potrebbe aver notato una graduale deriva (un’altra…yet another, una màs).

La deriva è quella della diluizione della celebrazione.

I romani dicevano “semel in anno insanire licet”…una volta all’anno, no due, si poteva fare qualcosa di molto diverso, che non c’entrava niente con il resto. E poi lo chiamarono carnevale.

Non ho avuto modo per ora di fare una rassegna esaustiva della percentuale di tempo dedicato a celebrazioni dai vari popoli (anche se ho sentito parlare bene del Nordeste brasiliano), mentre ho avuto più modo di fare caso all’andamento di fenomeni quali le giornate nazionali e i festival.

Non vale cercare su internet tramite noti motori di ricerca: se fate l’esercizio per un mese di tenere l’occhio alle “giornate nazionali” e ai “festival”, vedrete che ce ne sono un sacco. Non quante le sagre nel centro Italia d’estate, ma parecchie.

La giornata nazionale dell’aquilone, quella della distrofia muscolare, quella della pace, quella della non belligerazna, quella del sorrito, addirittura quella dell’inquinamento luminoso!

Ma se andate poi a vedere l’effettivo carattere di “nazionalità” di una giornata nazionale ? Ci sono tante, tantissime iniziative degne e importanti, e poi ci sono diverse giornate che sono nazionali nella testa di chi le concepisce, ma poi nella portata reale sono feste da oratorio che poi magari piove, si deve annullare la partita, e si ripiega sul biliardino.

I festival, poi hanno avuto una vera e propria escalation negli ultimi 2-3 anni. Una volta c’era Sanremo e Castrocaro. Poco fa ho sentito alla radio che a Genova si inaugura il festival dell’immaginazione. Io sapevo che c’era il festival della scienza.
Perplesso dalla sovrapposizione di due eventi di questo tipo, sono andato a controllare (grazie, Tim Berners-Lee!) e ho visto che in effetti c’è solo il festival della scienza, che però viene presentato da alcuni lanci di stampa come “festival dell’immaginazione” nel titolo.

Morale: se oltre alla proliferazione dei festival reali ci si aggiunge anche la confusione mediatica, siamo a posto! Se l’idea di una giornata nazionale o di un festival è quella di creare attenzione su un problema, o su un’opportunità, o su una risorsa dimenticata…se ce n’è quattro all’anno, si capisce cosa è “importante”. Se ce n’è uno alla settimana, almeno, il rapporto segnale/rumore, come lo chiamano gli ingegneri elettronici o quelli ambientali che hanno sentito usare questa espressione, diminuisce…ed è più facile perdere il valore di un messaggio o di un’iniziativa.
Nessuno si sarà fatto male se ciò accade, ma magari è un’altra occasione persa per cambiare un pezzettino di qualcosa (o te che ti guardi allo specchio la mattina).

Chi non ci avrà mai rimesso, sono quelli che curano il catering e i servizi (e buon per loro, non dico di non farlo!), ma insomma: prima di organizzare una giornata nazionale, pensateci bene! E prima di organizzare un festival, badate di aver organizzato almeno qualche giornata nazionale!

Parlando di feste, questo bel pezzone di Edoardo Bennato “quando era Edoardo Bennato” ci spiega varie cose. Musicalmente, più che una canzone, è una nenia, ma si lascia ascoltare. Se ci levi l’assolone finale potrebbe anche funzionare come ninna nanna.

Feste di piazza
Le carte colorate
Gli sguardi sempre ben disposti
A dolci ed aranciate

I capi in testa
Con i distintivi sfavillanti
Si sbracciano come dannati
Solo per sentirsi piu’ importanti

Sale sul palco
Il numero 24 dalla lista
Che per far pressa sulla folla
Continua a ripetere
E’ ora di finirla adesso basta!

Tutti d’accordo
E si puo’ andare avanti
E come previsto dal programma
Arrivano i cantanti

Adesso e’ il turno
Di quello un po’ introverso
Che mentre si esibisce stancamente
Pensa che e’ solo tempo perso

E tutto a un tratto
Arriva l’attrazione
La gente applaude nervosamente
Per mascherare un po’ di delusione

Tutto e’ finito
Si smonta il palco in fretta
Perche’ anche l’ultimo degli addetti ai lavori
Ci ha a casa qualcuno che l’aspetta

Restano sparsi
Disordinatamente
I vuoti a perdere mentali
Abbandonati dalla gente
Dalla gente
Abbandonati dalla gente

Brano bag del 19/6/19: il mito della “reinmusicazione”

[originale del 24/10/2012]

I Dexy’s Midnight Runners sono un gruppo irlandese, non famoso come i Pogues, ma riconoscibile nella combinazione di fiati, fisarmonica e uso non troppo smodato di urletti.

Se conoscete i Dexy’s Midnight Runners è probabilmente perché avete ballato almeno una volta sui tavoli il loro principale successo, dal titolo “Come on, Eileen” (trad: “Eileen, e ddatte ‘na mossa”)

Da qualche mese si sentivo spesso alla radio una canzoncina che mi ricordava nemmeno troppo alla lontana questo gruppo e continuavo a dirmi: vedi, ci sono gruppi che sono la “reinmusicazione” (analoga alla reincarnazione) di altri gruppi. Suonano come se fossero quelli, ma venti anni dopo, all’eta che aveva quell’altro gruppo quando suonava. Nota bene: per “suonare allo stesso modo” non intendo necessariamente cover e suoni copiati…vedi ad esempio Janis Joplin e Björk.

Ieri poi, tra un milk shake scambiato per sbaglio (ma buono! e poi restituito) e una barista sotto pressione ma infine probabilmente simpatica, passava il video di questo nuovo brano che assomiglia ai Dexy’s Midnight Runners. E’ un video un po’ surreale, anche migliorabile tecnicamente e per me un po’ didascalico, ma infine mi ha fatto decidere di voler cercare una performance di questo gruppo. Se già dalla radio mi parevano “tanta roba”, avendoli visti, sono convinto (“I’m a believer”).

Of Monsters and men

Lyrics to Little Talks :
Hey! Hey! Hey!

I don’t like walking around this old and empty house.
So hold my hand, I’ll walk with you my dear

The stairs creak as I sleep,
it’s keeping me awake
It’s the house telling you to close your eyes

Some days I can’t even dress myself.
It’s killing me to see you this way.

‘Cause though the truth may vary
this ship will carry our bodies safe to shore.

Hey! Hey! Hey!

There’s an old voice in my head
that’s holding me back
Well tell her that I miss our little talks.

Soon it will all be over, buried with our past
We used to play outside when we were young
and full of life and full of love.

Some days I feel like I’m wrong when I am right.
Your mind is playing tricks on you my dear.

‘Cause though the truth may vary
This ship will carry our bodies safe to shore

Hey!
Don’t listen to a word I say
Hey!
The screams all sound the same.
Hey!

Though the truth may vary
this ship will carry our bodies safe to shore

You’re gone, gone, gone away,
I watched you disappear.
All that’s left is a ghost of you.
Now we’re torn, torn, torn apart,
there’s nothing we can do,
Just let me go, we’ll meet again soon.

Now wait, wait, wait for me, please hang around
I’ll see you when I fall asleep.

Hey!
Don’t listen to a word I say
Hey!
The screams all sound the same.
Hey!

Though the truth may vary
this ship will carry our bodies safe to shore

Hey!
Don’t listen to a word I say
Hey!
The screams all sound the same.
Hey!

Though the truth may vary
this ship will carry our bodies safe to shore (x3)

(Thanks to urmull, jenifreckles and omnifunk for correcting these lyrics)

brano bag del 18/6/19: 1+1 = 3

Oggi saluto in particolare Grazia che va in piscina, con cui mi devo scusare per alcuni problemi tecnici di trasmissione nello scorso paio di giorni.

Ma poi..cosa succede quando due *grandi* *professionisti* *collaborano* ? Per esempio, questo:

Per oggi…tutto qua…godetevi le performance! I-N-T-R-A-T-T-E-N-I-M-E-N-T-O!!! ….Crazy in love + schitarramenti su telecaster… non cose da tutti i giorni…!!! Let’s go crazy con chiusura di wah-wah!!! Non irriproducibile, ma molto molto fatto bene. “un bel lavoro”, come direbbe Andrea del bar.

“Dagli irredentisti ai dentisti”, e la prima conferenza croata sull’inquinamento luminoso (notizie pibinko.org del 17/6/19)

Immagine di testa: due globi luminosi si stagliano sulle mura del centro storico di Rab.

Dal 14 al 16 giugno sono stato invitato a partecipare alla prima conferenza croata sull’inquinamento luminoso, nella suggestiva cornice dell’isola di Rab, e in particolare nel borgo di Lopar. L’evento nasceva dal recente varo della legge croata sullo stesso tema, e all’interesse da parte di vari soggetti in Croazia ad ampliare la conoscenza . L’invito derivava dall’avere vari contatti in zona balcanica con il progetto BuioMetria Partecipativa, avendo partecipato nel 2013 a una campagna di misure sull’isola di Lastovo e da altri intrecci.

Trovate un parziale resoconto dell’evento in questo articolo della testata Novi List.

La sede della conferenza a Lopar. Presenti partecipanti prevalentemente dalla Croazia, vari delegati sloveni e bosniaci, due inglesi e un italiano (che vi scrive).

Per quanto riguarda l’intervento dalla buiometria, ho riassunto il punto di vista sul tema da parte del nostro gruppo di lavoro. Questo deriva dalla mediazione fra numerose esperienze e contatti con moltissimi soggetti attivi nella filiera della luce artificiale e dello studio dell’inquinamento luminoso, con il coinvolgimento anche del pubblico tramite attività di citizen science per la raccolta di dati sulla qualità del cielo notturno, e dall’organizzazione di parecchi eventi di divulgazione e formazione.

Inoltre, nella presentazione si sono suggerite possibili linee di collaborazione fra Italia, Croazia e gli altri paesi rappresentati, tenendo conto della convivenza delle due sponde adriatiche e del fatto che gli effetti dell’illuminazione in Italia in alcuni casi sono visibili anche da est, come documentato da campagne di misurazione svolte nell’ambito di progetti europei cui ho avuto modo di partecipare.

Con la presenza al convegno di Lopar (e ringraziando gli organizzatori per l’ospitalità), la BuioMetria Partecipativa, un piccolo progetto nato in Val di Farma, uno degli angoli meno noti della bassa Toscana, continua a rappresentare l’Italia in un contesto europeo nell’affrontare un tema considerato da molti soggetti “di nicchia”, ma in effetti sempre meno trascurabile in un quadro di attenzione all’ambiente in cui ogni piccolo gesto conta e si raccorda a strategie e indirizzi su scala molto più ampia e con un approccio interdisciplinare con cui la rete pibinko.org si trova a proprio agio.

Ulteriori iniziative stanno prendendo forma nell’ambito della somma di BuioMetria Partecipativa, Jug Band dalle Colline Metallifere e verranno annunciate a breve. Il prossimo appuntamento sarà intanto con la presenza di Andrea Giacomelli al terzo Meet Music, workshop nazionale sulla produzione musicale a Follonica (GR), il 25 giugno p.v.

Per ulteriori informazioni: bmp@pibinko.org oppure 3317539228

Poi…

Dovendo considerare un lungo viaggio e una logistica non proprio scorrevole rispetto a un convegno breve, ho voluto incorporare nella missione una parte di documentazione e ricerca. Mi sono quindi procurato alcune basi informative, fra cui una mappa e un libro con le schede biografiche di un centinaio fra gruppi e musicisti dalla Slovenia all’Azerbaigian, e via a m(‘)appare.

In pratica, le tappe sono state Trieste (Trst), Rijeka (Fiume) e Rab (Arbe). Confermo che Riejka ci sono molte cliniche dentistiche. Pensavo che le mail che mi arrivano da anni invitando ad andare in Croazia per trattamenti di questo tipo hanno un fondamento reale e non sono fake news: insomma…dagli irredentisti ai dentisti. Per il resto, via al foto reportage:

Trieste, museo della Bora.
Trieste, Piazza Unità d’Italia al tramonto, e illuminazione varia.
Storia
Trieste, globo illuminante da sotto
Trieste, città della conoscenza
Rijeka, zona porto
Rijeka: molta attenzione ai riferimenti musicali
Grammatica italiana per croati del 1957. Tra “febbre” e “felice” troviamo “federativo”.
Il “Korzo” (corso) di Rijeka
Il “corso parallelo” 1
Il “corso parallelo” 2
Il “corso parallelo” 3
Life
Illuminazione croata sbagliata ai sensi della legge slovena.
Il concerto in spiaggia della cover band degli ABBA, che ha allietato la parte finale dell’inizio del convegno (la sera del venerdì 14).
Tre punti luce…un spento e due con temperature di colore diverse.
Luce in rampa di scale esterna, accesa tutto il giorno.
Schermi a LED
Testimonianze austroungariche al porto di Rijeka.
Per i 40-50enni italiani che non lo sapevano: Sandy Marton è di origine croata (conoscendo dei Marton in veneto, pensavo fosse veneto).

brano bag del 17-6-19: Roma, Arona, o Verona ?

prima edizione: 19/10/2012

Da piccino, uno dei modi di dire che mi avevano insegnato era “Chi va a Roma perde il posto e la poltrona”.

Una mattina (tipo: oggi) mi son svegliato e mi sono accorto di due cose

uno: non c’è la rima. di questo in effetti mi ero già accorto circa 40 anni fa. e che si chiama assonanza non troppo dopo.
però una mattina (tipo: oggi) ho pensato che si potrebbe dire “chi va ad Arona perde il posto e la poltrona”

due: dalle parti mie, chi va a Roma in genere il posto lo ha perso o sta per (vedi manifestazioni sindacali) e se c’è di mezzo la
poltrona è perché la va a prendere. Mentre chi va ad Arona in genere va a fare una innocente gita al lago.

poi me ne sono chiesta una terza: dove sarà nato questo modo di dire ?

d’istinto avrei detto: sicuramente non a Roma. poi ho pensato che in effetti qualsiasi romano potrebbe aver coniato la frase, come osservazione sui tanti pellegrini che da sempre a vario titolo affollano la città.

E quindi ? ci siamo svegliati con la necessità di un quarto d’ora di distrazione coi giochi di parole ? No: si va a Roma!

Lasciando a trasmissioni fanta-filologiche il resto del bag, a Roma oggi pomeriggio confido di trovare argomenti per migliorare il posto che ho già, e penso che il fatto di assentarmi per due giorni dalla poltrona attuale, se per caso qualcuno ne occupa un pezzetto (ma mi lascia almeno un bracciale per sedermici di traverso al ritorno), va benissimo. oppure mi accorgo che al ritorno posso occupare un divano…magari di quelli fatti a “L” (uno dei pochi sogni che ho in campo di arredamento).

chi, poi, fosse andato a Verona (altro posto in -ona) il 16 settembre 2006, a prescindere da posti e poltrone, con una settantina di euro avrà potuto ascoltare la seguente canzone, che in modo metodico, anche se non compulsivo, metto dal 1993.

in effetti per apprezzare veramente questa canzone bisogna ascoltarla dove è nata, cioè come brano conclusivo dell’album “Ten”. Se la ascoltate in quel contesto, la capirete ancora meglio, perché avrete sentito che cosa è capitato a Eddie (o a qualcuono che lui ha conosciuto), in cui succede un po’ di tutto, e poco di sereno. Allora la canzone ha veramente senso.

I see the world | vedo il mondo
Feel the chill | sento il brivido
Which way to go | da che parte andare
Windowsill | davanzale
I see the words | vedo le parole
On a rocking horse of time | sul cavallo a dondolo del tempo
I see the birds in the rain | vedo gli uccelli nella pioggia

Oh dear dad | caro babbo
Can you see me now | mi puoi vedere ora ?
I am myself | io sono me stesso
Like you somehow | come te, in un certo qual modo
I’ll ride the wave | cavalcherò l’onda
Where it takes me | là dove mi porterà
I’ll hold the pain | tratterrò il dolore
Release me | liberami

Oh dear dad | caro babbo
Can you see me now | mi puoi vedere ora ?
I am myself | io so me stesso
Like you somehow | come te, in un certo qual modo
I’ll wait up in the dark | aspetterò alzato, al buio
For you to speak to me | perché tu mi parli
I’ll open up | mi aprirò
Release me | liberami…
Release me
Release me
Release me