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Una sintesi dei risultati della consultazione pubblica su INSPIRE

Il 24-2 scorso si è chiusa la prima consultazione pubblica sulla direttiva comunitaria INSPIRE, di cui si parlava qualche settimana fa (vedi articolo del 18-2-2014).

La Commissione ha pubblicato una prima serie di risultati sintetici, disponibili alla pagina http://ec.europa.eu/environment/consultations/inspire_en.htm, in cui si indicano anche i prossimi passi che deriveranno dalle valutazioni sulla consultazione stessa.

(fonte: INSPIRE Forum)

“Inspirate”, espirate, piegate le braccia e…via con la consultazione pubblica

Nel maggio 2007 fu approvata la direttiva europea INSPIRE. Se non siete professionisti nel campo dell’informatica applicata alla cartografia, o dipendenti o consulenti di enti pubblici sopra il livello comunale impegnati con dati territoriali, è possibile che abbiate passato gli ultimi sette anni della vostra esistenza senza sentirla nominare.

E’ anche possibile che non ne sentirete parlare per un bel pezzo in avanti. E’ un po’ una cosa per addetti ai lavori. E però, come diceva un noto adagio: non tutti si occupano di INSPIRE, ma INSPIRE si occupa di tutti noi.
La direttiva definisce le regole per istituire un’Infrastruttura per l’informazione territoriale nella Comunità europea. Ipotizziamo che tutti i lettori sappiano cos’è la Comunità europea e concentriamoci sugli altri due concetti.
L’informazione territoriale: non è articoli di giornale che parlano del paesaggio o di turismo. Se vi portate sul punto più alto vicino a casa vostra (ma viene meglio se state in montagna o in collina vicino a una città) e guardate in basso vedrete fiumi, alberi, strade, palazzi, aerei che atterrano o vi sorvolano, ciminiere. Magari il mare, se siete sul versante giusto, e se no catene montuose con formazioni geologiche imponenti. Nello stare sul crinale, sentirete una brezza serena, o un vento freddo. Quando poi tornate a casa, incrocerete un camion che consegna verdura, una manifestazione per la minacciata chiusura di una fabbrica, e rientrati in casa leggerete un articolo di giornale che parla di recenti smottamenti dall’altra parte della valle, o dell’inaugurazione di un percorso di trekking transfontaliero.

Per ognuno degli elementi che avete visto (e vissuto) tra la vostra gita in cima al monte e il vostro rientro a casa, da qualche parte -in un ufficio cartografico regionale, in un ministero, o presso una ditta di rilievo- esistono mappe e tabelle archiviate in potenti dischi di potenti computer: quanto è alta la montagna, qual è la temperatura media in città e così via….questa è informazione territoriale…l’informazione che può essere associata a una località o un punto nello spazio.

Uno dei problemi legati all’informazione territoriale raccolta sin da quando gli egizi misuravano i campi nella valle del Nilo, è che è stata storicamente divisa, tipicamente per stati e nazioni. Le mappe servivano (servono) a conoscere meglio il territorio, e storicamente era bene condividerle con gli amici, mentre con quelli meno amici non c’era troppo bisogno di far sapere il percorso più veloce per invadere i miei campi di grano, o l’ubicazione delle mie raffinerie.
Dopo la seconda guerra mondiale, in Europa, il clima è un po’ cambiato, e l’Unione Europea ci vuole unire, per cui dobbiamo unire anche le mappe.
La cosa diventa a volte una necessità di ordine superiore. Se si verifica un’alluvione sul Reno (non quello di Bologna, quello più su), hai voglia a spiegargli che l’acqua va in tre stati diversi…e capire come organizzare un intervento di protezione civile richiede che stati diversi mettano le mappe in comune.
INSPIRE è nata appunto per facilitare il “mettere le mappe insieme”, attraverso una infrastruttura con l’effetto previsto di ridurre i costi, accelerare i tempi, migliorare la qualità degli interventi sul territorio e magari creare nuove opportunità di mercato. Uno studio di qualche anno fa, ipotizzava un risparmio di 90 milioni di euro all’anno per stato membro che avesse recepito e implementato nel migliore dei mo(n)di le indicazioni derivanti dalla direttiva. Nel tristo clima delle spending review magari 90 milioni all’anno per stato membro non sono la principale voce di risparmio, ma comunque non li butterei via.
Spiegare meglio i meccanismi di questo processo, che richiederà ancora diversi anni per andare a regime, non è immediato in un’unico articolo, e risulterebbe tedioso. Ci tenevo però a parlarvene oggi, perché c’è ancora qualche giorno per partecipare alla consultazione pubblica sull’implementazione della direttiva. Per partecipare serve l’informatica e pure l’internet, ma non l’inglese . Alla consultazione possono partecipare tutti -anche privati cittadini- ed è prevista l’opzione “non saprei” come risposta alle domande.

Se avete un quarto d’ora di tempo e non siete indifferenti al concetto di Unione Europea, potete considerare la possibilità di partecipare alla consultazione (e se lo fate, mi farà piacere se me lo fate sapere!).