GRASS: Una prospettiva storica e ipotesi di lavoro per il suo sviluppo

Questo lavoro fu presentato all’ottavo meeting degli utenti GRASS a Palermo, il 14-16 febbraio 2007, e fu collocato come presentazione n. 2 nel programma del convegno. Non era la prima volta che andavo a parlare di software libero, ma era la prima volta che parlavo di GIS libero. Nelle stesse giornate ci fu la costituzione di GFOSS.it, associazione italiana per l’informazione geografica libera, poi operante anche come sezione italiana del consorzio internazionale OSGEO. Per l’occasione mi ritrovai a fare da facilitatore della due giorni di riunioni. 

RIASSUNTO

La presentazione intende fornire alcuni richiami storici sullo sviluppo e sulla diffusione di questo sistema, traendone spunti sulle prospettive per lo stesso. La presentazione terrà conto di esperienze fatte dall’autore utilizzando GRASS a partire dal 1993, con applicazioni in contesti differenti (università, settore pubblico e privato), per settori differenti (idrologia, telerilevamento, archeologia), e in progetti con finalità differenti (ricerca, produzione, formazione). Tutto ciò facendo riferimento sia ad ambienti GFOSS, sia ad ambienti in cui GFOSS e strumenti proprietari coesistono. Saranno dati inoltre spunti acquisiti da altri soggetti, direttamente coinvolti nello sviluppo di GRASS negli anni ’80-’90, nel periodo in cui si ebbe il passaggio di GRASS dallo USACERL alle realtà che si sono susseguite, sino ad arrivare alla situazione attuale. Obiettivo della presentazione è di contribuire a individuare possibili strategie per l’ulteriore sviluppo e diffusione di GRASS, evidenziando alcune delle criticità emerse nel passato.

DESCRIZIONE DEL LAVORO E CONCLUSIONI

Gli spunti forniti nella presentazione fanno riferimento principalmente ad attività di ricerca o di realizzazione di applicazioni nell’ambito di servizi di consulenza nell’ambito dell’ingegneria e della modellistica ambientale, oltre ad alcuni casi di studio derivati da lavori svolti nell’ambito web-GIS. La maggior parte -se non la totalità- dei progetti di ingegneria in campo civile e ambientale richiede l’utilizzo di dati relativi al territorio, su scale differenti. Lo sviluppo delle tecnologie informatiche, ha determinato una naturale evoluzione dei dati e degli strumenti che l’ingegnere utilizza in tali progetti, con lo sviluppo di basi cartografiche numeriche, applicativi software, strumentazione di acquisizione dati, e modalità di fruizione delle informazioni, in particolare il web. Allo stesso tempo, la complessità dei problemi, e l’evoluzione dell’approccio agli stessi, fa sì che la quantità di informazioni e di competenze da integrare nell’ambito di un singolo progetto sia sempre maggiore (ad esempio problemi multidisciplinari, valutazione di impatto ambientale e discipline ad essa affini., sistemi di qualità, sicurezza e così via).

Nel momento in cui un GIS viene chiamato in causa nel supportare la soluzione di tali problemi, si rende necessaria una fase di analisi e valutazione delle esigenze dell’utente finale, e dell’assetto organizzativo in cui il GIS si calerà. In questo contesto, si pone un problema di identificazione della migliore allocazione di risorse -tra competenze, strumenti e dati- per affrontare il progetto. Definire il “mix” corretto di risorse non sempre è facile. Può capitare di affrontare casi in cui la “componente GIS” della soluzione è troppo spinta rispetto alle esigenze effettive, con conseguente possibile spreco di risorse in investimenti hardware e software, oltre alle difficoltà nel far assimilare all’utente finale le possibilità dello strumento che gli viene fornito.

Allo stesso modo, è capitato all’autore di trovarsi in casi in cui componente GIS del lavoro è sottovalutata, determinando un pericoloso scollamento tra i contenuti del problema (i dati e gli algoritmi o le procedure che vengono adottate per risolverlo) e le pratiche di gestione informatizzata minima, tali da garantire una comunicazione efficace e una documentazione delle attività di progetto utili al risultato finale. In questo contesto, la presentazione illustra alcune tipologie di progetti (o di attività GIS svolte all’interno di progetti), in particolare legate a:

  • a- modellistica idrologica e telerilevamento (1993-1997)
  • b- “geomarketing” di aree di insediamento industriale (1997-2000)
  • c- gestione e analisi di siti contaminati (1998-2007)


Dall’analisi di tali applicazioni è possibile prendere spunto per considerare strategie di sviluppo di GRASS. In particolare, i progetti descritti nei casi (b) e (c) sono stato svolti utilizzando piattaforme ibride, in cui strumenti proprietari e FOSS convivono, e rappresentano quindi situazioni interessanti per valutare come mai in questi casi non vengano attualmente utilizzati strumenti GFOSS, o siano utilizzati in misura minore di quanto effettivamente potrebbero trovare impiego. Si noti che in tale valutazione non si ipotizza a priori uno scenario in cui GRASS e altri strumenti GFOSS possano sostituirsi del tutto a strumenti proprietari esistenti, mentre è ragionevole pensare che -in casi complessi- la soluzione “mista” sarà quella che nella maggior parte dei casi consente di realizzare un progetto o concludere uno studio in un contesto operativo.

Ricordando che un “sistema” informativo territoriale non è composto unicamente dagli applicativi software, ma anche da dati e utenti che interagiscono attraverso una serie di processi, le conclusioni si possono sintetizzare nell’idea che attualmente la componente “critica” su cui lavorare con priorità, almeno secondo chi scrive, è quella degli utenti. Il principale obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre il divario presente tra livello di conoscenza ed esperienza degli utenti (e di molti analisti), e le conoscenze richieste per operare in modo efficace/efficiente nella soluzione di problemi GIS. Gli enti preposti istituzionalmente alla formazione sono le sedi naturali in cui un tale divario può essere colmato, almeno per determinate fasce di età dell’utenza- mentre per la maggior parte degli utilizzatori ormai fuori da programmi di istruzione/formazione, è opportuno mettere in atto specifiche azioni di sensibilizzazione e comunicazione. Anche in relazione a tale tipo di interventi, la presentazione discuterà casi specifici affrontati tra il 1998 e il 2007.


BIBLIOGRAFIA

Giacomelli A., S. Loddo, Il Sistema Informativo Territoriale per le Aree Industriali della Sardegna , Mondo GIS n. 27, 2001

Giacomelli, A. Relationships between European and non-European SDIs in Europe: a perspective from the private environmental sector, Poster presentation, 11th EC-GIS Workshop, Alghero, Italy, 2005

Giacomelli, A., Integration of GIS and simulation models, in M. Campagna (ed.), GIS for Sustainable Development, 181-190, CRC Press, 2005