Archivio mensile:Giugno 2019

Boscoriserva n° 4 del 30/6/19: madre meno figlio

prima edizione 27/2/14

Alla ricerca del Boscoriserva minore, sono andato a pescare cose che rimanevano fuori anche dal radar dei più esperti.

Per una combinazione di assonanze, dalla scaletta del festival ho notato “Motherless child” dei Sweetwater, che a me sembrava “Fortunate one” dei Creedence Clearwater Revival (ho forse l’assonanza l’avrò notata nel nome del gruppo?). “Giocoforza” come dice il mio amico Maurizio di sotto Firenze nella sua dimora accogliente, mi è toccato andare a sentirla.

La filmografia ufficiale del festival non offre l’esibizione dei Sweetwater, né ho trovato nell’economia del quarto d’ora dedicato alla rubrica Boscoriserva fimati bootleg riversati da qualche pensionato che andò all’evento con la cinepresa.

Però ho trovato un’altra chicca: l’esibizione del gruppo nello stesso anno in uno studio televisivo, introdotti nientepopodimenoche da Bing Crosby (do you remember, “White Christmas” ecc).

Anche il brano dei Blood, Sweat & Tears era in studio, e tutto sommato ci si calavano bene. I Sweetwater invece fanno un effetto strano. E’ come se fossero sul palco di Boscoriserva, e in postproduzione li abbiano trasferiti in uno spazio diverso. E questo mi ha fatto effetto.

Ma più effetto mi ha fatto come Bing introduce il gruppo: “The most unique combination of talents on record today“.

Ora…dire nel 1969 che i Sweetwater erano “la più speciale combinazione di talenti oggi sui dischi” è un classico caso di sindrome del “o ci sei o ci fai”.
Se gli autori del programma “c’erano” vivevano musicalmente negli anni ’50 e ignoravano tutta la saranbanda di bande che imperversava in quelle lande. Se ci facevano, allora non volevano mettere il gruppo nella giusta dimensione. Se poi la sera dopo arrivavano ospiti Jimi Hendrix, Janis Joplin o uno degli altri 50 grupponi di allora come dovevano presentarli???

Notare anche il sagace umorismo degli autori televisivi dell’epoca: Questo gruppo è qua per un caso non dipendente da noi…li aveva scritturati Dean Martin, ma ha annullato la data quando ha saputo che nel nome del gruppo c’era la parola “acqua”.

L’altra cosa molto, molto interessante di questo brano è che si scopre che all’epoca un sacco di gruppi cantavano gli stessi pezzi…ma per oggi ho scritto troppo e ci ho un treno da prendere a 40 km da questo punto tra 75 minuti. Buon viaggio a me e buon ascolto a voi.

sometimes I feel like a motherless child | a volte mi sento come un figlio senza la mamma

a long way from my home | e mi sento lontano da casa

sometimes I feel like there’s nobody there | a volte mi sento come se non ci fosse nessuno

a long way from my home | e mi sento lontano da casa

Boscoriserva n° 3 del 29/6/19: A il saltello

originale del 26-2-2014. Nella foto di testa, la Marghe degli Hardisco alla festa di Capo Danno 2012/2013 a Torniella

Chi non si è addentrato nei meandri disco- e cinemato-grafici di Boscoriserva e conosce il festival solo in modo epidermico tende a ricordare due categorie di artisti:

  • i super-rockettari rumorosi, visionari e strafatti (o strafatti e visionari?), da Jimi Hendrix in giù
  • i cantanti folk, bucolici e dalla lirica gorgheggiante, da Joan Baez in su.

Ma non c’era solo questo. C’era anche qualcosa in mezzo: L’esibizione degli Sha Na Na fu uno di questi tasselli di collegamento. Mostravano, nella loro gioia, cosa può succedere a un brano musicale in 10 anni, che forse è quello che può succedere -ed è successo- a una società occidentale in 10 anni.

“At the Hop”, fu lanciato da Danny and the Juniors nel 1957 e arrivò presto in vetta alle classifiche ammerigane di allora. Nell’interpretazione dei nostri, dieci anni dopo, diventa un’anticipazione punk-rock o semplicemente un concentrato di energia che, se fosse convertito in elettricità, potrebbe alimentare per due minuti e ventiquattro secondi un villaggio di piccole dimensioni, tipo Sticciano Scalo.

Secondo il mito della reinmusicazione, già discusso tempo addietro su queste pagine, alcuni degli Sha Na Na oggi sono diventati i Scissor Sisters. Gli altri, hanno probabilmente seguito le vie delle osterie di fuori porta di Guccini.

Sarebbe curioso sapere come sarà interpretato “At the hop” nel 2019. Nel frattempo, riascoltiamo quello di Boscoriserva:

testo (non certificato)

Bah-bah-bah-bah, bah-bah-bah-bah
Bah-bah-bah-bah. bah-bah-bah-bah, at the hop!

Well, you can rock it you can roll it
You can stop and you can stroll it at the hop
When the record starts spinnin’
You *chalypso* when you chicken at the hop
Do the dance sensation that is sweepin’ the nation at the hop

Ah, let’s go to the hop
Let’s go to the hop, (oh baby)
Let’s go to the hop, (oh baby)
Let’s go to the hop
Come on, let’s go to the hop

Well, you can swing it you can groove it
You can really start to move it at the hop
Where the jockey is the smoothest
And the music is the coolest at the hop
All the cats and chicks can get their kicks at the hop
Let’s go!

Let’s go to the hop
Let’s go to the hop, (oh baby)
Let’s go to the hop, (oh baby)
Let’s go to the hop
Come on, let’s go to the hop
Let’s go!

Well, you can rock it you can roll it
You can stop and you can stroll it at the hop
When the record starts spinnin’
You *chalypso* when you chicken at the hop
Do the dance sensation that is sweepin’ the nation at the hop

You can swing it you can groove it
You can really start to move it at the hop
Where the jockey is the smoothest
And the music is the coolest at the hop.
All the cats and chicks can get their kicks at the hop.
Let’s go!

Let’s go to the hop
Let’s go to the hop, (oh baby)
Let’s go to the hop, (oh baby)
Let’s go to the hop
Come on, let’s go to the hop

Bah-bah-bah-bah, bah-bah-bah-bah
Bah-bah-bah-bah. bah-bah-bah-bah, at the hop!

boscoriserva n° 2 del 28/6/19: Girando ruota

originale del 25/2/14

I Blood, Sweat and Tears (Sangue, sudore e lacrime) si esibirono a Boscoriserva tra domenica 17 e lunedì 18 agosto).

Questa è la prima canzone che abbia mai sentito di loro (e anche la più famosa). Non ho trovato repertori video ripresi durante il festival, ma questo video è contemporaneo, come si può intuire da: luci, scenografia, basette, taglio dei vestiti, montaggio. Il testo per intero non lo avevo mai seguito prima di scrivere questo articolo, e dice quelle cose lì.

Per gli amanti di Spinning Wheel, consigliamo anche la versione di Monika Brodka, che però in questo momento non è reperibile sul “grande tubo”, se non in un frammento (e ringrazio una nota esperta algherese di comunicazione e web 4.0 per la segnalazione di qualche anno addietro).

Nella traduzione, per me la spinning wheel è una giostra, anche se i dizionari del terzo millennio ti danno tutto tranne che questo.

Bando alle ciance, e via col vento (data la potentissima sezione fiati di questo gruppo):

What goes up must come down | Quello che va sù deve tornare giù
spinning wheel got to go round | e la giostra deve girare
Talking about your troubles it’s a crying sin | Parlare dei tuoi problemi è un peccato mortale
Ride a painted pony | Cavalca un pony colorato
Let the spinning wheel spin | e lascia che la giostra giri

You got no money, and you, you got no home | non ci hai una lira, e nemmeno una casa
Spinning wheel, spinning all alone | gira la giostra, gira da sola
Talking about your troubles and you, you never learn | parli dei tuoi problemi e tu, tu non impari mai
Ride a painted pony | cavalca un pony colorato
let the spinning wheel turn | lascia girare la ruota

Did you find a directing sign | ma l’hai trovato un cartello di indicazioni
on the straight and narrow highway? | nella dritta e stretta autostrada?
Would you mind a reflecting sign | ti darebbe noia un cartello riflettente
Just let it shine within your mind | lascialo giusto illuminare la tua mente
And show you the colours that are real | facendoti vedere i veri colori

Someone is waiting just for you | c’è qualcuno che aspetta proprio te
spinning wheel is spinning true | la giostra gira per davvero
Drop all your troubles, by the river side | lascia tutti i tuoi problemi lungo la riva del fiume
Catch a painted pony |prendi un pony colorato
On the spinning wheel ride | nel giro di giostra

Someone is waiting just for you
spinning wheel is spinning true
Drop all your troubles, by the river side
Ride a painted pony
Let the spinning wheel fly | fa’ volare la giostra

boscoriserva n° 1 del 27/6/19: io prendo da con un piccolo aiuto dai miei amici

prima edizione 24/2/14

Dopo la prima, scoppiettante, serie dei branobag, ci fu una pausa abbastanza lunga per arrivare alla seconda serie, che decisi di dedicare al Festival di Woodstock. Presi la scaletta completa dell’evento (che è molto più lunga di quello che si vede nel film e nei due album doppi), e cominciai giorno per giorno a rimettere le canzoni. Per fare la cosa un po’ à la pibinko, pensai di fare di ogni canzone la traduzione in italiano del titolo, fatta in modo finto meccanico. A volte funziona, a volte è un po’ estraniante, ma ha il suo perché.

Vennero fuori 48 puntate, che nello scorrere delle settimane si trasformarono di fatto nel conto alla rovescia per la festa del Primo Maggio. Facendo ripartire le puntate da oggi, arriveremo alla data del cinquantesimo anniversario del Festival, e saremo tutti più preparati.

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Joe Cocker era nel 2014 un distinto signore di quasi 70 anni, che potreste figurare su una panchina del parco mentre guarda i nipotini giocare.
Nel 1970, Joe Cocker era un rocker scatenato, esattamente a metà della fase che wikipedia definisce quella dei “cani pazzi e degli inglesi” (Mad Dogs and Englishmen): titolo di una tournée, di un disco di cover di grande successo, e soprattutto di un periodo molto, molto movimentato per questo artista.

Nel mondo delle cover, Joe Cocker è -assieme a Mina- uno di quelli che non sbaglia mai. Le sue versioni di brani di altri hanno sempre qualcosa in più rispetto all’originale.

Per quelli che non conoscono a menadito Woodstock, provate a confrontare l’originale dei Beatles, con la versione proposta dal Nostro in quella fattoria nella parte interna dello stato di New York. Probabilmente in quell’occasione doveva aver litigato con le coriste, perché il controcanto è toccato a due baffuti da cui probabilmente si è poi ispirato Alan Sorrenti pochi anni dopo…dietrologie sulle dinamiche dei backstage a parte: “vai col non liscio”!

What would you do if I sang out of tune,
Would you stand up and walk out on me?
Lend me your ears and I’ll sing you a song
And I’ll try not to sing out of key.

Oh, I get by with a little help from my friends
Mm, I get high with a little help from my friends
Mm, gonna try with a little help from my friends

What do I do when my love is away
(Does it worry you to be alone?)
How do I feel by the end of the day,
(Are you sad because you’re on your own?)

No, I get by with a little help from my friends
Mm, I get high with a little help from my friends
Mm, gonna try with a little help from my friends

Do you need anybody
I need somebody to love
Could it be anybody
I want somebody to love.

Would you believe in a love at first sight
Yes, I’m certain that it happens all the time
What do you see when you turn out the light
I can’t tell you but I know it’s mine,

Oh, I get by with a little help from my friends
Mm, I get high with a little help from my friends
Mm, gonna try with a little help from my friends

Do you need anybody
I just need someone to love
Could it be anybody
I want somebody to love.

Oh, I get by with a little help from my friends
with a little help from my friends.

brano bag del 26/6/19: tutela e promozione di musicisti e cantanti minori o poco noti

originale 5/11/2012

giorni fa, di passaggio con Michele detto Miki da uno dei bar di un ex-centro minerario del tuttora-centro Italia si parlava della imminente festa dei 45 giri e del fatto che si potrebbe organizzare una matinée acustica in quel bar.

nella discussione furono fatte delle presentazioni, e la barista (che è anche cantante professionista) constatava lucidamente l’effetto della crisi anche nel settore dell’intrattenimento per le feste.

ci diceva: “Sapete, io vengo dalla Calabria. Ho lavorato lì anni come cantante. Avevamo un gruppo di 12 elementi e lavoravamo, oltre che in Calabria, anche in Sicilia e in Campania. Ci chiamavano per le feste di matrimonio”

Miki e il sottoscritto ascoltavano attenti.

lei proseguiva: “ma qua [in Toscana, n.d.r.] è diverso…qua non ci sono le feste che ci sono giù…e quindi si lavora meno. ci ritroviamo a fare festicciole qui al bar e ci teniamo in esercizio, ma non è la stessa cosa di un’orchestra di 12 elementi con la sezione fiati”.

Ho partecipato a due feste di matrimonio al sud (e a una in provincia di Nuoro, che non è qualificabile come Sud, ma comunque ha delle specificità pertinenti alla discussione). Ho partecipato anche a diverse feste di matrimonio al centro e al nord.

Morale: concordo con l’analisi della barista-cantante…non è la stessa cosa. L’idea è che forse al Sud c’è più fede, e la fede richiede grandi celebrazioni per momenti importanti. Viceversa, nelle latitudini (geografiche o morali) del nichilismo, del relativismo e dell’efficientismo, è sempre poco il tempo per celebrare, se si fa è perché si deve o perché, peggio ancora “fa parte di un processo” (ho sentito questa frase una volta). Poi se si parla di musica dal vivo ti ritrovi pianobaristi allo sbaraglio o superprofessionisti con il contasecondi.

Nota bene: non è SEMPRE così (così come non è sempre vero che al Sud sia il contrario)…ma è abbastanza così…è una tendenza.

Per cui ho proposto alla barista uno scenario in cui, se le persone del centro-nord possono recuperare una fede, il tenore delle feste cambierà, e ci saranno maggiori opportunità anche per le orchestre.

Vi torna ?

Nel frattempo, segnatevi le seguenti date: 19-11, 7/8/9-12, 31-12…sono le prossime celebrazioni in cui sarà possibile sentire dal vivo qualche brano bag (per chi si fosse perso le serate del 1-11 e del 2-11 scorsi).

Il brano di oggi non tratta esattamente di questo tema, ma un po’ sì…facile…tre accordi e un pezzetto:

Well I guess it would be nice
If I could touch your body
I know not everybody
Has got a body like you

But I’ve got to think twice
Before I give my heart away
And I know all the games you play
Because I play them too

Oh but I
Need some time off from that emotion
Time to pick my heart up off the floor
And when that love comes down
Without devotion
Well it takes a strong man baby
But I’m showing you the door

‘Cause I gotta have faith…

Baby
I know you’re asking me to stay
Say please, please, please, don’t go away
You say I’m giving you the blues
Maybe
You mean every word you say
Can’t help but think of yesterday
And another who tied me down to lover boy rules

Before this river
Becomes an ocean
Before you throw my heart back on the floor
Oh baby I reconsider
My foolish notion
Well I need someone to hold me
But I’ll wait for something more

Yes I’ve gotta have faith…