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Una settimanetta dopo il Festival d’inverno in Val di Farma

Passato il Natale e pur il Natalino – riprende la routine, da Bolzano a Pachino…

A una settimana dal Festival, si comincia a condividere una sintesi che è all’interno del gruppo di lavoro cominciata dalla mattina dopo.

Personaggi

  • La giornalista (G)
  • L’ingegnere (I)
  • La barRista (B)
  • Il titolare del bar (T)

Interno giorno –  bar in orario non affollato. Potremmo essere al Caffé Olimpico di Grosseto, al Moderno di Roccastrada nella saletta laterale, o allo Stregatto di Montecerboli. Alla radio: versione lounge della Garota de Ipanema

I è seduto a un tavolo, vari fogli e foglietti sparpagliati

T sta pulendo il bancone, B la macchina del caffé

G entra

I: Buongiorno

G: Buongiorno a lei

I (facendo il gesto di invitarsi a sedere): Prende qualcosa?

G: Un caffé al vetro, grazie

I (al titolare): Un caffé e un altro panino coll’acciuga sottpesto, per favore

T (alla barRista, mentre lui va verso il reparto panini): unoooo al vetrooo

B (fulmina T con lo sguardo): sì caro!

G (a I, per tutto il seguito): Passato il festival, volevamo sapere un po’ com’era andata

I: bene, bene

G: Quanta gente da fuori VDF (Val di Farma)?

I: Prendendo il primo e il terzo giorno come giorni di avviamento e di coda, e concentrandosi piuttosto sulla domenica, abbiamo visto fra le 35 e le 40 persone “di fòri”, sommate a quelle dei paesi (non più di 400 residenti, di cui purtroppo non tutti abili a partecipare). Alla presentazione fotografica di lunedì sera a Grosseto (con pioggia battente tutto il pomeriggio) sono venute una trentina di persone, il che è buono secondo le statistiche dell’associazione Riflessi che ospitava l’evento.

G: 35-40 persone la domenica erano tante o poche?

I: Come diceva Roberto P. del Giambellino durante il servizio civile a Lainate: “il tanto o il poco dipende dal contenitore rispetto a cui si valuta“. Più o meno è il numero che si presentò alla Festa di Capo Danno in Piazza del Popolo del 2009-2010. Per un evento da fare nella sala musica di Torniella, se fossero venute 8 persone in più, ci si poteva stare bene …seduti all’inizio, a battere le mani dopo mezz’ora, a ballare alla fine….con 12 o 14 persone in più lo spettacolo diventava meno godibile.

Gli Etruschi from Lakota insieme a Peter Seeds in un momento dell’esibizione del 19-12 nella sala musica della banda di Torniella (foto di Luciano Massetti)

B: porta il caffé al tavolo – G ringrazia

G: (con leggero tono di sfida, ma non con ostilità)  Aveva senso fare tutto questo can can per meno di un autobus turistico di persone?

I (si gratta il mento): Come diceva Giancarlo M. di Baggio durante il servizio militare a Cuneo: “il senso è nell’occhio di chi vede”. Tralasciando le motivazioni personali (feste di compleanno ecc.), il Festival è stato un’esercitazione, un modo di vedere gli spazi -e in più di un caso anche le persone- della Valle e quelle “di fòri”. Voleva anche essere un prologo di un periodo che andrà dal prossimo 31-12 al 9 giugno 2018. Già nella somma di questi due elementi, aveva senso. Se poi ci riaggiungi le motivazioni personali…ci stava tutto. In ogni caso, i partecipanti arrivati da fuori equivalgono più o meno 10% della popolazione residente d’inverno in Val di Farma. Come se a Milano andassero centomila persone in un giorno…tipo al concerto di Vasco Rossi! (sorride).

(G guarda in alto a destra, come quando ragioni su una cosa)

I: Certo, se portassimo il 10% di Vasco Rossi in Val di Farma…

(stacco sulla barRista, che sentendo nominare il Blasco alza lo sguardo mèmore dei quattro live seguiti negli anni scorsi)

I,…che so, una scarpa…

(stacco sulla barRista, allarmata – altro stacco sul Titolare, che pure lui inizia a seguire il discorso mentre prepara il panino)

I (rivolto per un momento alla barRista): …senza piede dentro…

I (continua, rivolto a G): forse verrebbe più gente…ma non ragioniamo con queste logiche e non invitiamo a farlo. Coi numeri eravamo a posto, per essere un’iniziativa inedita dove non c’era da mangiare o bere gratis. Poi ci sono gli aspetti di qualità: una coppia è venuta a pernottare sabato sera, per poi andare la mattina a camminare, oltre che seguire il concerto…un’altra coppia è arrivata domenica mattina da Prato, perché aveva letto l’articolo sul Tirreno del 17 dicembre, e un paio di altre chicche del genere.

G: La cerimonia di consegna dei buiometri com’è andata?

Luigi Ciampini, noto Roccia, degli Etruschi from Lakota, prende in custodia il buiometro “Fungoagnello” – Castelnuovo Val di Cecina, 21-12-2016 (foto di un parente di Roccia)

I (portandosi le mani al capo, come a indicare “testa vuota”): Alla grande: ce ne siamo scordati! In piena onda di jam session al bar della Combriccola.

Il tutto si è comunque recuperato due giorni dopo, con il passaggio di testimone avvenuto a Castelnuovo Val di Cecina (campo base degli Etruschi from Lakota). Dal pomeriggio del 21-12 scorso il buiometro soprannominato “Fungoagnello” è nelle valide mani di Luigi Ciampini, meglio noto come Roccia, il batterista degli Etruschi, che quando non suona costruisce aeroplani di balsa, cucina ottime pizzette, focacce e altre specialità di finger food e progetta percorsi di rally: insomma…ha tutti i requisiti di base per essere un ottimo buiometrista!

G: Altre variazioni al programma?

I: Ci sono state delle cose in più -in parte irripetibili, purtroppo per chi non c’era- e delle cose in meno, ma recuperabili.

G [stringendo tutti e due i pugni, come a dire “in sostanza?”]: Ci può fare qualche esempio?

I  (con sguardo nostalgico) “In più” abbiamo registrato…

  • …una “stazione” del lunedì ore 19 al Caffé Ricasoli di Grosseto, già sede di eventi Attivarti.org in passato, come situazione “aspettando la serata per m(‘)appare Maurizio Bacci”.
  • Simone Sandrucci (lead guitar degli Etruschi) che attorno alle 12.30 di domenica 18, aspettando parte della comitiva per andare a pranzo alla Casa del Chiodo, è stato invitato a suonare una Eko X27 dei primi anni ’60 del secolo scorso (in dote alla famiglia Giacomelli) al bar della Combriccola. Ha intonato That’s Alright, ed è stato raggiunto alla seconda strofa da Wolfgang Scheibe (noto microstampatore di Tatti, autore del logo del festival) al basso monocorda.
  • Guglielmo Eboli, percussionista campano residente da quasi dieci anni nelle colline metallifere e attivo con vari progetti musicali (tra cui i Maremma Strega), che nel dopo cena di taglieri alla Combriccola ha prodotto un cajon e un tamburello gigante, con cui ha prima accompagnato Peter Seeds e Jack O’Malley in varie improvvisazioni e poi ha trascinato la quindicina di presenti al tavolo in una taranta-pizzica-lo-sa-solo-lui accelerando da 80 a 160 BPM in un minuto.
  • Una sorta di mini-workshop estemporaneo di educazione musicale tenuto da Dario Canal il lunedì mattina con un bimbo di Torniella.

    Dario Canal degli Etruschi from Lakota con un giovane allievo di Torniella, all’inizio del “Buongiorno con gli Etruschi” (verso le 12.30 del 19-12-2016 –  foto di Andrea Giacomelli)
  • Un intervento di Roberto Gelli detto Mariano detto Sandokan, barzellettiere della Valle (e resident al Festival della Barzelletta che si tiene ai primi di maggio a Scalvaia), che ha fulminato Dario, Roccia e Peter Seeds poco prima della partenza con un paio di gag.

    Roberto Gelli, detto Mariano, detto Sandokan, di Scalvaia, racconta una barzelletta dal suo vasto repertorio (foto di Andrea Giacomelli)

G [alzando le mani, come a dire “vabbe’, abbiamo capito”]: Vabbe’, siete stati bene e le cose in meno?

I: Volevamo dare un’anteprima del programma 2017 di Attivarti.org, e raccontare un po’ cosa faranno le altre realtà che hanno partecipato alla creazione del festival, e spiegare come sostenere queste attività. Però, per come si è sviluppata la situazione, un po’ ci è passato di mente, e un po’ si è valutato che sarebbe stato un momento “istituzionale” -per quanto interessante- che si legava poco bene all’atmosfera: all’inizio sarebbe stato una cosa “a freddo”, a metà non aveva senso, e alla fine non ce n’era bisogno.

G: e ora come farete a condividere queste informazioni con chi è venuto al festival?

I: Be’: con quelli “di qui”, li ritroviamo tutti i giorni o quasi…e quelli “di fòri” sono tutti utenti consapevoli di internet. Più, ci sono quelli che ci leggono (oltre 9000 e-mail, radio, tv e web, e un po’ di social e qualche contatto stampa).

G: Nelle opzioni del Festival c’era un modulo chiamato “Vorrei ma non posso”

I: Come suggerisce il nome, era per chi avrebbe voluto esserci ma era impedito per motivi logistici o altro. Abbiamo avuto sia indicazioni di persone che potrebbero venire a visitare la Valle che non c’è (da Alghero, Parma, Pontedera e Mascate – capitale dell’Oman, e dal Nord Europa), sia proposte per andare a proporre situazioni simili altrove (nell’hinterland di Milano).

G: Ma sui programmi 2017 non ci dite proprio niente?

I: A parte che siamo già a più di 5000 battute spazi inclusi e rischiamo di passare più  tempo a scrivere delle cose che a farle, c’è ancora tempo (prima di metà gennaio non succede nulla). Per il momento pensiamo a vedere chi viene alla panfortata ai Piloni (29-12), al prossimo concerto della Banda di Torniella (il 30-12 a Scalvaia), e al veglione a Torniella con Ricky DJ. Tranquilli che tutto si snoda e si comunica per tempo, dato che sono iniziative in via di definizione da fine settembre e che non si fanno se non hanno almeno 4-6 settimane di anticipo.

G: Ma nemmeno un cicinìn?

Preparativi per uno dei prossimi eventi di cui il Festival d’Inverno è stato il prologo

I (sorride): …che dire: come il Festival d’inverno (e come tutte le storie fatte dal 2006 a ora): saranno iniziative fatte un po’ con gente “di qui” e un po’ con gente “di fòri”…ma per una decina di giorni -personalmente- cercherò di rilassarmi e stare fuori dai giochi. La stagione è stata impegnativa, e da metà gennaio rimetterà in pista vari personaggi che avete conosciuto attraverso il festival, e altri che ancora non sono entrati in scena (ma ganzi uguale)

G: Grazie per la disponibilità!

I: Grazie a lei, auguri di buon anno se non ci si vede prima!

T (a I): il panino è pronto!

I (a T): mi ci metti anche un cinquino rosso?

DISSOLVENZA

TITOLI DI CODA .es…”Ramble on” dei Led Zeppelin, “Happy Trails” versione Van Halen, o “Sulla Strada” **di Eugenio Finardi

 

** …che, riascoltata oggi e scremati un paio di cliché Seventies è forse una delle più belle canzoni che parlano della vita del musicista che abbia sentito finora.

[tra le 5.30 e le 7.30 del 27-12-2016]

 

Il programma ASITA2015 in estrema sintesi, secondo pibinko

asita_logoIl primo amore non si scorda mai, nemmeno in ambito convegnistico. La prima conferenza cui ho partecipato con l’intento di andarci e non perché mi ci mandavano fu appunto l’edizione 1997 della conferenza nazionale ASITA. Era alla Fiera di Parma. Ci andai da Cagliari, dove lavoravo da qualche mese, e ci presi subito il raffreddore dopo due giorni, essendomi ormai acclimatato alle latitudini campidanesi. L’esperienza fu interessantissima, ma l’unica cosa che ricordo distintamente, al di sopra del notevole rumore di fondo dei padiglioni da fiera, è che gente di un istituto del CNR citava il lavoro della mia tesi di dottorato, che aveva provato a proseguire. Non male!

Ricordo poi di essere stato a Genova (2000), di avere saltato il resto del primo decennio del terzo millennio per impegni corporate, e poi  a Bari (2009),  Colorno (2011) e a Firenze (2014). Insomma, una relazione intermittente ma non interrotta.

Quest’anno a Lecco purtroppo non riesco a partecipare (avevo una mezza idea di proporre uno workshop sulla BuioMetria Partecipativa ma poi la cosa dopo una prima proposta non si è concretizzata…magari si fa la prossima volta), e quindi per provare a vedere un po’ più da vicino l’evento ho pensato di riapplicare l’algoritmo che già usai per l’enciclica Laudato Si’ al programma definitivo della conferenza.

Andando a vedere i sostantivi più ricorrenti, una possibile lettura è che ci saranno gli universitari milanesi o torinesi Marco, Andrea, Maria e Giuseppe che si troveranno a parlare di gestione dati del territorio. Questa è ovviamente una iper-semplificazione, ma  scorrendo la “top 100” dei termini presenti negli atti gli addetti ai lavori vedranno cose interessanti (sempre con tutti i benefici delle ipotesi dell’algoritmo, già evidenziate nell’articolo di giugno sull’enciclica).

Per commenti e ulteriori informazioni: info@pibinko.org

asita2015_top100_nouns

presentazione buiometria partecipativa ad Alghero


 

Tutti avrete notato che se state in campagna, o in mezzo al mare, nelle notti di cielo sereno le stelle si vedono meglio che se state in una via di una città o sotto i riflettori di un parcheggio.

Questa differenza di qualità del cielo notturno è dovuta all’inquinamento luminoso: luce diretta in modo improprio (o verso chi guarda, o -soprattutto- verso l’alto) che va, di fatto, a “illuminare il cielo” e quindi rende meno visibili le stelle.

Al di là della suggestione poetica, l’inquinamento luminoso determina effetti molto pratici, legati all’utilizzo improprio di energia elettrica, alla fauna notturna, alla salute umana e alla sicurezza.

A partire dal 10 dicembre prossimo se siete cittadini di Alghero e dintorni potrete avere un’occasione pratica e semplice di contribuire allo studio del problema dell’inquinamento luminoso e al supportare la definizione di soluzioni per lo stesso: potrete infatti partecipare al progetto di BuioMetria Partecipativa, un’iniziativa in corso dal 2008 a livello nazionale per la sensibilizzazione sul tema dell’inquinamento luminoso e per la raccolta di misure.

Per prendere parte alla campagna di misure potrete recarvi presso la Biblioteca Popolare San Michele di Alghero, e prendere in prestito uno strumento apposito e dal semplice utilizzo.

La presentazione di questo innovativo e originale servizio si terrà lunedì 10 dicembre alle ore 18.30 presso la biblioteca, in via Mazzini 118 al primo piano.

Interverrà per l’occasione l’ingegnere ambientale Andrea Giacomelli, uno dei due ideatori del progetto di BuioMetria Partecipativa.

L’iniziativa si svolge in collaborazione tra la Biblioteca Popolare San Michele di Alghero e l’associazione di promozione sociale Attivarti.org

Per informazioni:

http://https://www.pibinko.org/buiometria-partecipativa/
http://www.bibliotecasanmichele.it

info@attivarti.org

Be’: pensavo di avere qualcosa a che fare con INSPIRE…

Verso la fine del 2006, giusto un paio di settimane dopo aver visto la foto di una famiglia portoghese durante la rivoluzione dei garofani, scrissi agli organizzatori di quella che era un evento di medie dimensioni in ambito tecnologico, che si sarebbe svolto nel giugno 2007: la conferenza INSPIRE.

A partire dal 1997, ho avuto modo di partecipare a questo evento più o meno ad anni alterni. Prima come semplice “uditore”,  e poi proponendo via via contributi sia come presentazioni orali che come poster.

Con dieci anni di questa esperienza, proposi agli organizzatori l’idea di gestire una sessione, anziché una semplice presentazione, che si sarebbe intitolata “E quindi pensavate di non avere nulla a che fare con INSPIRE”.

L’idea derivava dal fatto che il numero di soggetti che utilizzano dati spaziali e infrastrutture dati spaziali,  ma ignorano la direttiva INSPIRE, è molto più ampio di quello che i coordinatori della direttiva riescono a vedere.

Pertanto, la possibilità di gettare un ponte verso comunità come quelle del grid computing (nel 2006: oggi chiamatelo come vi pare), della modellistica meteorologica,  della previsione in tempo reale delle piene in Brasile, o delle bonifiche di siti contaminati da parte di società private mi pareva un’esperienza interessante, avendo anche passato una parte non trascurabile del mio tempo lavorativo per spiegare ai miei dirigenti ed ai clienti l’importanza di INSPIRE nell’ambito dei loro affari.

Il fatto di sapere che la direttiva INSPIRE esiste non è solo aneddotica da lettura del sabato mattina, o chiacchiera da nerd coi parenti a Natale per rassicurarli del fatto che il loro investimento nella vostra laurea non è stato del tutto sprecato.

Implica che tu (sì, tu) puoi avere un ruolo nel risparmiare circa 90 milioni di Euro all’anno per ogni stato membro, nel momento in cui la direttiva sarà completamente operativa. Come dice il mio amico Loriano “Chi li ha persi 90 milioni di Euro?”

Comunque: l’idea piacque agli organizzatori dell’evento del 2007, e mi invitarono quindi a proporre la sessione a possibili autori.

Durante il resto dell’inverno e della primavera passai un po’ di tempo a contattare, per mail, telefono o in riunioni, professionisti che pensavo sarebbero stati interessati a proporre un contributo per la sessione “So you had nothing to do with INSPIRE”.

Come andò la storia? La sessione non si fece. Alla fine riuscii a raccogliere solo due presentazioni: la mia e una dal Brasile. Alcuni ricercatori senior non capivano la natura del mio invito (“questo argomento non è in relazione con il nostro lavoro”), altri, manager del settore privato, non fecero nemmeno finta di dire “ci pensiamo – vediamo quale può essere il fatturato per il prossimo trimestre se ti paghiamo la trasferta per andare alla conferenza”.

Come dissero i primi discografici cui si rivolse Frank Zappa, sentendo il suo materiale: “Nessun potenziale commerciale”.

Comunque proposi una presentazione con lo stesso titolo della sessione. Poi mi presi ferie e mi autofinanziai la trasferta per partecipare alla conferenza. Una copia della presentazione è disponibile in  PDF .

Camminando verso la cena sociale, dissi a uno degli organizzatori che sarebbe stata l’ultima volta che partecipavo. Non perché fossi frustrato dal non aver potuto avere la mia sessione, ma piuttosto perché volevo trovare un contesto diverso in cui proporre alcune idee che mi frullavano per la testa.

Durante lo stesso evento, fui anche invitato dagli organizzatori a tenere una proiezione di un film a budget zero prodotto pochi mesi prima assieme ad alcuni collaboratori (La vendetta del Chihuahua killer e degli Zombi). Ultimo, ma non ultimo, quasi persi il volo di ritorno per l’Italia, avendo dimenticato di sincronizzare tutti gli orologi sull’orario portoghese (ma poi feci in tempo).

Fatta la somma di questi eventi, più la vista di un vecchietto che vendeva sardine lungo una via di Porto, in effetti smisi di seguire la conferenza.

Tutto ciò sino al 2010. Nel mese di febbraio, durante un viaggio in treno da Milano a Follonica per presentare la BuioMetria Partecipativa in uno degli eventi per  M’illumino di meno, ebbi una telefonata dalla banda di INSPIRE. Mi dicevano che ero stato selezionato come facilitatore (a rimborso spese) per uno dei gruppi di lavoro per la creazione delle specifiche dati per la direttiva.

Questa attività mi ha quindi riportato a seguire la conferenza INSPIRE nelle tre edizioni scorse. In questo contesto mi sono trovato sia a tenere presentazioni sullo stato di avanzamento del mio gruppo, ma anche a collaborare in attività diverse, come per esempio un mash-up sulla biodiversità, una  partita di calcetto, e altre attività con livelli di affinità verso INSPIRE non sempre ovvi a tutti (ma molto apprezzati da diversa gente).

Allora…perché passare un sabato mattina a mettere insieme tutti questi ricordi? Un bisogno incontrollato di rabboccare la mia autostima? Un grosso raffreddore che non mi fa uscire di casa? A seguito di una conversazione avuta ieri sera, guidando tra  Parma e Reggio Emilia, ho realizzato che la prospettiva che avevo condiviso nel 2006 non era completamente sbagliata, ma richiedeva qualche aggiustamento (e quindi: era sbagliata).

Gente di INSPIRE (non solo funzionari europei): forza col lavorone che state facendo!

La foto in alto è di Fausto Giaccone, e la bimba alla destra si chiama Maria Emilia e ha più o meno la mia età. Le altre foto sono del sottoscritto (Cagliari, 2005, e Istanbul, 2012)

p.s. Caso mai foste interessati ma non informati:  Frank Zappa a un certo punto decise di creare la propria casa discografica. Secondo me ha prodotto cose immense fino al 1981, e anche dopo non se l’è passata male, e tutto quello che ci ha lasciato fa pensare che stia riposando in buona pace.

Poeti estemporanei sardi e toscani dalla nonna Andreina a Scansano (GR)

[brano di sottofondo consigliato: Abbiamo Perso, dei Sikitikis, 2015]

Versione pre-2020:

Il 29-30 aprile 2011 era in programma a Scansano l’evento finale del progetto “Incontro”

In una combinazione non casuale di eventi, il pomeriggio del 30-4-2011 la nonna Andreina di Scansano si è ritrovata in casa i tenores di Orgosolo, due poeti in ottava rima di Pomonte (Elino Rossi e Fernando Tizzi), alcuni cantanti del coro di Sinnai, e un paio di altri poesi estemporanei della zona di Sassari.

I poeti hanno dedicato rime ad Andreina e poi se ne sono andati al Teatro Castagnoli, dove erano attesi per una performance.

E’ stato un bell’incontro, e la mattina dopo ho pure dato un passaggio a sei di loro per andare alla stazione a Grosseto.

Versione anniversario 2020:

Il 29 e 30 aprile 2011 era in programma a Scansano l’evento finale del progetto Incontro. Uno dei progetti del programma Interreg Marittimo Italia Francia.

Avendo lavorato 5 anni in Sardegna, avendo ad allora 18 anni di rapporti non balneari con l’isola, e avendo meta’ della famiglia di origine scansanese (e una nonna fino al 2015 a Scansano), mi ero organizzato per seguire la cosa da vicino:

Visita alla nonna da giovedi’ sera,
venerdi’ 29 convegno
serata aperta, magari a Grosseto al Ricasoli
sabato 30: eventi “Incontro”
poi boh.
domenica: Primo Maggio a Torniella/Piloni, e sarebbe stato il primo che facevo da residente in Toscana, dopo quattro anni di “pendolare”

Cast:

  • poeti corsi
  • poesti sardi dalla zona di Sassari e da Cagliari
  • un gruppo a tenore da Orgosolo
  • poeti estemporanei toscani (fra cui Elino Rossi e Fernando Tizzi)
  • funzionari delle PPAA partecipanti al progetto
  • accademici
  • vario personale tecnico di supporto

venerdi’
convegno … molto accademico. raffica di sbadigli dei poeti. ambiente indoor non proprio salubre (la sede del convegno è molto suggestiva…il Museo della Vite e del vino nel centro medioevale di Scansano, ma è un ambiente quasi ipogeo. Ad agosto ci si sta bene, ma ad aprile c’è un freddo umido importante).
in una delle pause, dove chi può esce a scaldarsi, trovo fuori un signore che fuma, assieme ai due ragazzi che fanno la reception del convegno. mi presento, si chiama Angelo, è di Scansano, sulla sessantina forse, e ovviamente conosce i miei parenti scansanesi. In nome di qualche passato evento familiare mi lascia il numero di telefono e io gli lascio il mio, per qualsiasi evenienza. A fine convegno prendo anche qualche contatto con gli accademici.

venerdi’ sera…non ricordo, lo ggiuro, con due g.

sabato mattina
vado a prendere il giornale e mi metto a leggere seduto al caffe’ dell’arco, dove d’estate potevate una volta avvistare personaggi tipo Giuliano Ferrara, Piero Fassino e altri frequentatori illustri del Morellinoshire di allora.
la bardana orgolese si aggira con cautela per la piazza. nota il mio giornale, si avvicina e uno di loro mi chiede: “scusi, mi sa dire dove posso trovare l’edicola?” (e importante l’accento nuorese. secondo il mio mentore Daniele aka “Gavino” Sanna, con padre bittese e varie credenziali barbarcine, dovete parlare tenendo la bocca quasi chiusa e fare le s a cavallo tra s e z).

io do loro l’indicazione. ringraziano, si allontanano.

l’evento ufficiale e’ per il pomeriggio al Teatro Castagnoli, ma la mattina ci sono le prove.

mentre finisco di sfogliare il giornale, la malattia del nuraghe si fa sentire. mi tornano in mente alcuni brani che parlano dello spirito dell’isola.

mi alzo, vado a quella che è stata per un periodo la bottega del Galanti, prendo tre bottiglie di vino bianco e tre di rosso, in una scatola, e mi dirigo verso il bar delle Cascine, che essendo dirimpetto al teatro e’ il punto piu’ probabile in cui trovare dei sardi in questo contesto.

sono li’, “in greffa” (NdT: combriccola).

Saluto, chiedendo se avevano trovato l’edicola e se preferiscono bianco o rosso (che comunque non abbiamo aperto al bar, dove c’erano le cose del bar). Poi presento le mie credenziali diplomatiche. Vengo invitato a sedere.

Dopo un’oretta di consumazioni [OMISSIS SULLA GRADAZIONE ALCOLICA] ci spostiamo al teatro dove seguo le prove, e ritrovo Elino e Fernando.

Finiscono le prove. Si esce dal teatro. Io mi incammino verso casa della nonna per il pranzo, e la comitiva verso il Rifrullino (ora Fiaschetteria rurale), trattoria che si trova 20 metri piu’ su, nella stessa via.
Mentre si cammina, Elino mi chiede: “Vieni a mangiare con noi”?
Riflessione: la nonna ha preparato, nonci si vede spesso ecc…ma come sottrarsi a un invito di poeti-briganti, irredentisti corsi e tenores orgolesi?
Chiamo la nonna mentre si cammina: “Nonna, scusa…e’ sopraggiunto un impegno di lavoro. Putroppo devo saltare il pranzo, ma vengo per il caffe'”. “Va bene”

E questa poteva essere stata una mattinata ganza da raccontare. Non era ancora successo niente. Allacciate le cinture.

Il rinfresco al Rifrullino è di tutto rispetto. Mangiare e bere, e presentazioni qua e là. Però mi spiace aver dovuto annullare il pranzo dalla nonna.
Nelle presentazioni estemporanee, uno dei sardi mi chiede “Va tutto bene?”. Rispondo “sì, però ho dovuto annullare il pranzo dalla nonna Andreina, il che mi dispiace”.
“E cosa possiamo fare?” … sinapsi che frullano … “…che so, si potrebbe andare a prendere il caffè dalla nonna”.
Da quel momento il resto del pranzo è stato dedicato a intervistare ciascuno dei partecipanti per chiedere chi fosse disponibile a venire a prendere il caffè da Andreina.

preavviso la nonna: “Allora vengo a prendere il caffè. porto un paio di amici”

Alla fine del pranzo, saranno state le 14.30, mi trovo a salire le scale di via Marconi 5 con al seguito: un poeta-barbiere da Sinnai, vicino Cagliari, due sassaresi, i tenores di Orgosolo, e il videomaker “embedded” del progetto europeo, invitato ad aggregarsi perché potrebbe essere una situazione interessante nel contesto del progetto europeo. I corsi erano stati invitati, ma da veri corsi hanno preferito non accompagnarsi a sconosciuti (nel 2017 ho capito meglio perché…vedi epilogo).

ci si ritrova nel salotto buono, con la nonna, la badante e i poeti.

20110430-scansano-poetinonna
Da sinistra: Fernando Tizzi, Andreina Andreini, Elino Tizzi, Orgolese 1, Videomaker, Orgolese 2, Orgolese 3, Orgolese 4, Barbiere di Sinnai, non ricordo, poeta sassarese.

lì la situazione ha preso una piega impegnativa. ciascuno dei poeti ha cantato qualcosa per Andreina. hanno attaccato i maremmani in ottava rima, poi gli altri.

l’operatore video filmava ogni tanto, e anche uno dei ragazzi di Orgosolo aveva una videocamera.

dopo il canto dei sardi (tipo questo, anche se non so se sia lo stesso gruppo), la nonna mi fa… ma cosa dicono? io capisco solo “Andreina, Andreina”…

fine del caffè. Ci si saluta.

Non seguo l’evento ufficiale al teatro: avevo già visto le prove, e dovevo scendere a Grosseto per due cose. 1 comprare delle spazzole per batteria per il nipote manuel a Milano. Non ancora beatboxer di livello, ma picchiatore di pelli a rischio di diffida condominiale. Poi, al Museo di Storia Naturale, c’era una presentazione di un ricercatore che parlava di pipistrelli e che ero curiosiodi conoscere di persona, perché avevamo avuto corrispondenze un paio di anni prima sulla buiometria partecipativa, a cui non avevamo avuto risposta. Dopo aver scritto a questo ricercatore (ma prima dell’aprile 2011), parlando con la responsabile eventi/comunicazione di un gruppo GDO per il quale questo signore era referente scientifico, la responsabile mi aveva detto che questo signore aveva valutato la BuioMetria Partecipativa non particolarmente interessante e priva di valenza scientifica (NdR…al 2020 il progetto, facendo le stesse cose che facevamo nel 2008-2011, ha varie pubblicazioni scientifiche all’attivo, ha ricevuto finanziamenti in ambito europeo, convenzioni con CNR e Università, e nel 2019 e 2020 è stato argomento di attività di formazione in ambito universitario).

Compro le spazzole al Clan della Musica, mi trasferisco al museo. Attendo la fine del convegno, poi mi presento al ricercatore e gli chiedo “Scusa…avevamo scritto una mail ma non avevamo mai avuto risposta” .. “Ah, ok…bii buuu baa..”. Non ricordo cosa avesse detto, ma è evidente che sarò stato dopo al Caffè Ricasoli.

Risalgo verso i colli. Elino mi aveva invitato anche alla cena sociale del progetto, che si teneva presso un agriturismo fra Montemerano e Scansano. Arrivo lì al primo buio.
Atmosfera allegra (chi sa come mai), canzoni ecc.
Raggiungo i sardi. Giustamente sono seduti tutti nella stessa zona. Saluto. Ricambiano il saluto. Chiedo come va. Li vedo un po’ incupiti. Dico, che è successo.
Risponde il barbiere di Sinnai: “è successo che domani (domenica 1 maggio) dobbiamo ripartire, prendendo il traghetto da Civitavecchia, e abbiamo scoperto che essendo domenica non ci sono mezzi pubblici per arrivare da Scansano a una stazione ferroviaria.
Già all’andata ci siamo dovuti pagare il taxi da Civitavecchia perché non c’erano mezzi per arrivare in orario, e la prospettiva di doverci pagare di tasca anche il ritorno ci indispone leggermente” [non disse proprio così].

E se un campidanese manifesta irritazione, un po’ vi dovreste preoccupare. Ma se quattro orgolesi che sono nella stessa situazione, stanno in silenzio….”ho detto tutto”, come direbbe Bob di Torniella.

Medito: che cosa posso fare in questo frangente? Ho una opel astra SW bianca (acquistata in Sardegna quando lavoravo lì, nel 2001).

In effetti potrei anche non fare nulla: non ho alcuna responsabilità nei confronti di queste persone, ci siamo conosciuti 12 ore prima, e probabilmente non ci rivedremo mai. Ma… ma… ma… senti la malattia del nuraghe.

Passano i paesi con la O-, pensi a Gigi Marrazzu, pensi agli Umiliati e Offesi sulla spiaggia di Alghero, pensi alla giornata di elezioni politiche passata al seggio dell’Argentiera (seguirà filmato di repertorio), pensi al bar della prima fermata del Poetto, con quello che spacca una bottiglia sul tavolo e minaccia quello dall’altra parte, mentre indica il terzo e dice (tradotto) “Allora vvuoi ddire che tu sei più aaaammicco a llui che aaaammmè” (tentativo di riprodurre l’accento cagliaritano)….pensi al nonno forestano che quando lavoravi in sardegna per telefono di diceva “lavoro come va? bene! salute ? bene? hai degli amici? sì ma i tuoi amici, sono bravi, o sono sardi?” (avendo lui avuto una pessima esperienza di lavoro in Sardegna) ecc ecc ecc. (sottofondo: No potho reposare)

Dico: guardate, se svuoto la macchina, tre persone coi bagagli le posso portare…al limite faccio due viaggi… ri-medito… vedo Angelo che avevo conosciuto la mattina (essendo in qualche modo parte dell’organizzazione dell’evento è a cena anche lui). Gli spiego la questione.
Risponde come Colangelo, un amico del mio amico Willy “E che problema c’è? Io mi alzo sempre presto. Ho un gippone e posso portare tutti i bagagli, e te porti le persone”.
Morale: la mattina di domenica 1 maggio, alle 6 si parte da Scansano. La delegazione sarda viene depositata alla stazione FS di Grosseto e ci si saluta.

Da lì proseguo per Torniella, dove arrivo verso le otto. Giusto in tempo per sintonizzarmi sulla giornata del Primo Maggio in Val di Farma….ma questa è un’altra storia (o forse no).

…..

Epilogo:

  1. mesi dopo richiamo il Barbiere di Sinnai
    Buongiorno (voce amichevole). Dico ciao, sono Andrea di Scansano. ….Ah (tono ostile)…… Ti ricordi, quello del caffè dalla nonna Andreina……Andreea! che piacere! scusa, pensavo fossi qualcun altro….(ci siamo poi aggiornati e salutati).

2. Dei video girati in salotto: l’operatore video ufficiale si rifiutò di darmi un contatto per poi avere copia del video. Ho il dubbio che sia stato girato in “pellicola francese” , come diceva Nanni Moretti quando facevano i provini finti per soggetti che sapevano a priori non interessare, per cui simulavano di riprendere senza effettivamente usare pellicola, che costa. Ho provato tramite contatti barbaricini a vedere se riuscivo a recuperare copia del filmato a Orgosolo. Finora senza esito, ma sono sicuro che lì il filmino c’è.

3. Sono stato a Scansano almeno altre cento volte dopo questo evento, ma non ho più incontrato Angelo che mi ha aiutato a portare i sardi alla stazione.

4. dopo questa episodio, ho avuto modo di tornare in Sardegna solo due volte. Nel dicembre 2012 ad Alghero per la BuioMetria Partecipativa, e nel gennaio 2017 per una cosa che tra l’altro si ricollegava al programma INTERREG Marittimo Italia-Francia, ma che ha avuto risvolti non prevedibili. Doveva essere una missione per m(‘)appare la Sardegna, ma si è tradotta in una sorta di “Cuore di Tenebra” di Conrad incrociato con un racconto di Fantozzi ambientato fra Nizza, Corte, Ajaccio, Sassari, Santa Maria Navarrese e una frana di proporzioni ciclopiche sull’Orientale Sarda (qua una breve sintesi).

Sigla finale. Essendo i titoli di coda lunghi, ripropongo Abbiamo Perso dei Sikitikis, cui abbinare Garrogna di Joe Perrino.

Per informazioni e booking: micalosapevo@pibinko.org