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Litobag n. 14 dell’11.4.20: Working in the Coal Mine

La prossima ci è stata suggerita da Gabriele di Sassari.

Il pezzo era già noto alla Jug, sia nella versione originale, che in quelle che ne fecero nel 1918 i Devo, passandola anche nella colonna sonora del film Heavy Metal. Ma, ricordiamo, per i DJ resident (a casa) per la Litologia Partecipativa, proporre un pezzo che altri hanno già messo nella playlist segreta che snoccioliamo giorno per giorno, ma non è ancora uscito, vale lo stesso e anzi ci aiuta a capire se un pezzo è in qualche modo già condiviso nella memoria musicale di chi vuole partecipare. Al momento abbiamo ancora 35 pezzi da mandare…e qualcos’altro arriverà

Un saluto, con l’invito a vedere il video di Mauro il Tirannosauro che canta di Litologia Partecipativa se vi manca.

Well, I been working in a coal mine | be’, ero a lavorare in una miniera di carbone
Going down, down | andando giù, giù
Working in a coal mine
Whew, about to slip down | oh, stavo per scivolare di sotto

Working in a coal mine
Going down, down
Working in a coal mine
Whew, about to slip down

Five o’clock in the morning | sono le cinque del mattino
I’m up before the sun | mi alzo prima del sole
When my work day is over | e quando la mia giornata di lavoro è finita
I’m too tired for having fun | sono troppo stanco per divertirmi

Well, I been tired but I been
Working in a coal mine
Going down, down
Working in a coal mine
Whew, about to slip down

Working in a coal mine
Going down, down
Working in a coal mine
Whew, about to slip down

Lord, I am so tired | Signore, sono così stanco
How long can this go on? | Quanto può andare avanti questa storia?

Well, I been working in a coal mine
Going down, down
Working in a coal mine
Whew, about to slip down

Working in a coal mine
Going down, down
Working in a coal mine
Whew, about to slip down

Five o’clock in the morning
I’m up before the sun
When my work day is over
I’m too tired for having fun

Well, I been tired but I been
Working in a coal mine
Going down, down
Working in a coal mine
Whew, about to slip down

Working in a coal mine
Going down, down
Working in a coal mine
Whew, about to slip down

Lord, I am so tired
How long can this go on?

I been a-working, going, working
Whew, about to slip down

Working, going, working
Whew, about to slip down

Working, going, working
Whew, about to slip down

Working, going, working
Whew, about to slip down

Working, a-going, working
Whew, about to slip down

Working, going, working
Whew, about to slip down

Working, going, working
Whew, about to slip down

Litobag n° 13 del 10.4.20: Sam Stone

Il prossimo litobrano ci è stato segnalato da Elena di Grosseto il 21 marzo. Proprio lo stesso giorno in cui è partita la Litologia Partecipativa e l’invito a proporre brani che facciano riferimento a sassi, rocce e minerali, in qualche forma. John Prine appartiene a quella categoria di cantautori che riescono a mettere insieme registri tristi e allegri, ironici e seri. Insomma: è ganzo, anche se non per tutti. Nello stivale mettiamoci Gaber, Jannacci, Guccini, anche Faber…o più di recente ci metterei, che so, un Giancane (cfr. Branobag del 20.1.19).

Interrompiamo questo litobag per una comunicazione di servizio:se non avete ancora visto Mauro il Tirannosauro:

sì’, lui…che canta la canzone della Litologia Partecipativa, fermate tutto e

andate a vedere ORA.

….dicevamo: John Prine, con Sam Stone. La prima versione è del 1971, ma è sempre interessante vedere dal vivo e nel tempo:

Sam Stone came home, | Sam Stone tornò a casa
To his wife and family | dalla moglie e la famiglia
After serving in the conflict overseas. | dopo aver combattuto nella guerra d’oltremare
And the time that he served, | e il servizio militare
Had shattered all his nerves, | gli aveva sbriciolato i nervi
And left a little shrapnel in his knee. | e lasciato una piccola scheggia nel ginocchio
But the morphine eased the pain, | ma la morfina alleviò il dolore
And the grass grew round his brain, | e l’erba gli crebbe intorno al cervello
And gave him all the confidence he lacked, | e gli diede tutta la confidenza che gli mancava
With a Purple Heart and a monkey on his back. | con un Purple Heart [ndt: decorazione al valor militare negli USA] e una scimmia sulla spalla

[Chorus:]
There’s a hole in daddy’s arm where all the money goes, | c’è un buco nel braccio di babbo, dove vanno a finire tutti i soldi
Jesus Christ died for nothin’ I suppose. | Mi sa che Gesù Cristo è morto per niente
Little pitchers have big ears, | i bimbi sentono tutto
Don’t stop to count the years, | non smettere di contare gli anni
Sweet songs never last too long on broken radios. | le canzoni dolci non durano mai abbastanza sulle radio rotte
Mmm….

Sam Stone’s welcome home | Il bentornato di Sam Stone
Didn’t last too long. | non durò troppo a lungo
He went to work when he’d spent his last dime | e andò a lavorare, spendendo fino all’ultimo soldo
And Sammy took to stealing | allora Sam cominciò a rubare
When he got that empty feeling | quando gli prendeva quel senso di vuoto
For a hundred dollar habit without overtime. | per un vizio da cento dollari senza straordinario
And the gold rolled through his veins | e l’oro scorreva nelle sue vene
Like a thousand railroad trains, | come un migliaio di treni
And eased his mind in the hours that he chose, | e gli alleggeriva la mente nelle ore che sceglieva
While the kids ran around wearin’ other peoples’ clothes…| mentre i ragazzi correvano intorno con i vestiti di altra gente

[Chorus]

Sam Stone was alone | Sam Stone era da solo
When he popped his last balloon | quando fece scoppiare il suo ultimo palloncini
Climbing walls while sitting in a chair | arrampicandosi sui muri da seduto
Well, he played his last request | be’, fece suonare la sua ultima richiesta
While the room smelled just like death | mentre la stanza odorava di morte
With an overdose hovering in the air | con un’overdose che aleggiava nell’aria
But life had lost its fun | ma la vita aveva perso il suo bello
And there was nothing to be done | e non c’era niente da fare
But trade his house that he bought on the G. I. Bill | se non scambiare la casa che aveva comprato coi soldi del militare
For a flag draped casket on a local heroes’ hill. | per una bara con sopra una bandiera, nella collina degli eroi del posto

[Chorus]

Litobag n. 12 del 9.4.20: Stones in my Passway

Elio da Cascina (PI), assieme a Corrado da Milano guida al momento la classifica dei DJ resident (a casa) come intrattenitore per la Litologia Partecipativa, con sette brani ciascuno a tema pietre, sassi, rocce ecc. Per capire partecipare da intrattenitori alla Litologia Partecipativa, consultate questa pagina, oppure scrivete a Mauro il Tirannosauro.

Fra gli altri brani proposti da Elio, oggi vi proponiamo un pezzo alle radici del blues. I “sassi nel passaggio” del titolo si riferiscono alla pratica Hoodoo di disporre dei sassi allineati ad esempio a croce in mezzo al passaggio di una persona su cui “l’addetto” alla magia voleva lanciare un malocchio…e non a caso nella canzone tutto poi andrà male al povero Robert…

Come tutti i pezzi di Robert Johnson, è stato pane per la formazione di tutta la generazione di bluesmen e rocker successivi, come potete per esempio vedere nella versione di Eric Clapton.

I got stones in my passway | ho dei sassi sul mio passaggio
And my road seem dark as night | e la mia via sembra buia come la notte
I got stones in my passway
And my road seem dark as night
I have pains in my hearts | ho dolori nel cuore
They have taken my appetite | mi hanno levato l’appetito

I have a bird to whistle | ho un uccellino per fischiare
And I have a bird to sing | e un uccellino per cantare
Have a bird to whistle
And I have a bird to sing
I got a woman that I’m lovin’ | ho una donna che amo
Boy but she don’t mean a thing | ma, ragazzi, non significa nulla

My enemies have betrayed me | i miei nemici mi hanno tradito
Have overtaken poor Bob at last | alla fine hanno sconfitto il povero Bob
My enemies have betrayed me
Have overtaken poor Bob at last
And there’s one thing certainly | e c’è una cosa, di sicuro
They have stones all in my pass | hanno messo un sacco di sassi sul mio passaggio

Now you tryin’ to take my life | ora stai cercando di prendere la mia vita
And all my lovin’ too | e anche tutto il mio amore
You laid a passway for me | hai creato un passaggio per me
Now what are you trying to do | e ora cosa stai cercando di fare
I’m cryin’ please | sto piangendo, ti prego
Please let us be friends | ti prego restiamo amici
And when you hear me howlin’ in my passway, rider | e quando mi senti ululare nel mio passaggio, cavaliere (o cavallerizza?)
Please open your door and let me in | ti prego apri la porta e fammi entrare

I got three legs to truck home | ho tre gambe da carrare a casa
Boys, please don’t block my road | ragazzi per favore non bloccatemi la strada
I got three legs to truck home
Boys, please don’t block my road
I’ve been feelin’ ashamed ‘bout my rider | e mi dispiace per il mio cavaliere (o cavallerizza?)
Babe, I’m booked and I got to go | bella, ho da fare e devo andare

Litobag n° 11 dell’8.4.20: Animali

[Prima di andare oltre: se vi manca, vedete anche la canzone della Litologia Partecipativa con Mauro il Tirannosauro. E’ uscita ieri e piace molto]

…ora che ci siamo ricomposti….Questa segnalazione ci arriva dal nostro Dario Canal, lassù a Torino, sotto la Mole e parecchio attivo fra reading e concerti dal balcone (che però tiene suonando verso l’interno della casa, un po’ come i preti nelle messe del medioevo). Lo potete seguire sia su “Faccialibro” che su “Instagrand“.

Dopo Joss Stone, la bianca dalla voce nera, rimbalziamo oggi su lidi più prossimi. Siamo sulla costa adriatica per conoscere un personaggio che se lo cercate in rete esce l’ultima regina di Francia, ma non è lei che canta durante una sessione con medium. Maria Antonietta è lo pseudonimo di Letizia Cesarini, classe 1987 e laureata in storia medioevale. Nel 2014 ha pubblicato un intero album dedicato ai sassi (questo il titolo del long playing). I pezzi poi hanno titoli diversi, ma la regola dell’intrattenimento litologico vale. Abbiamo quindi scelto il brano Animali, che uscì anche come singolo. Per misteriosi tecnicismi del dialogo tra la nuova interfaccia di Youtube e WordPress, i link di Maria Antonietta non si possono per ora incorporare direttamente, ma se cliccate qui:

https://music.youtube.com/watch?v=zsgGxyRx0QE

il video partirà come gli altri. Buon ascolto!

[Il Litobag è la rubrica musicale quotidiana che accompagna il progetto della Litologia Partecipativa, a cura di rete pibinko.org e Jug Band Colline Metallifere]

Mauro il Tirannosauro: I have some rocks (Litologia Partecipativa demo take 4)

Negli ambienti discografici che contano se ne parlava da tempo: una collaborazione fra la Jug Band dalle Colline Metallifere, quelli della geomusica, e Mauro il Tirannosauro. Prima l’idea del tour in Giappone insieme, poi quella storiaccia con Pellegro, il sassofonista del Jerry Brecker quartet..insomma, l’idea stentava a decollare.

Poi…galeotto fu il progetto della Litologia Partecipativa…ispirandosi a un brano di un noto duo americano nato negli anni ’60 del secolo scorso, Simone Sandrucci della JBCM e Mauro prendono un testo di Jack O’Malley sulla storia di questo piccolo progetto di resilienza e rivolgono agli ascoltatori un invito nel finale. Il video è sottotitolato in italiano e in inglese (non tutti capiscono l’accento dei tirannousauri).

Se questo video vi piacerà, potete mettere qualcosa nel cappello della Jug Band Colline Metallifere. Cliccate qui dopo averlo guardato.

Per informazioni e booking: micalosapevo@pibinko.org.

Si ringraziano Luca Guerrieri, Alberico “Open G” Mattei e Martina Busonero.

[Nota tecnica: fare bene la sincronizzazione con il netbook di Jack O’Malley è quasi impossibile, in tempi meno che geologici. Intanto godetevi questa versione e vedremo di rimontarla quando potremo avere per le mani attrezzatura più adatta. Oppure: se siete interessati a dare una mano, scriveteci].

Per la possibile colonna sonora della Litologia Partecipativa potete anche vedere il Demo Take 2 (Francesco Ceri dei Matti delle Giuncaie) e il Demo Take 3 (Geojazz con Liliana Cafiero).

Per altre informazioni: https://www.pibinko.org/litologiapartecipativa/

Litobag n°10 del 7.4.20: Joss Stone (Right to be Wrong)

Introduciamo una piccola variante nella progressione dei Litobag, la rubrica musicale quotidiana della Litologia Partecipativa che vi propone ogni giorno prima delle 9 un pezzo che sia in relazione in qualche modo con sassi, pietre o minerali.

I pezzi raccolti sono ormai quasi 50, e ogni paio di giorni ne arriva uno nuovo, o scovato dalla Jug Band Colline Metallifere, o proposto da uno dei DJ resident-a-casa del progetto. Siamo al numero nove, quindi vi potete regolare. La piccola variante è che possiamo introdurre anche artisti che abbiano nome o soprannome collegato allo stesso tema. Ecco quindi comparire sui nostri schermi la Shakira d’Albione, la biondina che scompone…Joss Stone.

Per di più con un brano che cita la pietra. Quindi oggi litobag al quadrato! Vai Joss, con un coro gospel che potrebbero farci lo sbarco in Normandia:

I’ve got a right to be wrong | ho il diritto di avere torto
My mistakes will make me strong | i miei sbagli mi renderanno più forte
I’m stepping out into the great unknown | sto uscendo verso grandi incognite
I’m feeling wings though I’ve never flown | sto sentendo le mie ali, anche se non ho mai volato
I’ve got a mind of my own | ho una mia intelligenza
I’m flesh and blood to the bone | sono di carne e sangue fino all’osso
I’m not made of stone | non sono fatta di pietra
Got a right to be wrong |
So just leave me alone | per cui lasciatemi stare

I’ve got a right to be wrong
I’ve been held down too long | sono stata schiacciata troppo a lungo
I’ve got to break free | mi devo liberare
So I can finally breathe | per potere infine respirare
I’ve got a right to be wrong |
Got to sing my own song | devo cantare la mia canzone
I might be singing out of key | potrei non cantare a tono
But it sure feels good to me | ma mi fa davvero stare bene
Got a right to be wrong
So just leave me alone

You’re entitled to your opinion | tu puoi avere la tua opinione
But it’s really my decision | ma è in effetti una decisione mia
I can’t turn back I’m on a mission | non posso tornare indietro, sono in missione
If you care don’t you dare blur my vision | se ci tieni, non ti provare a offuscare la mia visione
Let me be all that I can be | lascia che sia tutto ciò che posso essere
Don’t smother me with negativity | non soffocarmi con la tua negatività
Whatever’s out there waiting for me | qualsiasi cosa ci sia, là fuori per me
I’m going to face it willingly | l’affronterò volentieri

I’ve got a right to be wrong
My mistakes will make me strong
I’m stepping out into the great unknown
I’m feeling wings though I’ve never flown
I’ve got a mind of my own
Flesh and blood to the bone
See, I’m not made of stone
I’ve got a right to be wrong
So just leave me alone

I’ve got a right to be wrong
I’ve been held down to long
I’ve got to break free
So I can finally breathe
I’ve got a right to be wrong
Got to sing my own song
I might be singing out of key
But it sure feels good to me
I’ve got a right to be wrong
So just leave me alone

Litobag n° 9 del 6.4.20: Pietra su Pietra

Il prossimo litobag è stato segnalato da Liliana Cafiero, la geojazzista che avete avuto modo di ascoltare in “Tatti e i sassi” qualche giorno fa (e se no, andate subito a sentire in questa pagina).

Era il 1977 e chi sa se Fred, nel pensare alle pietre e alle idee aveva in mente quelle che volavano nell’aria di vie e piazze di parecchie città italiane. Alfredo Antonio Carlo Buongusto, detto Fred, viene associato da noi rocker a situazioni melense e ballate intime, ma siamo stati subito spiazzati dallo scoprire preparando questo articoletto che il nostro nel 1973 interpretò anche la superfunkeggiante Superstition di Stevie Wonder. Si mormora anche che per l’occasione sia sia anche presentato, scherzosamente, come Fred Goodtaste. Maestro….attacca la musica e poi tutti a studiare Litologia Partecipativa con la Jug.

pietra su pietra
idea sopra idea
ce la faro’
dentro la forza che il sole mi crea
ci riusciro’
ricominciare no
senza di te
ricostruire in me
distrutto ormai
nell’anima per te…
per te, sono spento per te
per me, devo solo combattere
e pietra su pietra
ridere piangere
pietra su pietra una vita…
per vivere
ma lontano da te…
giorno su giorno
il tempo che va
passa di qui
io ti credevo intoccabile ma
non e’ cosi’
devo convincermi
ora, di piu’
che non ci sei piu’ tu
un filo ormai
mi sta tenendo su…
per te, sono spento per te
per me, devo solo combattere
e pietra su pietra
ridere piangere
pietra su pietra una vita…
per vivere
ma lontano da te…
per te…
cosi’, sulla terra da solo io
ma pietra su pietra
rimettermi ad illudermi
pietra su pietra una vita…
ma lontano
ma lontano da te…
lontano da te…

Litobag n°8 del 5-4-20: In the Dutch Mountains

Il prossimo Litobag ci è stato suggerito da Anne dall’Olanda. Anne è un perfetto esempio di DJ resident (a casa), nel ruolo di intrattenitore per la litologia partecipativa. Per vedere cosa fa un DJ resident (a casa) e altre figure nella categoria intrattenitori vedete questa pagina.

A questo gruppo si potrebbe assegnare il Nobel per l’ironia: Il 50% della superficie olandese è a meno di 1 metro sul livello del mare. Jack O’Malley durante un Interrail nel 1993 andò a visitare l’isola di Texel, ivi guidato solo dall’assonanza col nome del personaggio di Tex Willer, dove scoprì che esiste una località chiamata Hohe Berg (Montalto), che arriva forse a 40 metri.

Le montagne olandesi, per come le intediamo noialtri non esistono. Quindi i Nits ci vogliono dire qualcosa, che ognuno deve scoprire per sé, la montagna non è montagna, il sasso non è sasso, la roccia non è roccia. Occhio a dove rotola quel bottone della camicia.

L’altra cosa che si impara dell’Olanda da questa canzone è che ci dev’essere un sacco di gente che vernicia in continuazione le case, perché se no è strano che su cinque strofe in ben due si faccia riferimento a muri di case dipinti. Oppure è qualche forma di sublimazione dell’autore del testo che ha lavorato troppo in un colorificio… non so….

Ricordate che se per la Litologia Partecipativa non potete fare gli intrattenitori, potreste proporvi come collezionisti, come classificatori (se siete geologi, oppure no ma ieri-notte-siete-stati-illuminati-da-un-fascio-di-luce-arancione-proveniente-da-uno-squarcio-fra-le-nuvole, che vi ha infuso la capacità di riconoscere a menadito rocce e minerali) e come sponsor. Tot morgen (a domani in olandese)!

Avanti con i Nits dal vivo (ma interessante anche il video originale), e grazie ad Anne e famiglia per la segnalazione:

I was born in a valley of bricks | Sono nato in una valle di mattoni
Where the river runs high above the rooftops. | dove il fiume scorre alto sopra i tetti
I was waiting for the cars coming home late at night | stavo aspettando le macchine che rientravano tardi la sera
From the Dutch mountains. | dalle montagne olandesi

I was standing in a valley of rock | stavo in piedi in una valle rocciosa
Up to my belly in an early fog. | immerso fino alla pancia in una nebbia mattutina
I was looking for the road to a green painted house -| stavo cercando la strada per una casa dipinta di verde
In the Dutch mountains. | nelle montagne olandesi
In the Dutch mountains

  • mountains -.

I met a woman in a valley of stone | Ho conosciuto una donna in una valle di pietra

She was painting roses on the walls of her home. | stava dipingendo rose sui muri della sua casa
And the moon is a coin with the head of the queen – | e la luna è una moneta con la testa della regina
Of the Dutch mountains; in the Dutch mountains. | delle montagne olandesi; nelle montagne olandesi

I lost a button of my shirt today | oggi ho perso un bottone della camicia

It fell on the ground and it was rolling away. | è cascato per terra e stava rotolando via
Like a trail leading me back to the Dutch mountains | come un sentiero che mi riportava alle montagne olandesi

To the Dutch mountains, mountains

I met a miller on the back of a cow | ho incontrato un mugnaio sul dorso di una mucca

He was looking for the wind | cercava il vento
but he didn’t know how. | ma non sapeva come fare
I said: “Follow the cloud that looks like a sheep” | io gli ho detto: “segui la nuvola che assomiglia a una pecora”
In the Dutch mountains | nelle montagne olandesi
in the Dutch mountains

In the Dutch mountains
in the Dutch mountains.

Litobag n°7 del 4.4.20: Papa was a Rolling Stone/Vagabundo

[Se vi siete persi il litobag n° 1, con l’introduzione alla rubrica, lo ritrovate qui. E Se non conoscete la Litologia Partecipativa: https://www.pibinko.org/litologiapartecipativa/]

Il prossimo pezzo è stato suggerito in parallelo da Elena di Casotto Pescatori (GR) e da Carlo Simeoni da Roma (RM)…è un pezzone totale, un’icona del pianeta soul/R’n’B, e molti di voi lo avranno sentito almeno una volta, almeno un pezzettino. Come il Litobag di ieri, ha un’introduzione molto lunga, ma più scorrevole. Come testo di presentazione, riprendo quello di un branobag di oltre sette anni fa, che non mi dispiace, e spero non dispiacerà a voi. Come campione PELP abbinato, propongo lo A038 di Forestano, che potrebbe anche rotolare per davvero.

originale del 27/9/12 – prima della vendemmia

…non è uguale, ma se il pezzo che vi propongo oggi non è ispirato a “Papa was a Rolling Stone” dei Temptations, mi mangio il cappello, come direbbe Tex Willer a Kit Carson.

Direttamente da Savona, definita dal mio amico Andrea la città d’Italia con le donne vestite peggio (ma non ha mai detto con le peggiori donne!) Bobby Soul accompagnato da Alessio Caorsi…..take it away!

Quale che sia la versione che preferite….quella di uno dei quintetti base più longevi della storia del soul rosavestiti, o quella “roots” con video sgranato in postproduzione, pensate al concetto di rolling stone…Bobby Soul e Alessio Caorsi, o chi ha scritto la canzone Vagabundo, ha pensato a un vagabondo…io “rolling stone” sarei tentato di tradurlo come “mina vagante”…un vagabondo che scende da un monte, vaga. una pietra che rotola giù da un monte può anche fare qualche danno. Che ne dite ?

A titolo di confronto

It was the third of September | Era il tre di settembre
That day I’ll always remember, | quel giorno me lo ricorderò per sempre
Yes, I will | eh sì
‘Cause that was the day that my daddy died | perché fu il giorno che il mi’ babbo morì
I never got a chance to see him | non ho mai avuto modo di vederlo
Never heard nothin’ but bad things about him | e di lui ho sempre sentito dire ogni male
Mama, I’m depending on you | mamma, dipendo da te
To tell me the truth | per farmi dire la verità
Mama just hung her head and said, “Son,.. | la mamma abbassò la testa e disse: “Figliolo…

[Chorus:]
Papa was a rolling stone. | il babbo era una mina vagante
Wherever he laid his hat was his home. | dovunque appoggiasse il cappello, era casa sua
And when he died, all he left us was alone. | e quando è morto, ci ha lasciati tutti soli
Papa was a rolling stone, my son.
Wherever he laid his hat was his home.
And when he died, all he left us was alone.”

Hey, mama! | Ehi mamma
Is it true what they say that papa never worked a day in his life? | ma è vero che babbo non ha mai lavorato nemmeno un giorno in tutta la vita?
And, mama, some bad talk goin’ round town sayin’ that papa had three outside children and another wife, | e, mamma, si sentono brutte voci in città, dicono che babbo aveva tre figlioli in giro, e un’altra moglie
And that ain’t right | e questo non va bene
Heard them talking papa doing some store front preachin’ | ho sentito che dicevano che babbo stata a predicare davanti ai negozi
Talked about saving souls and all the time leechin’ | parlava della salvezza delle anime, e si approfittava della benevolenza degli altri
Dealing in debt and stealing in the name of the Lord | era pieno di debiti e rubava nel nome del Signore
Mama just hung her head and said,

[Chorus]
“Papa was a rolling stone, my son.
Wherever he laid his hat was his home.
And when he died, all he left us was alone.
Papa was a rolling stone.
Wherever he laid his hat was his home.
And when he died, all he left us was alone.”

Hey, mama, | Ehi mamma
I heard papa called himself a “Jack Of All Trades” | ho sentito che babbo si faceva chiamare un “tuttologo”
Tell me is that what sent papa to an early grave?| dimmi, è questo che ha fatto arrivare il babbo a una tomba prematura?
Folks say papa would beg, borrow, steal | la gente dice che babbo faceva l’elemosina, prendeva prestiti e rubava
To pay his bills | per pagare le bollette
Hey, mama, | ehi mamma
Folks say papa never was much on thinking| la gente dice che babbo non è stato mai un gran pensatore
Spent most of his time chasing women and drinking | passava la maggior parte del tempo a rincorrere gonnelle e a bere
Mama, I’m depending on you
To tell me the truth
Mama looked up with a tear in her eye and said, “Son,.. | mamma guardo in su con una lacrima nell’occhio e disse..”Figlio…

[Chorus]
Papa was a rolling stone (well, well…)
Wherever he laid his hat was his home
And when he died, all he left us was alone
Papa was a rolling stone
Wherever he laid his hat was his home
And when he died, all he left us was alone.”

[Chorus]
I said, “Papa was a rolling stone (yes, he was, my son)
Wherever he laid his hat was his home
And when he died, all he left us was alone
My daddy was (papa was a rolling stone), yes, he was
Wherever he laid his hat was his home
And when he died, all he left us was alone.”

Litobag n° 6 del 3-4-20: Third Stone from the Sun

[Se vi siete persi il litobag n° 1, con l’introduzione alla rubrica, lo ritrovate qui]

[Se non conoscete la Litologia Partecipativa, date una scorsa alla sintesi della prima settimana del progetto, e ascoltatevi la sigletta che abbiamo scritto.]

Il prossimo Litobag ci è stato segnalato il 25.3 scorso da Elio di Cascina. Lo proponiamo oggi dopo che ieri ci hanno segnalato un articolo in cui la Litologia Partecipativa viene proposta come un progetto “rocky”.un po’ roccioso e un po’ rock..oggi ci vuole un po’ di rock serio-serio.

La cosa singolare di questo pezzo è per qualche motivo il “grande Tubo” non ci dà la versione originale di Jimi (Hendrix). Te la propongono rifatta da Santana, Stevie Ray Vaughan, Steve Lukather, a 45 giri, al contrario…quella più psichedelica dell’originale con Jaco Pastorius…. ma la versione base sul grande tubo non l’ho trovata e l’ho ripescata da un sito alternativo.

Come video mi piace comunque proporre una delle più recenti. Eccovi quindi Gary Clark Jr. , di cui con la Jug Band Colline Metallifere a volte proponiamo la canzone del Governatore.

Questa versione di Third Stone from the Sun è da ascoltare preferibilmente con un tazzone di té, abbinandola al campione C018 (Arenaria con fori di litofagi?). L’originale di Jimi Hendrix ha anche un testo, o piuttosto un parlato, che forse non a caso i suoi successori hanno dimenticato. E saluti a Elio!

Strange beautiful grass of green, | strana e bellissima erba verde
With your majestic silver seas | con i tuo maestosi mari d’argento
Your mysterious mountains I wish to see closer | le tue misteriose montagne, che vorrei vedere più da vicino
May I land my kinky machine? | posso far atterrare la mia strana macchina?
Although your world wonders me, | per quanto il vostro mondo mi stupisca
With your majestic and superior cackling hen | con le vostre maestose e superiori galline starnazzanti
Your people I do not understand, | non riesco a capire la vostra gente
So to you I shall put an end | per cui metterò fine a voi
And you’ll never hear surf music again | e non sentirete mai più musica surf