From the Metalliferous Hills to Milano, and back: Ep. 9 – Everything is (badly) illuminated

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Riprendiamo il filone di adattamenti seguiti all’uscita di “Ogni cosa è illuminata” nel 2005. Jeremy Sanderson nel 2038 girò “Ogni casa è illuminata”, legato alla quantità di acrobazie che deve fare chiunque debba ristrutturare un immobile. Nel pibcast di ieri (vedi articolo) si è accennato brevemente alle notizie che nel 2035 poi avrebbero ispirato Roland Dupassant, soggettista e sceneggiatore di Sanderson.

Oggi vi vogliamo invece raccontare di un altro spin-off, intitolato “Ogni cosa è illuminata (male)”. E’ una coproduzione sinoamericana in cui due fratelli siamesi, separati alla nascita, prendono strade diverse: uno diventa progettista illuminotecnico, l’altro gommista con la passione dell’astronomia. Dopo anni spesi a rincorrersi a darsi addosso sul tema dell’inquinamento luminoso, arriveranno a conciliarsi quando Felon Mask, multimilionario in valuta pregiata, lancerà una costellazione di 1300000000 satelliti in orbita non geostazionaria, che avranno l’ineluttabile vantaggio di collegare in rete 8G le tribù degli indigeni del Saskatchewan con quelle delle valli toscane interne, e nel frattempo illumineranno le città a giorno e non faranno più vedere le stelle (ma aggiorneranno i segni zodiacali per sincronizzarli con la posizione dei microsatelliti).

Come sigla sui titoli di coda, ci sarà una di queste:

Università di Brescia, maggio 2019, durante la 36 ore di buio-musico-foto-mappatura partecipata fra Milano, Brescia e le Colline Metallifere (15-16 maggio 2019). In particolare in apertura del convegno su “Protezione e promozione interdisciplinare del cielo notturno: stato dell’arte, proposte operative e visioni” (con crediti formativi per ingegneri e architetti – vedi articolo)
Bar Polo, Punta Ala (GR), aprile 2019